INCIPIT
Le istruzioni sono:
Da questo incipit scrivi un racconto breve:
Una sera, nella hall mi è venuto incontro un uomo. Si è presentato e mi ha detto: ”La conosco da sempre”.
Una sera, nella hall mi è venuto incontro un uomo. Si è presentato e mi ha detto: ”La conosco da sempre”.
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remember me
una sera, nella hall mi è venuto incontro un uomo,
si è presentato e mi ha detto: " la conosco da sempre.
rimasi stupito in quel momento stavo pensando proprio a lei ma non ero sicuro fosse la stessa lei.
l'uomo si presentò si chiamava Guido, sembrava un tipo apposto vestito in camicia, jeans di marca e uno sguardo apparentemente preoccupato, un impiegato fuori dall'ufficio modello.
alzò i toni : " tu non devi andare da lei non devi frequentarla e sopratutto non devi fidarti di lei non salire in quella stanza!! "
Sembrava disperato nell'esclamare queste parole ma io cominciavo appena a divertirmi pensai a quanto geloso fosse questo ex della mia dea, quella meravigliosa creatura che mi aspettava in stanza vogliosa di me e di nessun altro.
lasciai che sfoghi le ultime lamentele e con aria sospettosa gli lanciavo occhiate, mi sentivo superiore dal primo momento in cui entrò nella hall figuriamoci quando seppi a cosa bramava.
" non ne voglio sapere l'ho conosciuta in città una sera meravigliosa ho aspettato molto prima di uscire con lei e per arrivare al matrimonio di domani anni".
Non credo che un uomo con qualche scenata e gelosia di troppo mi faccia cambiare idea o mi conduca ad un pacato confronto verbale durante la mia notte, sparisca dalla mia vista"
l'uomo non voleva cedere sembrava veramente convinto in quello che diceva le vene al collo pulsavano e attimo dopo attimo diventava paonazzo,ripeteva in continuazione che si trattava di oggi che non dovevo andare in quella stanza che lei era pericolosa e che sarebbe successo qualcosa di terribile ed io che odio gli intoppi se pur brevi nelle mie giornate dovetti agire in modo più spinto.
"chiamo la polizia se ne vada , ho i soldi per comprare ogni avvocato e condurla in rovina per molto meno la finisca."
la gente nella hall cominciava ad interessarsi al dibattito l'uomo intimorito un po dalla situazione e dalla mia minaccia verbale si guardò intorno e disse " vado, vado ma la prego mi ascolti quella donna le rovinerà la vita" scese una lacrima dal suo occhio destro poi si girò e lentamente uscì. Ero freddo solitamente per queste questioni così veloci e spesso non mi toccavano ma quell'uomo mi mise angoscia e vidi verità nel suo sguardo.
Nella vita mi sentivo un vincente ero arrogante dentro di me e pieno dei miei pregi ma ero abbastanza furbo da non esternare troppo questa mia sicurezza.
fin da ragazzino ero sempre al massimo, sapevo quello che volevo e come ottenerlo, erano ammessi pochi sbagli.
avevo una mente pronta e lucida, sul lavoro ero uno dei migliori. quella sera ero in ansia, le dissi di aspettarmi nella suite all'attico mentre avrei ricevuto mio fratello per un saluto in privato.
Guido non fece altro che mettermi ancora più ansia del previsto come potevo ascoltarlo e dedicare più tempo ad un uomo così in quella situazione.
Mio fratello arrivò puntuale mi disse che voleva parlare con me in privato. il suo tono basso e pieno di charme era strano più del solito.
Aveva sempre uno sguardo basso sembrava fosse innamorato del pavimento e balbettava e quella sera non era in grado di guardarmi in faccia, mi guardava il mento era il massimo che sapeva fare.
mi parlò di qualche ricordo d'infanzia ma sapeva che per sciogliermi e abbracciarlo ci voleva qualcosa di più poi mi diede la sua benedizione definitiva in modo molto spento e timidamente mi guardò bene negli occhi. lo ringraziai e lo abbracciai forte, il mio fratellino, qualche anno meno di me ma tante esperienze da raccontare celate da quei occhioni azzurri e quel viso da attore.
si avviò all'uscita e mi diede l'anello come se fosse l'ultima cazzata da fare dopo aver fatto l'importante non commentai quel gesto ma mi rimase impresso quel sorrisetto e quel gesto fulmineo che mi mise l'anello in oro nel palmo della mia mano prima di uscire e andar via.
