alcuni pittori lo hanno rappresentato:
il sublime è il sentimento principe del romanticismo
che racchiude al suo interno una percentuale di sadismo;
è il piacere per qualcosa che inquieta e terrorizza
una sorta di perversione che ipnotizza.
Se tra tutti dovessi indicare,
l’elemento più affascinante nel suo orrore
senza dubbio penserei a una tempesta e al mare
alla sua forma, al suo impeto, al suo colore.
Penserei alla sua forza distruttiva,
al vento che gonfia l’onda anomala e aggressiva,
che la sbatte contro spiagge e scogliere
incurante di ostacoli e barriere,
che la possiede, la soggioga e la comanda ansimante
come nel mito di Euripide la Baccante.
Penserei alla pioggia che batte su finestre e vetrate,
al vento che ulula, sibila e irrompe tiranno,
alla calda sicurezza e protezione agognate e trovate
nelle mura amiche lontano da ogni affanno.
Spettacolo suggestivo e sovrannaturale,
nelle sue rappresentazioni mai banale
di una bellezza quasi remota e ineffabile
è per l’occhio umano indispensabile.
Oh mare, cristallina e liquida bellezza,
il tuo potere seduttivo è pari solo alla tua ampiezza.
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