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Ossario germanico

Dopo essere salita in macchina con il mio fidanzato, siamo arrivati adrenalinici, ma senza scosse, in un Ossario germanico, che avrebbe dovuto raccogliere i resti dei militari tedeschi caduti nella battaglia del 1° novembre 1917.
L'idea risale al 1937 per volere dello stesso Reich di Adolf Hitler che, grazie ai buoni rapporti con l'Italia fascista di Mussolini, aveva potuto acquistare questi terreni.
I lavori secondo  le vicende della Seconda Guerra Mondiale, vennero interrotti.
In quell'anno infatti ciò che era stato costruito venne riconvertito in presidio militare per la difesa del ponte di Pinzano.
l' Ossario venne pesantemente bombardato e al termine del conflitto, venne definitivamente abbandonato senza aver mai ospitato nessuna salma.
È tutto recintato, io curiosa provo ad entrare nelle sbarre con il naso.
Al massimo trovo Casper e i suoi amici, ma dietro di me arriva un gregge di capre.
Il mio fidanzato mi racconta la storia,  facendo finta di chiamarsi Roberto Giacobbo,  ma sembra un telegiornale impazzito.
Mi dice di stare attenta a dove metto i piedi,  qua è zona minata dalla cacca delle capre, proiettili potenti evacuati ore e ore fa.
Casper mi guarda negli occhi,  io vedo la figura di Hitler e Mussolini che parlano bevendo vino, mentre l' azienda agricola produce latte e formaggio.
Un pezzo di formaggio al topolino Mary grazie!
Vorrei avere un binocolo, ho le gambe pesanti come Hulk, ma barcollo e non mollo.
Corro tra le capre, le sfido a lasciarmi libera la via, senza sporcarmi di cacca!
Sotto i nostri piedi,  ci sono stanze segrete e da un tunnel si vedono delle scale.
Vorrei quasi saltare, non è molto alto, se divento una rana meglio, ma il mio fidanzato si lamenta di dove metto i piedi.
Arrabbiata dico che la prossima volta porto una scala piccola, prendo il formaggio e mi trasformo in topo.
Se ci fossero meno persone, entrerei nelle porte blindate,  magari trovo il nonno di Heidi, se sono state fatte negli anni cinquanta, ci saranno ancora persone.
Metto l' orecchio vicino l' erba e trovo solo la fattoria delle mosche e delle formiche.
Ora però inseguo le capre, finché non trovo altre idee per entrare dentro il bunker.
Chi mi porta un caffè? oppure vanno bene anche delle ali magiche, grazie.



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Racconto scritto il 05/06/2023 - 19:16
Da Mary L
Letta n.367 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Grazie a tutti

Mary L 07/06/2023 - 20:53

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Racconto coinvolgente pieno di trovate ingegnose. Complimenti, ciao

Francesco Scolaro 06/06/2023 - 19:48

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Meriti di essere felice Tonino

FADDA TONINO 06/06/2023 - 12:02

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Molto simpatico, tu sempre molto brava!!

Anna Cenni 06/06/2023 - 09:12

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Piaciutissimo, sempre nel tuo particolare stile.
Complimenti, è grazie

Mirko D. Mastro 06/06/2023 - 05:53

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Infine, nel rivolgermi a Mary: occhio a dove metti i piedi e cerca di non pestare le mie cinque stelline, tra l'altro 'nsozzerebbero di merda di capra.
Alla prossima pubblicazione!!!

Giuseppe Scilipoti 06/06/2023 - 01:54

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Un caffè, umh... perché? Cosa avrebbe di speciale da portare la protagonista dentro il bunker? Che sia stata l"erba" a formulare l'atipica conclusione? Ad ogni modo, se i tedeschi avevano pesantemente bombardato l'ossario, Mary ha pesantemente bombardato questa composizione narrativa con il suo inconfondibile humour.
(segue)

Giuseppe Scilipoti 06/06/2023 - 01:53

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Mary con nonchalance passa ai formaggi, alle cacche di capra, al nonno di Heidi... quasi da dimenticare l'ambiente cimiteriale, il contesto diventa una sorta di gioco ove il susseguirsi sembra narrato da una bambina che peraltro da spazio alla fantasia.
(segue)

Giuseppe Scilipoti 06/06/2023 - 01:52

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In questa pubblicazione, non si può certo dire che la narrazione risulti ridotta... all'osso. Dispone di una sorta di introduzione dal sapore storico, la seria argomentazione poi di botto si inoltra sul versante comedy ma senza ironizzare altrimenti sarebbe stato irrispettoso dal momento che si parla pur sempre di un ossario.
(segue)

Giuseppe Scilipoti 06/06/2023 - 01:51

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