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IL VIAGGIO

Le istruzioni sono:

Un viaggio del protagonista. La storia finisce quando arriva a destinazione o torna indietro.


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Il triste viaggio

Non era certo quello che volevo. Ucciderla così a freddo. Senza risparmiarle l'ultimo respiro. Mi sentivo distrutto dai sensi di colpa. Straziato dall'anima di lei che mi aveva tradito. Lasciai quel luogo ormai eterno alla mia memoria e uscii di casa per andare in strada. Presi l'auto parcheggiata nell'angolo più buio del viale e mi diressi dove mai pensavo potesse andare la fine del mio tempo. Viaggiai per ore tra quelle buie ombre che cavalcavano le strade. Mi fermai a fare benzina da Giovanni e lui si accorse subito che ero cinereo e agitato. Gli diedi poca confidenza e saltai, finito il pieno, in auto sgommando. Continuai la mia strada verso il mare. Arrivai alla baia. Mi diressi dove nessuno poteva vedermi. Il buio agevolava quello che avevo in mente di fare. La rivoltella era ancora calda nella mia tasca. La presi e la puntai alla tempia. Chiusi gli occhi. Il mio viaggio per la vita era finito.Le mie speranze anche. Tutto era finito. Da lontano una voce mi gridò di stare fermo. Di mettere le mani dietro la schiena. Di pensare al mio compagno di viaggio per la vita che sarebbe rimasto solo. Mi voltai verso quella voce. Una voce piccola, leggera. Lo vidi correre verso di me, il mio compagno, e lo sentì urlare: "papà!". Mi si gettò fra le braccia ed io mi inchinai a lui per un perdono che lassù non mi avrebbero mai dato. Mio figlio mi abbraccio più forte. Insieme piangevamo. Alzai gli occhi verso quella voce leggera. Era una giovane donna che aveva seguito il mio viaggio di morte e mi sussurrò queste testuali parole. "Svegliati, Robert. Svegliati. Ti do un altro tempo". aprì di colpo gli occhi e mi ritrovai sul letto morbido con accanto Katy. Mi buttai dal letto ed aprì veloce l'ultimo cassetto dell'armadio. Vidi la rivoltella. Vidi katy rigirarsi nel letto. Vidi mio figlio in pigiama alla porta dirmi "papà, ho paura del buio" e accanto a lui vidi la giovane donna con le ali d'angelo dallo splendido colore bianco titanio che come sabbia al vento scomparve. Ed io dissi a mio figlio "Anche papà ha paura. Ha paura di questa" scaricai la pistola e la gettai nell'angolo più lontano di questa terra, nell'inferno. Ed io tornai nel perdono e perdonai Katy. Scoprì che sapevo perdonare e perdonai. Grazie, angelo mio.



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Scrittura creativa scritta il 12/04/2011 - 14:28
Da Flory Funny
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