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Carme- giglio d’acqua

(…E quel flauto tornò a suonare armonico.)
Il vecchio taciturno guardò
la mano tremolante, e capì.
Riprese a scrivere a fatica,
lentamente dell’avvenente
Mata di incrollabile fede
cristiana e comprovata etica.
Di lei s’innamorò d’un amor
corrisposto un condottiero
saraceno, tal Grifone…
S’interruppe, posò la penna
e rovinò nella sedia a dondolo.
Annusò l’aria e udì così prone
per un’ultima volta quel canto.
Lo trovò un mastro d’ascia di
quei luoghi guidato dal dolce
miagolio di una gatta nera.
L’animale sedeva sui ginocchi
dell’uomo, due gocce
di rugiada pendevano dai suoi
occhi alidi e il primo mattino
lumeggiò su due lacrime
allo stagno aggrappate al petalo
d’una ninfea laconica che le
adagiò tra le purezze più intime.


° Vorrei somigliassero a quello stagno gli ultimi giorni
della mia vita




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Opera scritta il 13/04/2019 - 19:46
Da Mirko D. Mastro
Letta n.878 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Hai descritto una luogo ed un'atmosfera davvero magico che solo la tua penna potevano generare. Bravissimo.

santa scardino 15/04/2019 - 23:10

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Magico, in ogni parola...
Complimenti!

Grazia Giuliani 14/04/2019 - 15:53

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... amica...

Mastro Poeta 13/04/2019 - 21:46

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Grazie magica anica

Mastro Poeta 13/04/2019 - 21:45

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...quella gatta nera gli è rimasta accanto fino al suo ultimo istante...
Ed il giglio d'acqua ha raccolto e fatte sue, le lacrime del vecchio poeta e di quell'amore di cui ancora s'ode il canto.
Ed è sempre magia dalla tua penna, Mastropoeta

laisa azzurra 13/04/2019 - 21:01

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