mille ali in tumulto
che piegano il mio collo verso un'alta
cima di azzurro, oltre quegli
stracci di cirri a veli,
suonano e vanno, vanno chissà dove
o tornano
la traiettoria è ad un verso soltanto
e qui sfocia l'idea:
coincide il migrare col rincasare
in un solo eterno ritorno
al cui centro: io
impassibile, inamovibile
arroccato nella speranza,
ma dentro
uno slancio infinito e selvaggio
porto
che rimanda per le tinte
al bosco, alle chiome, al mandorlo
ma il piede è pietra
e le ciglia ormai confuse con le radici
la terra si è fatta fango
e la mano è scivolata
io in basso, a masticar l'erba
Solo la testa rimane puntata dritta
a quello sterno azzurro e stellato:
e ancora continuano a risuonar le ali
passano nelle ore calde, nel mezzodi',
quando il sole si arrottola nel calore
del più limpido giorno
e io me ne sto sfatto col cuore sfitto
a contar fili d'erba colar d'ombre
sul terreno immenso sopra cui mi sdraio
silente e solo,
a parole mute annuncio
il volo che vorrei compiere
e intanto piego il capo a cogliere
un ultimo raggio obliquo
che mi serra gli occhi.
che piegano il mio collo verso un'alta
cima di azzurro, oltre quegli
stracci di cirri a veli,
suonano e vanno, vanno chissà dove
o tornano
la traiettoria è ad un verso soltanto
e qui sfocia l'idea:
coincide il migrare col rincasare
in un solo eterno ritorno
al cui centro: io
impassibile, inamovibile
arroccato nella speranza,
ma dentro
uno slancio infinito e selvaggio
porto
che rimanda per le tinte
al bosco, alle chiome, al mandorlo
ma il piede è pietra
e le ciglia ormai confuse con le radici
la terra si è fatta fango
e la mano è scivolata
io in basso, a masticar l'erba
Solo la testa rimane puntata dritta
a quello sterno azzurro e stellato:
e ancora continuano a risuonar le ali
passano nelle ore calde, nel mezzodi',
quando il sole si arrottola nel calore
del più limpido giorno
e io me ne sto sfatto col cuore sfitto
a contar fili d'erba colar d'ombre
sul terreno immenso sopra cui mi sdraio
silente e solo,
a parole mute annuncio
il volo che vorrei compiere
e intanto piego il capo a cogliere
un ultimo raggio obliquo
che mi serra gli occhi.
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Da Matih Bobek
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