Nota: la metasemantica, nell'accezione proposta da Fosco Maraini, va oltre il significato delle parole e consiste nell'utilizzo di parole prive di significato, ma dal suono familiare alla lingua a cui appartiene il testo stesso e di cui deve seguire le regole sintattiche e grammaticali.
Che cosa ci sarà di più lepposo
d’un glitto verdenero e mallavetto?
Non certo l’abbalasse dermasetto
e neppure un vil frangero barloso.
Forse un’arsolle con il viso gnoso
che senza strigidare il filo netto
rifrosca e spinge il suo bruscamaretto
verso un trippo di vita bastamoso.
Di certo eran più trogli i barbaleffi
con magarre e bestarde disegnate;
ma senza alcamerazzi non si parte
e allora, disbussando le gramarte,
frallavano i progetti e le smerate
cullando divoretti e poltromeffi.
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Da Andrea Guidi
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