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Dalla mia casa

Accozzaglia grigia e rossa di tetti
e macchie di verde a risaltare
sfumate come volute che salgono
a rispecchiarsi nell’acqua fangosa.

Ordinaria stagione di vento
ocra e arancio di terre bruciate
dai solchi scalfite e ferite le zolle
voltate a guardarsi nel cielo.


Le nebbie ancor calde al mattino
tra mille e non mille parole
lanciate agli spazi e ai cortili
vivevo la voglia smaniosa di andare.


Dalla mia casa non vedo il mare.




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Opera scritta il 21/01/2023 - 10:49
Da Andrea Guidi
Letta n.270 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


E chissà, dal 1997 ad oggi, se ancora si vede il mare dalla casa di Luca
Ciao caro

Andrea Guidi 22/01/2023 - 15:58

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Ti devi trasferire in casa di Luca.
Oppure accontentati del mare di tetti ocra.

Aquila Della Notte 22/01/2023 - 15:12

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Ti ringrazio caro Loris. E devo dire che hai ragione; spesso chiudo negando. Il fatto è che, anche se non vogliamo, è inevitabile trasferire nello scrivere il proprio vissuto. E penso che queste mie chiuse possano essere assimilate alle gozzaniane rose che non colsi. Buona fine settimana!

Andrea Guidi 21/01/2023 - 16:45

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Mi piace tutta. Ma la chiusa “dalla mia casa non vedo il mare” è già poesia.
E noto che molte volte “chiudi” le tue opere con una negazione, sarà un caso?
Anche da casa mia non vedo il Mare ma, a volte lo sento mugghiare.
Un saluto

Loris Marcato 21/01/2023 - 16:14

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