PAVONE BIANCO
Masticavi foglie d'alloro blu
coglievi fiori d'argento appena sbocciati
ti lasciavi pettinare i capelli dal vento
mostravi il cammino agli aironi assopiti
risplendevi nello specchio del lago
ed io ti ammiravo.
Cercavi rami d'ulivo vergini
coloravi il cielo col riflesso degli occhi
camminavi a stento sulle dune del deserto rosso
respiravi il profumo della vita sfinita
bevevi il nettare di un Dio svogliato
ed io ti sentivo.
le tue mani d'alabastro s'intrecciavano tra loro
pregavi la terra ed i mari
contemplavi assorto il silenzioso bosco di querce
ritrovavi te stesso nelle ali di un falco
seguivi correndo il suo volo elegnate
ed io ti comprendevo.
Perdevi la strada verso casa,
rinunciavi ai sogni ad occhi aperti,
volgevi lo sguardo oltre il confine del mondo,
ti scrollavi di dosso la nebbia e il suo odore,
rinascevi nel pianto di un pavone bianco.
Ed io ti amavo,
Compagno.
M.M.
Sulle note di Armand Amar,
Layla Et Majnun.
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