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SICCITÀ

Folate di vento secco,
muovono ormai
solo sterpaglie.
Sollevando eteree nubi polverose,
da terra riarsa.
Il sole pare non essere più amico,
anzi è divenuto autoritario.
E il suo potere
è ora tirannico.


Su muri di pietra,
osservo con angoscia
tracce di sfinimento,
come segno di resa,
persino in piante di cappero.
Solitamente
di stoica resistenza
all'arsura.


Si palesa davanti a me,
tutta la desolazione
di una siccità implacabile.
A cui si aggiunge
il tormento del paragone
con quella che avanza,
senza tregua,
dentro le anime.




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Opera scritta il 12/08/2022 - 09:03
Da Fabrizio Coccia
Letta n.321 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Anna Cenni: proprio così. Hai centrato in pieno il senso di questi miei umili versi. Grazie per il gradimento espresso ed un caro saluto

Fabrizio Coccia 24/08/2022 - 15:38

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Caterina Alagna grazie per il complimento e il gradimento espresso. Sono felice che sia arrivato il messaggio che volevo consegnare con questa mia umile poesia. Un caro saluto

Fabrizio Coccia 24/08/2022 - 15:36

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La siccità dell'uomo porta alla siccità del suo mondo, e nemmeno se ne accorge!! Complimenti!!

Anna Cenni 12/08/2022 - 17:55

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E' stupenda, ti faccio i miei complimenti. Siamo soffocati dalla siccità, quella dell'acqua e quella dei valori.

Caterina Alagna 12/08/2022 - 16:51

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