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Treccine d’Oro

Come d’incanto, appena ti vidi,
volevo chiederti se fossi vera.
Sembravi un angelo del paradiso,
bella nelle forme e nel viso.


I tuoi capelli biondi come l’oro,
occhi verdi, com’erano belli,
dolce fanciulla di una sera.
Parlavi una lingua diversa,
con un accento che sembrava russo,
e io ero molto confuso.


Ti capivo a stento,
ma sembravo di tuo gradimento.
Giorno e notte passeggiavi
in quella traversa,
donando il tuo corpo per poche lire,
nell’abitacolo di chi ti ospitava.


Appartata non per amore,
ma per guadagnare il tuo disonore.
Venisti da noi per fare la serva,
ma ti costrinsero in strada
a fare il mestiere
più antico del mondo.


Io me ne andai
con disgusto profondo,
pensando che alla gente
di te non importa niente
se sei nullatenente.
Non ti rividi mai più da quel dì.




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Opera scritta il 15/06/2023 - 15:04
Da Francesco Cau
Letta n.233 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Una poesia triste, ma che fa riflettere...

PAOLA SALZANO 16/06/2023 - 13:37

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Il mondo purtroppo va così...passi attraverso l'arte al sociale, complimenti!!

Anna Cenni 15/06/2023 - 20:01

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