I vincitori hanno belle camicie
sagomate, i deltoidi
in mostra, e l'orologio
d'argento che brilla.
I vincitori impacchettano
la nostra poesia,
e la vendono per pazzia
ad altri vincitori
in buste di plastica bruciata.
I vincitori ci osservano
mentre camminiamo,
o mentre riposiamo avvinghiati
a qualche polverosa emozione
tenuta fra i denti marci
come una spiga di grano.
Noi, fiori invecchiati dagli anni che verranno.
Noi, che saremo
come loro.
Che cammineremo con le
scarpe lucide.
che marciremo dentro come loro.
Che vivremo in lussuose
ville, rinchiusi come topi.
Noi che cresceremo
figli deformi, che per anni
alleneranno i loro muscoli
per poter indossare camice sagomate.
Noi come loro.
Oppure noi che marciremo
in squallidi appartamenti.
Che scoperemo donne
che odieremo, fino alla pazzia.
Noi poeti senza ritmo,
senza versi, senza poesia.
Noi che camminiamo
rinchiusi in cieli come manicomi,
Noi e i nostri sogni
che giacciono rinchiusi
in scrigni di legno come tombe.
Noi soli, che riesumiamo
parole divorate dal cancro,
per sentirne l'ultimo anelito,
per poi vederle
nuovamente
obliate in luride fosse.
Noi
che guardiamo le stelle.
Che danziamo
lenti valzer seguendo orbite ellittiche
intorno alle stelle.
Noi
che nel silenzio
sogniamo abbandonati
in semplici istanti.
Noi...
sagomate, i deltoidi
in mostra, e l'orologio
d'argento che brilla.
I vincitori impacchettano
la nostra poesia,
e la vendono per pazzia
ad altri vincitori
in buste di plastica bruciata.
I vincitori ci osservano
mentre camminiamo,
o mentre riposiamo avvinghiati
a qualche polverosa emozione
tenuta fra i denti marci
come una spiga di grano.
Noi, fiori invecchiati dagli anni che verranno.
Noi, che saremo
come loro.
Che cammineremo con le
scarpe lucide.
che marciremo dentro come loro.
Che vivremo in lussuose
ville, rinchiusi come topi.
Noi che cresceremo
figli deformi, che per anni
alleneranno i loro muscoli
per poter indossare camice sagomate.
Noi come loro.
Oppure noi che marciremo
in squallidi appartamenti.
Che scoperemo donne
che odieremo, fino alla pazzia.
Noi poeti senza ritmo,
senza versi, senza poesia.
Noi che camminiamo
rinchiusi in cieli come manicomi,
Noi e i nostri sogni
che giacciono rinchiusi
in scrigni di legno come tombe.
Noi soli, che riesumiamo
parole divorate dal cancro,
per sentirne l'ultimo anelito,
per poi vederle
nuovamente
obliate in luride fosse.
Noi
che guardiamo le stelle.
Che danziamo
lenti valzer seguendo orbite ellittiche
intorno alle stelle.
Noi
che nel silenzio
sogniamo abbandonati
in semplici istanti.
Noi...
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