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Deserto il tuo guanciale

Non conto le stelle stanotte
sono stanca di sentirmi osservata
quegli occhi leggono l’anima.
Chiudo spiragli di luce
fuori dalle palpebre
lascio che s’appendano agli uggiosi pensieri,
parassiti che succhiano vita
in ossessivi amplessi.
Non partoriranno nel mio spazio
vagheranno nel nulla
mostrando talenti ai grigi crateri.
Nuovi universi
blaterano fuori dal coro
depositando alienanti pensieri.
Il tuo guanciale deserto
al petto stringerò,
nel conforto dell’oscurità
testimone del dolore
la clessidra filtrerà il tempo.
Granelli di sabbia gratteranno orbite
nell’intermittenza tra disagi miagolanti,
nude fessure sbirciano con occhi sgranati
il lento scivolar delle ore.
Nelle notti di perenne disagio
il coraggio ha radici profonde.



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Opera scritta il 23/10/2020 - 13:32
Da genoveffa genè frau
Letta n.602 volte.
Voto:
su 8 votanti


Commenti


Intenso sentire in questi versi che raccontano mirabilmente un intimo dolore...

Alessia Torres 23/10/2020 - 19:02

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Anche se aggressiva, denota una grande malinconia.

Teresa Peluso 23/10/2020 - 18:23

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Un forte dolore scorre in questi versi ben scritti che lasciano trasparire il disagio della mancanza. Complimenti!

Maria Luisa Bandiera 23/10/2020 - 16:46

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