Hai dato una forma alla sofferenza: il tuo cerchio perfetto.
Sei consapevole che il tuo ego, forse, non t’appartiene.
Sei un riflesso di stelle nel mare del vuoto,
la sirena muta che prova a cantare piangendo.
L’airone con le ali spezzate.
Danzi per vivere, sorridi al sole senza saperne il perché;
sotto il salice t’inebri di profumi ed incensi
che tanto par’ dolce l’assopirsi dell’animo.
Hai mai provato a morire ogni giorno, ogni momento… ogni istante?
Il dolore che sperimenti piega gli arti,
che gl’occhi si rivoltano verso il buio.
Hai mai sentito la rabbia degli altri mangiarti?
Vivo e cosciente, a branchi di stolti strappan’
carne senza che ella lasci il tuo corpo.
Hai mai pianto di lacrime forestiere?
Sentire la serpe che stringe il costato e lo
schricchiolar’ de l’ossa…
Ti sei mai chiesto perché tu lo possa sentire?
Ti sei mai chiesto qual’ senso può aver’ un dono
che faccia uscir’ di senno? quale sia il motivo
che fa di te ponte col mondo?
E tu sei la Fenice, che ad ogni ciclo nasce
e muore e rinasce ancora.
Ti conosco, regina di sventura
e più volte t’ho maledetta.
Che le persone che non vedono le tue ali
le pensan’ di fuoco fatte… ma pochi sanno
che sono le lacrime a ridarti la vita, a ridar loro vigore,
Fenice morente,
e di pianti esse son fatte
di tutti quelli che riverso, sentendo su me
ogni tipo di solitudine.
Sei consapevole che il tuo ego, forse, non t’appartiene.
Sei un riflesso di stelle nel mare del vuoto,
la sirena muta che prova a cantare piangendo.
L’airone con le ali spezzate.
Danzi per vivere, sorridi al sole senza saperne il perché;
sotto il salice t’inebri di profumi ed incensi
che tanto par’ dolce l’assopirsi dell’animo.
Hai mai provato a morire ogni giorno, ogni momento… ogni istante?
Il dolore che sperimenti piega gli arti,
che gl’occhi si rivoltano verso il buio.
Hai mai sentito la rabbia degli altri mangiarti?
Vivo e cosciente, a branchi di stolti strappan’
carne senza che ella lasci il tuo corpo.
Hai mai pianto di lacrime forestiere?
Sentire la serpe che stringe il costato e lo
schricchiolar’ de l’ossa…
Ti sei mai chiesto perché tu lo possa sentire?
Ti sei mai chiesto qual’ senso può aver’ un dono
che faccia uscir’ di senno? quale sia il motivo
che fa di te ponte col mondo?
E tu sei la Fenice, che ad ogni ciclo nasce
e muore e rinasce ancora.
Ti conosco, regina di sventura
e più volte t’ho maledetta.
Che le persone che non vedono le tue ali
le pensan’ di fuoco fatte… ma pochi sanno
che sono le lacrime a ridarti la vita, a ridar loro vigore,
Fenice morente,
e di pianti esse son fatte
di tutti quelli che riverso, sentendo su me
ogni tipo di solitudine.

Letta n.1176 volte.
Voto: | su 1 votanti |
Commenti
Mauro la tua poesia molto complessa però mi piace, vorrei tu avessi più consensi, vedi questa pagina oggi scrivo è una famiglia se vuoi virtuale e siamo tutti per uno uno per tutti prova a farti notare dagli altri autori ne troverai beneficio 5* buona serata


--------------------------------------
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.