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Io Barbara e Natale

Sono in un turbine
non so quanto durerà
è tutto nuovo
lavoro, persone,
persone che accedono all'albergo ed io sono il portiere
io sono il custode della sera che vigila sulle camere, sul giardino interno, sulla cucina sui bagni
e non l'ho mai fatto, ma del resto non c'è chance
siete soli tu e tuo marito, e tu aspetti un bambino
non puoi muoverti sebbene più giovane di me
mi affidate un lavoro enorme e non sapete come fare
il vostro domestico straniero asiatico, fa cento valigie e davanti a me espatria
tu dici che ha il contratto
ma quando tornerà non si sa se resterà
sono lì ad ascoltarti ad occhi sbarrati
non capisco se sei una sorella focosa
o se sono in un sogno
le tue labbra carnose che si muovono
con i tuoi occhi verdi che mi guardano da seduta
"i documenti sono questi, la prassi è quest'altra, sei bravo anche nelle pulizie, sono incinta il bambino si chiamerà Antonio come il nonno, adoro la Sicilia, sembra un mondo perfetto, sono stanca devo riposare Luca, mi raccomando alle ricevute, niente errori di ortografia, il commercialista non me le accetta, vado qualunque cosa mi telefoni"
Sono in un nuovo mondo, ho accesso a tutto e do l'accesso per ogni dove
Lei è un amante spassionata, sembra che mi adora intimamente infinitamente, come se ci conoscessimo da dieci secoli continui,
ma mi odia
sono sul suo lavoro
calpesto delicatamente la sua grave difficoltà a Natale, ma mi consulta come se fossi suo figlio lasciato a casa da solo
Sono avvolto da tenere auree bronzee mentre che eseguo gli accessi a prenotazione nell'albergo, piccolo, a sei camere ma di classe netta
sono costretto minuziosamente ad imparare le pulizie
a registrare le biancherie a regolare le colazioni
a registrare i conti elettronici e faccio tutto da solo quasi in assenza di errore
Io sono la loro isola nel mare in tempesta
Io sono il loro fardello da liberarsene
Parliamo e parliamo sono il suo indispensabile e sono il suo indivisibile
è gelosa non ammette miserie sul suo lavoro
sulle sue cose, è una sovrana di trentatre anni
mi domina ma non mi domina e questo ci fa guardare nel volto come incantati
per i mesi insieme siamo rimasti a guardarci come la prima volta parlando ma non sentendo e guardando
Tuo marito è come un grande amico di vecchia data
sono stato felicissimo di essere stato in un frangente della vita dove a insaputa
c'era un grande bisogno di aiuto e di sostegno
Rimaniamo così per tutto il tempo
fino a quando torna il domestico che tesse la speranza di continuare a lavorare con me non ci pensa minimamente di lasciare il posto
Lei andrà in gravidanza io starò alla Hall e lui la pulizia dopo gli accessi
ma lei come se volesse pugnalarsi
come chi decide di gettarsi dalla scogliera dei desideri
il giorno prima che arrivasse il Selim della situazione dall'India
pone un miele di scuse di cui se ne serviva prima per mantenere la sua scottante distanza di lavoro a cui non poteva accedere
e in un mare di melanconico stupore dichiara che non ero adatto a quel lavoro, sebbene potesse anche pagarlo diceva
Sono nello stesso sogno quando faccio le due valigie che avevo non sapendo più cosa fosse dispiacere o l'incredulo di una scelta strana, perché privarsi di un aiuto almeno fino ad un periodo di maternità?
non lo sapeva nemmeno lei
e non sapevo se piangere o se andare a camminare per strada
L'avevo stampata in fronte come adesso solare effervescente
focosa panna e miele
sul letto dell'albergo un vuoto enorme abbracciava
una culla per gli ospiti, come la culla che dovevano comprare per il loro bambino
l'indomani Selin arriva e non sapeva che partivo
lei arriva, è livida di sentimento sapeva ma non sapeva
e non attendo sono le nove e mezzo nella Hall lei biondissima con il pancione che non vedrò più e Selin accanto non riesco a trattenere le lacrime
ci salutiamo come in un cartone animato e le mie brillanti lacrime invisibili che volteggiavano dietro quella porta che ho aperto milioni di volte mentre prendevo di schiena il passo e andavo via
Io e te come un mai io e te Barbara e io e te come un sempre sempre io e te cara dolce Barbara



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Racconto scritto il 22/04/2017 - 21:18
Da Luca Di Paolo
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