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Lucciole e lumache

Ho negli occhi le stelle di ottobre, nel naso odore di pioggia, nella gola il sapore di sigarette che non riesco più a spegnere. Vivere è un vizio che si alimenta nella speranza di smettere.
E’ ottobre e fa già freddo. E’ ottobre e sono solo e sogno le mattine di maggio.
Nelle mattine di maggio la luce si può vedere, toccare, palpare. Nelle mattine di maggio la luce è dappertutto. Ma non si vede se non si sa guardare. E’ solo nelle mattine di maggio, nell’ora del risveglio che si può vedere la luce, quando penetra discreta tra le fessure della tapparella della camera da letto e bussa alle porte dei sogni di un corpo addormentato. E’ solo in quest’attimo in cui si avverte una presenza che non è oggetto e che non ha corpo, nell’attimo in cui non si dorme più ma ancora non lo sai: è in quest’attimo che si può vedere la luce.
La puoi vedere venirti incontro cercando i tuoi occhi. Tu lasciala entrare. Luce che fa danzare la polvere della tua stanza, luce che balla con la polvere della tua stanza. Luce che rivela l’invisibile e nel silenzio della sua inconsistenza annuncia: il mondo ti cerca. E’ fuori che aspetta. L’aria è dolce di sole e di rose…
Verranno poi le calure di luglio e l’afa di agosto…nelle sere di agosto la magia delle lucciole accende un mondo di favole e sogni. Le lucciole sono come gli occhi dei bambini. Sogno. Luce. Speranza. Ma la luce non puoi tenerla in pugno perché nel pugno le lucciole non brillano più. Poco importa se quel pugno chiuso è destra o sinistra. E’ un pugno chiuso. E nel pugno le lucciole non brillano più.
E poi sarà ottobre con la sua pioggia, la sua nebbia. Tu segui le lumache nelle giornate di pioggia. Il pensiero è come loro. Non fa rumore. Disdegna le platee e la folla. Cammina per sentieri e per campi. Raramente incrocia una strada. Ma è qui che può venir calpestato, ma mai potrà essere ucciso. Quando la lumaca non ci sarà più, resterà la sua scia. La sua bava vischiosa ne rivelerà la sua passata presenza. Ti si appiccicherà e non ti lascerà più. Resterà sempre una traccia e io sono lumaca.



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Racconto scritto il 01/05/2019 - 11:59
Da Antonio Tola
Letta n.811 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Onirico, palpitante...
complimenti Antonio!

Grazia Giuliani 01/05/2019 - 19:10

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Uno dei testi più belli e profondi che abbia mai letto.
Complimenti
... è "l'ora della luce che danza e che fa danzare"...

laisa azzurra 01/05/2019 - 16:28

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Racconto molto onirico e poetico. Di poesia me ne intendo quasi nulla quindi sospendo ogni giudizio e non do un voto in stellette. Ho apprezzato la metafora fra la lumaca ed il pensiero, davvero suggestivo ed acuto.

Seby Flavio Gulisano 01/05/2019 - 15:05

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