ci giocai a lungo tra le dita poi mi diressi dal cameriere con cui parlai prima e dissi lui di cominciare "l'operazione matrimonio" era solito fin da quando ero bambino dare un nome ad un progetto, ad un impresa o ad un desiderio, mi divertiva schematizzare e organizzare ogni dettaglio fino alla riuscita ed era anche uno dei miei segreti più importanti per il successo.
non mollavo mai fino a che non raggiunevo l'obbiettivo costasse un occhio della testa.
cominciai le scale, destinazione piacere? o operazione matrimonio? oppure viceversa su questo punto non mi ero ancora deciso.
arrivai in fretta all'ascensore si aprirono le porte e vidi una donna molto coperta soprattutto in viso con un cappello che copriva gli occhi e la sciarpa che copriva la bocca, un cappotto della montgomery bianco e lungo fino alle ginocchia e dei tacchi rossi che più rossi non si pateva.la fissai ma non fui contraccambiato.
ma avevo ben altro da pensare l'amore della mia vita mi aspettava e l'ascensore partì. prima di arrivare al decimo piano, mi balenavano in testa Le parole di guido quel "la conosco da una vita" "è pericolosa" ti rovinerà la vita ma svanì in una nube con la raggiunta del decimo piano.
i miei passi riecheggiavano nel corridoio e rendevano l'atmosfera ancora più intrigante e ricca di suspence.
la porta era aperta stranamente e dentro non c'era nessuno.
"dai amore ti sembrano scherzi da fare ?" nemmeno io arriverei a tanto!! su puoi essere solo nell'armadio o sotto al letto!!.
alla radio davano show must go on dei queen ma il loro talento non m'aiutava a trovarla perchè non era ne sotto il letto ne nell'armadio. Guardai nel cassetto e vidi un biglietto, sono andata via, non mi cercare.
Un lampo di immagini scorse, la donna misteriosa che uscì dall'ascensore era lei? mi sembrava famigliare infatti!! e quel Guido che mi disse tutte quelle frasi a ripetizione, mi sentii male.
Le gambe non reggevano non sapevo che fare mi sentivo svenire mancavano le forze e m'accasciai sul letto cosciente.
la chiamai fase terrore ed era la prima volta che dovetti affrontarla. Avevo dolore ovunque ma pensai alla mia fottuta gloria in fumo al distruggersi di non solo un progetto ma di quello più importante. Mi alzai di scatto e corsi verso fuori nel corridoio. i camerieri stavano arrivando con la cena, lo champagne ed il mio anello, ma io furente diedi loro una spallata gettandogli a terra per riprendermi quello che è mio senza sapere ne come ne quando.
raggiunsi l'uscita in pochi attimi senza nemmeno il fiatone dopo dieci piani di scale.
all'uscita chesi subito al portiere dove fosse la donna e dove fosse quel'uomo con cui litigai prima e mi disse di aver visto la donna salire in macchina con uomo magro e alto e moro dagli occhi chiari.
altri dubbi mi sormontarono. " da che parte sono andati? quando sono partiti? che macchina era? mi rispose una fiat punto nuova e allora collegai era mio fratello, ma dove la portava? forse era uno scherzo ma che fare?.
Corsi nei parcheggi presi l'auto e sfrecciai verso casa sua mezz'ora di strada mezz'ora di dubbi mezz'ora di paura e perdizione.
nel tragitto rischiai di investire più pedoni e di fare tre incidenti mancando precedenze e quant'altro ma volevo solo vederci chiaro non poteva accadere a me e se fosse stato uno scherzo non mi sarei tranquilizzato abbastanza da non menarli tutti e due.
arrivai a casa di mio fratello, avevo le chiavi. aprì la porta e non c'era niente era tutto vuoto allora mi spensi e crollai a terra, scoppiai in un pianto isterico sulla soglia come non facevo da anni e mi sentivo smarrito senza obbiettivi senza desideri senza un controllo su niente ero metaforicamente finito.
Chiamai mio padre ma non rispose, chiamai mia madre e non rispose chiamai mio fratello e lei p ma nessuno rispose presi l'auto ed andai a casa mia.
a casa mia non c'era più nulla di lei ma c'era ancora una foto di vechia data forse del primo incontro.
Era tutto chiaro mio fratello e lei stavano insieme da mesi ormai, dietro le mie spalle crescevano e il loro amore ancora di più.
cosa potevo fare pensai? cercarli? ma dove? decisi di andare da mio padre a casa sua dove non andavo da anni da quando ebbi quel litigio. non ci parlavamo più, nemmeno con mia madre avevo mantenuto un buon rapporto.
