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Sussurri

C'è una natura di sangue e ossigeno tra queste rocce antiche come le generazioni dei padri.
Quei padri dalla pelle granitica, arsa viva dal sole, spellata dalla salsedine, dalla fatica, dal peso greve del lavoro in mare, in montagna, tra i campi afflitti dalle numerose carestie.
Il cuore denso delle montagne della Corsica scivola via nei crepacci di una sonnolenza dignitosa, il fluido delle maree a valle trasmigra nelle vene dei boschi e sotto la coltre di fango rappreso c'è un mare bianco e sottile come le sue spiagge.
A nord le alghe galleggiano sulla superficie angolare delle onde e il vento che accarezza le strade collinari accompagna le auto dei viaggiatori verso i profondi calanchi e i prorompenti declivi.
Le montagne a est hanno nomi propri e dimore indipendenti, usano il linguaggio degli dei e parlano di quanto sia azzurro il cielo ad agosto.
Passandoci in mezzo, stretti e silenziosi, si può udire il loro bisbigliare per proverbi e quando un ricordo riaffiora dalle memorie neolitiche, commosse piangono e la roccia si tinge di rosso.
Rossa roccia di sangue.
Rosa roccia di sale.
Bianca roccia di mare, dove le anime dei marinai riposano in pace nei loro sepolcri che guardano l'alba in eterno.
La vita qui non ha il volto superbo degli uomini, ma il sapore mite del miele di castagno.



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Racconto scritto il 09/08/2023 - 13:31
Da Marco Mitidieri
Letta n.414 volte.
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