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L'ATTESA

La porta si è appena chiusa e io
già ti aspetto.
La caffettiera è ancora calda
e tu sei già in fondo alla strada. .
Io aspetto.
So che passeranno le ore in attesa di una telefonata.
Che non arriverà
Lo so.
Scortico speranzoso il display con gli occhi alla ricerca di una carezza digitale mai inviata.
Nulla .
Ma lo sapevo già .
Occhio cieco, il mio,
Si ostina a vedere ciò che non è più.
Scorro le tue foto consapevole di non essere il vertice dei tuoi pensieri.
Tutto quello che mi circonda appare sbiadito, confuso.
Solo tu sei vivida e colorata.
Questo mi ferisce
Vorrei sentire la tua voce.
Sarebbe un balsamo di breve durata
ma sarebbe pur qualcosa.
invece niente.
Al tuo rientro il mio orgoglio fingerà una normalità banale e tranquilla,
l'unica cosa che accetti da me.
e io,
piangendo e urlando nelle mie viscere, ti dirò che la mia giornata è stata piena delle
solite
tranquille
noiose
banali
cose di tutti i giorni.
Niente di che.
Ma se mi guardassi negli occhi,
allora vedresti traboccare la gioia della tua presenza,
e il dolore della tua assenza.
Ma non lo fai.



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Opera scritta il 14/12/2020 - 18:51
Da ROBERTO ASTOLFI
Letta n.609 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


molto piaciuta
complimenti

laisa azzurra 15/12/2020 - 19:09

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