Partì di nuovo mi aspettava un altro viaggio di circa due ore ma il tempo sta volta era dalla mia parte e con molto anticipo rispetto al previsto arrivai a destinazione.
si respirava una aria pesante nella campagna dei miei ma non per condizioni climatiche. era tutto in silenzio un silenzio penetrante di quelli che ti fanno rifletttere molto e io ne avevo già tante di riflessioni da fare.
bussai alla porta e aprì mio padre, calvo e grasso molto più dell'ultima volta che lo vidi: che vuoi? - sai qualcosa di Nadia? la mia futura moglie è scappata con Hermes! la notte del mio matrimonio dimmi che sai qualcosa ti prego!!
mi guardò e vidi in lui tanta paura poi aprì la bocca e l'inferno mi bruciò vivo.
"se ne sono andati. tu sei violento, figlio, l'hai picchiata più volte, bevi, e rimuovi non hai memoria è come se ripartissi ogni giorno dal vuoto e dal buio pieno di paure . non ti si mai reso conto di chi sei? di quanti problemi devi risolvere?. Il lavoro che hai è fornito da me lavori nella mia ditta!! come mai?, ti sei chiesto perchè non ti invito alle riunioni e non ti sei mai posto il problema? come mai lavori da solo nel tuo ufficio? e come mai non vieni più a casa nostra da anni? perchè hai picchiato tua madre violentemente e il giorno dopo facevi colazione da solo a casa mentre noi eravamo in ospedale e m'hai chiamato chiedendomi dove fossimo!! e da anni che non penso più a te t'ho lasciato andare con i tuoi soldi e la tua libertà perchè l'idea di dover spendere patrimoni per le tue cure mi disgustano!! sei la nostra rovina e non permetteremo ne io ne tua madre che tu faccia del male a nadia.
e ora sparisci prima che chiami la polizia!! non pensavo in quel momento vedevo alcune scene di sesso poi alcune serate
un bicchiere di gin ma non ricordavo molto, ricordavo gemiti e solo un ceffone ma pensai che fosse superata come cosa poi ritornò il vuoto e poi gli schemi ora era in atto operazione paura. Saltai addosso a mio padre che finì a terra cercai di impedirli di fermarmi era forte ma non più di me, non potevo fallire un altro schema era impossibile sentì mia madre urlare e sapevo che dovevo fermarla ma mio padre mi trattenne a terra, senti nominare la parola polizia, poi vidi mio padre blu poi il blu passò ai lampeggianti non appena riuscì a liberarmi dalla morsa di mio padre una donna mi colpi e vidi nero bang ricordo.
Mi svegliai ero da qualche parte non so dove in un posto bianco pieno di piastrelle ero vivo e ricordavo qualche flebo attaccata al mio braccio un uomo barbuto che vidi più volte che mi parlava di patologie di memoria poi dellaclinica di psichiatria di alcologia numerose donne e uomini che mi guardavano e mi chiedevano cose tutti in camice poi in borghese.
ora mi ritrovo quì seduto a mangiare minestra e a pensare al mio schema operazione mangio.
ma mi riesce difficile pensare con questo tizio al mio fianco che mi urla in faccia mentre altri individui borbottano frasi incomprensibili e sbavano.
Il tizio insiste e allora ascolto o almeno ci provo
"te l'avevo detto io , te l'avevo detto io mi chiamo Guido e ci siamo visti lo sai chi sono?" NOn dovevi andare in stanza!! dovevi fidarti!! è luiiiiii!! e proprio lui!! la conosco io quella!!!
urlava come non mai e riconobbi quella vena del collo così gonfia e quel colore paonazzo mi ricordavo di lui l'uomo strano l'uomo inferiore colui che ora si sbeffeggia di me ed io mi ritrovo senza schemi per ripartire l'unico che mi riesce è operazione basta. mi alzai per andare in stanza.
conoscevo bene il colore marrone e orrendo della trapunta il resto era inesistente.
mi affacciai alla finestra e vidi una donna, come era bella accompagnata da un ragazzo dagli occhi chiari poi una signora e capii che era qualcuno di famigliare pensai all' operazione fuggi, corsi fuori ma un uomo mi insegui per i corridoi cercai di spiegarli di lasciarmi nascondere ma mi rincorreva e basta non capiva le mie intenzioni.
