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Stenti,
Si storce lo strillare
Del sordo
Che ascolta a modo suo.
Ci si spoglia
Della vita in favore del nulla.
Corvi tra nuvole bianche
Gracchiano vivaci.
Venti lontani
Mulinano e mi graffiano il viso
In un istinto primitivo
Di abominio.
Luce pallida mi scotta
Sbando, traballo,
In una strana diplopia
Mi acceco e cado.
Non sono in me
Inizio a traboccare
dal mio miserevole corpo di fango.
E sgorgo dagli occhi, se riesco.



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Opera scritta il 27/03/2017 - 17:09
Da Cristian Giuliani
Letta n.979 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Ti ringrazio. Amo scrivere e spero che le cose che posto possono in qualche modo emozionare nel bene e nel male i lettori.

Cristian Giuliani 27/03/2017 - 23:09

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scusa è partito prima che finissi di commentare...una buona serata, spero ti troverai bene qui.

margherita pisano 27/03/2017 - 23:05

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Benvenuto su questo pianeta di poesie Oggi Scrivo Cristian... una poesia forte e intensa.

margherita pisano 27/03/2017 - 23:04

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