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Hamu rimashti suli!

Quannu facimu vecchj è 'nu prubblema,
cá propriu tannu vennu tanta 'uai.
Vuè o no' vuè ti scappa 'na jashtema
ca nfign'a mu' non t'è scappata mai.


Purtroppu hamà truvari lu sishtema
cu sciamu 'nnanti armenu fign'a crai.
Mugghièrama si senti comu scema,
percé li 'uai ca teni sontu assai.


"Hamu rimashti suli, iu e te,
mugghièri mea, e no' nci shta nisciunu
t'li figghj nueshtri, toppu ca so' tre


cchiù 'na mugghièri ca tennu pitunu!
Mbrazzàmini e shtrincìm'ni forti forti,
cá si 'vvicina l'ora ti la morti!".


Traduzione:


Siamo rimasti soli!


Quando diventiamo vecchi è un problema,
ché proprio allora vengono tanti guai.
Vuoi o non vuoi ti scappa una bestemmia
che fino ad ora non t'è scappata mai.


Purtroppo dobbiamo trovare il sistema
per andare avanti almeno fino a domani.
Mia moglie si sente come scema,
perché i guai che tiene sono assai.


"Siamo rimasti soli, io e te,
moglie mia, e non c'è nessuno
dei figli nostri, anche se son tre


più una moglie che tengono per ciascuno!
Abbracciamoci e stringiamoci forte forte,
ché si avvicina l'ora della morte!".


Nota: Sonetto in vernacolo sanvitese con relativa traduzione. Schema rimico: ABAB/ABAB, CDC/DEE.




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Opera scritta il 04/10/2014 - 16:07
Da Giuseppe Vita
Letta n.1696 volte.
Voto:
su 6 votanti


Commenti


Sei sempre affascinante caro Giuseppe.

Ugo Mastrogiovanni 05/10/2014 - 12:33

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Volta per volta stiamo imparando il tuo dialetto... Straordinario e vero il tuo ben costrutto sonetto...

Rocco Michele LETTINI 05/10/2014 - 12:07

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E' proprio triste. La solitudine e il senso di abbandono che si provano con l'età che avanza. Sempre profondo e sensibile, Giuseppe, bravo!!!
Serena giornata, a rileggerti, Marina!

Marina Assanti 05/10/2014 - 11:45

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Il problema dell'età che avanza è serio anche perché i genitori vogliono tenere la loro autonomia non pesando sui figli, grande riflessione da fare in questa tua straordinaria opera, un saluto Giuseppe buona domenica

genoveffa 2 frau 05/10/2014 - 08:57

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MAMMA mia Peppe , che finale struggente, e meno male che ti chiami VITA.
IO non penso mai all'invecchiamento , dei guai sto zitto, perché altri stanno peggio di me , e quando morirò io, voglio scrivere sulla tomba, GAME OVER, perché prendo la vita come un gioco con tanti livelli da superare, ciao PEPPE, non esclude che hai fatto una bella poesia BI-LINGUE.

salvatore alvaro 05/10/2014 - 06:51

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IN RELAZIONE al COMMENTO PRECEDENTE: da notare che a queste opere non manca il sostegno economico di Comune e Regione, nei casi di difficoltà economiche da parte dei richiedenti.

Vera Lezzi 05/10/2014 - 01:59

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Quando la famiglia proprio NON PUO', nonostante tutto il suo amore, ad essere vicina ai suoi Anziani, esistono luoghi creati da eccezionale amore per Dio presente in tutti gli Esseri, in cui come in famiglia ci si sente e dove i famigliari, sostenuti da altre presenze, non solo amorevoli, ma anche specializzate, possono continuare ad essere vicini affettivamente ai loro Cari. Io vivo in uno di questi Centri per Anziani, è un'Opera Guanelliana, dal nome del suo fondatore, Luigi Guanella: davvero una grande Famiglia, ricca d'amore ed anche di gioia, nonostante tanti dolori sofferti da chi vi abita.
Per tanti aspetti io non amo le religioni, ma peccherei gravemente d'ingiustizia se non rendessi ONORE a tante opere di VERO AMORE del Cristianesimo.

Vera Lezzi 05/10/2014 - 01:56

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E sì Giuseppe, si ritorna soli, come all'inizio, con la differenza che allora si era giovani e autonomi. Una triste verità, la tua. Buonanotte!

Salvatore Linguanti 05/10/2014 - 00:33

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