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Cara estate sognante

Ormai sei fuggita,
cara estate sognante,
come velo di sposa,
scopri l’inerte suolo
dai rigogliosi germogli,
che un giorno gli fecero da ricami.


Campestre il paesaggio,
ormai diviene bruno,
lascia placare le sue gioie,
dal tetro chiaroscuro
che inesorabile inghiottisce,
I fiori ormai appassiti.


Sento nell’urlo del tuono,
l’autunno che ormai avanza,
rigonfia il fogliame con il vento,
inondando la valle con impazienza
e l’afflato Divino del Cielo,
si tramuta in burrasca.


La tempesta lava avida
i ricordi della Madre terra,
stinge le foglie dai vecchi colori
e le colora con nuovi ancor più vani,
del tepore estivo
ne fa un tremendo gelo.


Nel tramonto fra le montagne,
i fasci di luce aranciata,
si stagliano su un velo indaco,
dal riflesso anagogico
che si dirama nei canali
dell’inconscio perturbato.


In me, il fatalismo,
ad un’ estate che non giacerà più nel cuore.




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Opera scritta il 21/07/2019 - 00:51
Da Bach2 Bach2
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