tra mille fughe e visite di queste persone a me famigliari e miriadi di pillole in bicchiere posso dire finalmente di non avere schemi ne preoccupazioni non posso fallire in nessun modo ho già fallito il fallimento più grande sarebbe di lasciarsi andare.
si è presentato e mi ha detto: " la conosco da sempre.
rimasi stupito in quel momento stavo pensando proprio a lei ma non ero sicuro fosse la stessa lei.
l'uomo si presentò si chiamava Guido, sembrava un tipo apposto vestito in camicia, jeans di marca e uno sguardo apparentemente preoccupato, un impiegato fuori dall'ufficio modello.
alzò i toni : " tu non devi andare da lei non devi frequentarla e sopratutto non devi fidarti di lei non salire in quella stanza!! "
Sembrava disperato nell'esclamare queste parole ma io cominciavo appena a divertirmi pensai a quanto geloso fosse questo ex della mia dea, quella meravigliosa creatura che mi aspettava in stanza vogliosa di me e di nessun altro.
lasciai che sfoghi le ultime lamentele e con aria sospettosa gli lanciavo occhiate, mi sentivo superiore dal primo momento in cui entrò nella hall figuriamoci quando seppi a cosa bramava.
" non ne voglio sapere l'ho conosciuta in città una sera meravigliosa ho aspettato molto prima di uscire con lei e per arrivare al matrimonio di domani anni".
Non credo che un uomo con qualche scenata e gelosia di troppo mi faccia cambiare idea o mi conduca ad un pacato confronto verbale durante la mia notte, sparisca dalla mia vista"
l'uomo non voleva cedere sembrava veramente convinto in quello che diceva le vene al collo pulsavano e attimo dopo attimo diventava paonazzo,ripeteva in continuazione che si trattava di oggi che non dovevo andare in quella stanza che lei era pericolosa e che sarebbe successo qualcosa di terribile ed io che odio gli intoppi se pur brevi nelle mie giornate dovetti agire in modo più spinto.
"chiamo la polizia se ne vada , ho i soldi per comprare ogni avvocato e condurla in rovina per molto meno la finisca."
la gente nella hall cominciava ad interessarsi al dibattito l'uomo intimorito un po dalla situazione e dalla mia minaccia verbale si guardò intorno e disse " vado, vado ma la prego mi ascolti quella donna le rovinerà la vita" scese una lacrima dal suo occhio destro poi si girò e lentamente uscì. Ero freddo solitamente per queste questioni così veloci e spesso non mi toccavano ma quell'uomo mi mise angoscia e vidi verità nel suo sguardo.
Nella vita mi sentivo un vincente ero arrogante dentro di me e pieno dei miei pregi ma ero abbastanza furbo da non esternare troppo questa mia sicurezza.
fin da ragazzino ero sempre al massimo, sapevo quello che volevo e come ottenerlo, erano ammessi pochi sbagli.
avevo una mente pronta e lucida, sul lavoro ero uno dei migliori. quella sera ero in ansia, le dissi di aspettarmi nella suite all'attico mentre avrei ricevuto mio fratello per un saluto in privato.
Guido non fece altro che mettermi ancora più ansia del previsto come potevo ascoltarlo e dedicare più tempo ad un uomo così in quella situazione.
Mio fratello arrivò puntuale mi disse che voleva parlare con me in privato. il suo tono basso e pieno di charme era strano più del solito.
Aveva sempre uno sguardo basso sembrava fosse innamorato del pavimento e balbettava e quella sera non era in grado di guardarmi in faccia, mi guardava il mento era il massimo che sapeva fare.
mi parlò di qualche ricordo d'infanzia ma sapeva che per sciogliermi e abbracciarlo ci voleva qualcosa di più poi mi diede la sua benedizione definitiva in modo molto spento e timidamente mi guardò bene negli occhi. lo ringraziai e lo abbracciai forte, il mio fratellino, qualche anno meno di me ma tante esperienze da raccontare celate da quei occhioni azzurri e quel viso da attore.
si avviò all'uscita e mi diede l'anello come se fosse l'ultima cazzata da fare dopo aver fatto l'importante non commentai quel gesto ma mi rimase impresso quel sorrisetto e quel gesto fulmineo che mi mise l'anello in oro nel palmo della mia mano prima di uscire e andar via.
ci giocai a lungo tra le dita poi mi diressi dal cameriere con cui parlai prima e dissi lui di cominciare "l'operazione matrimonio" era solito fin da quando ero bambino dare un nome ad un progetto, ad un impresa o ad un desiderio, mi divertiva schematizzare e organizzare ogni dettaglio fino alla riuscita ed era anche uno dei miei segreti più importanti per il successo.
non mollavo mai fino a che non raggiunevo l'obbiettivo costasse un occhio della testa.
cominciai le scale, destinazione piacere? o operazione matrimonio? oppure viceversa su questo punto non mi ero ancora deciso.
arrivai in fretta all'ascensore si aprirono le porte e vidi una donna molto coperta soprattutto in viso con un cappello che copriva gli occhi e la sciarpa che copriva la bocca, un cappotto della montgomery bianco e lungo fino alle ginocchia e dei tacchi rossi che più rossi non si pateva.la fissai ma non fui contraccambiato.
ma avevo ben altro da pensare l'amore della mia vita mi aspettava e l'ascensore partì. prima di arrivare al decimo piano, mi balenavano in testa Le parole di guido quel "la conosco da una vita" "è pericolosa" ti rovinerà la vita ma svanì in una nube con la raggiunta del decimo piano.
i miei passi riecheggiavano nel corridoio e rendevano l'atmosfera ancora più intrigante e ricca di suspence.
la porta era aperta stranamente e dentro non c'era nessuno.
"dai amore ti sembrano scherzi da fare ?" nemmeno io arriverei a tanto!! su puoi essere solo nell'armadio o sotto al letto!!.
alla radio davano show must go on dei queen ma il loro talento non m'aiutava a trovarla perchè non era ne sotto il letto ne nell'armadio. Guardai nel cassetto e vidi un biglietto, sono andata via, non mi cercare.
Un lampo di immagini scorse, la donna misteriosa che uscì dall'ascensore era lei? mi sembrava famigliare infatti!! e quel Guido che mi disse tutte quelle frasi a ripetizione, mi sentii male.
Le gambe non reggevano non sapevo che fare mi sentivo svenire mancavano le forze e m'accasciai sul letto cosciente.
la chiamai fase terrore ed era la prima volta che dovetti affrontarla. Avevo dolore ovunque ma pensai alla mia fottuta gloria in fumo al distruggersi di non solo un progetto ma di quello più importante. Mi alzai di scatto e corsi verso fuori nel corridoio. i camerieri stavano arrivando con la cena, lo champagne ed il mio anello, ma io furente diedi loro una spallata gettandogli a terra per riprendermi quello che è mio senza sapere ne come ne quando.
raggiunsi l'uscita in pochi attimi senza nemmeno il fiatone dopo dieci piani di scale.
all'uscita chesi subito al portiere dove fosse la donna e dove fosse quel'uomo con cui litigai prima e mi disse di aver visto la donna salire in macchina con uomo magro e alto e moro dagli occhi chiari.
altri dubbi mi sormontarono. " da che parte sono andati? quando sono partiti? che macchina era? mi rispose una fiat punto nuova e allora collegai era mio fratello, ma dove la portava? forse era uno scherzo ma che fare?.
Corsi nei parcheggi presi l'auto e sfrecciai verso casa sua mezz'ora di strada mezz'ora di dubbi mezz'ora di paura e perdizione.
nel tragitto rischiai di investire più pedoni e di fare tre incidenti mancando precedenze e quant'altro ma volevo solo vederci chiaro non poteva accadere a me e se fosse stato uno scherzo non mi sarei tranquilizzato abbastanza da non menarli tutti e due.
arrivai a casa di mio fratello, avevo le chiavi. aprì la porta e non c'era niente era tutto vuoto allora mi spensi e crollai a terra, scoppiai in un pianto isterico sulla soglia come non facevo da anni e mi sentivo smarrito senza obbiettivi senza desideri senza un controllo su niente ero metaforicamente finito.
Chiamai mio padre ma non rispose, chiamai mia madre e non rispose chiamai mio fratello e lei p ma nessuno rispose presi l'auto ed andai a casa mia.
a casa mia non c'era più nulla di lei ma c'era ancora una foto di vechia data forse del primo incontro.
Era tutto chiaro mio fratello e lei stavano insieme da mesi ormai, dietro le mie spalle crescevano e il loro amore ancora di più.
cosa potevo fare pensai? cercarli? ma dove? decisi di andare da mio padre a casa sua dove non andavo da anni da quando ebbi quel litigio. non ci parlavamo più, nemmeno con mia madre avevo mantenuto un buon rapporto.
Partì di nuovo mi aspettava un altro viaggio di circa due ore ma il tempo sta volta era dalla mia parte e con molto anticipo rispetto al previsto arrivai a destinazione.
si respirava una aria pesante nella campagna dei miei ma non per condizioni climatiche. era tutto in silenzio un silenzio penetrante di quelli che ti fanno rifletttere molto e io ne avevo già tante di riflessioni da fare.
bussai alla porta e aprì mio padre, calvo e grasso molto più dell'ultima volta che lo vidi: che vuoi? - sai qualcosa di Nadia? la mia futura moglie è scappata con Hermes! la notte del mio matrimonio dimmi che sai qualcosa ti prego!!
mi guardò e vidi in lui tanta paura poi aprì la bocca e l'inferno mi bruciò vivo.
"se ne sono andati. tu sei violento, figlio, l'hai picchiata più volte, bevi, e rimuovi non hai memoria è come se ripartissi ogni giorno dal vuoto e dal buio pieno di paure . non ti si mai reso conto di chi sei? di quanti problemi devi risolvere?. Il lavoro che hai è fornito da me lavori nella mia ditta!! come mai?, ti sei chiesto perchè non ti invito alle riunioni e non ti sei mai posto il problema? come mai lavori da solo nel tuo ufficio? e come mai non vieni più a casa nostra da anni? perchè hai picchiato tua madre violentemente e il giorno dopo facevi colazione da solo a casa mentre noi eravamo in ospedale e m'hai chiamato chiedendomi dove fossimo!! e da anni che non penso più a te t'ho lasciato andare con i tuoi soldi e la tua libertà perchè l'idea di dover spendere patrimoni per le tue cure mi disgustano!! sei la nostra rovina e non permetteremo ne io ne tua madre che tu faccia del male a nadia.
e ora sparisci prima che chiami la polizia!! non pensavo in quel momento vedevo alcune scene di sesso poi alcune serate
un bicchiere di gin ma non ricordavo molto, ricordavo gemiti e solo un ceffone ma pensai che fosse superata come cosa poi ritornò il vuoto e poi gli schemi ora era in atto operazione paura. Saltai addosso a mio padre che finì a terra cercai di impedirli di fermarmi era forte ma non più di me, non potevo fallire un altro schema era impossibile sentì mia madre urlare e sapevo che dovevo fermarla ma mio padre mi trattenne a terra, senti nominare la parola polizia, poi vidi mio padre blu poi il blu passò ai lampeggianti non appena riuscì a liberarmi dalla morsa di mio padre una donna mi colpi e vidi nero bang ricordo.
Mi svegliai ero da qualche parte non so dove in un posto bianco pieno di piastrelle ero vivo e ricordavo qualche flebo attaccata al mio braccio un uomo barbuto che vidi più volte che mi parlava di patologie di memoria poi dellaclinica di psichiatria di alcologia numerose donne e uomini che mi guardavano e mi chiedevano cose tutti in camice poi in borghese.
ora mi ritrovo quì seduto a mangiare minestra e a pensare al mio schema operazione mangio.
ma mi riesce difficile pensare con questo tizio al mio fianco che mi urla in faccia mentre altri individui borbottano frasi incomprensibili e sbavano.
Il tizio insiste e allora ascolto o almeno ci provo
"te l'avevo detto io , te l'avevo detto io mi chiamo Guido e ci siamo visti lo sai chi sono?" NOn dovevi andare in stanza!! dovevi fidarti!! è luiiiiii!! e proprio lui!! la conosco io quella!!!
urlava come non mai e riconobbi quella vena del collo così gonfia e quel colore paonazzo mi ricordavo di lui l'uomo strano l'uomo inferiore colui che ora si sbeffeggia di me ed io mi ritrovo senza schemi per ripartire l'unico che mi riesce è operazione basta. mi alzai per andare in stanza.
conoscevo bene il colore marrone e orrendo della trapunta il resto era inesistente.
mi affacciai alla finestra e vidi una donna, come era bella accompagnata da un ragazzo dagli occhi chiari poi una signora e capii che era qualcuno di famigliare pensai all' operazione fuggi, corsi fuori ma un uomo mi insegui per i corridoi cercai di spiegarli di lasciarmi nascondere ma mi rincorreva e basta non capiva le mie intenzioni.
tra mille fughe e visite di queste persone a me famigliari e miriadi di pillole in bicchiere posso dire finalmente di non avere schemi ne preoccupazioni non posso fallire in nessun modo ho già fallito il fallimento più grande sarebbe di lasciarsi andare.
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