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Le istruzioni sono:

scrivi un racconto che si svolga in un arco di tempo limitato..UN MINUTO, UN'ORA, UN GIORNO indicando tra parentesi (storia in un minuto, ecc...).


~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~



Un’ultima poesia (storia in 272 minuti)

Ero col naso dentro pagina 27 di “Castelli di sabbia”, assorto ai margini dell’attraversamento
pedonale… mi ritrovo in un letto esangue con una cannula nel naso e un fortissimo dolore
all’addome.
Discutono intorno a me di funzioni fisiologiche e battito cardiaco non percepibile, di temperatura
sotto i 24 gradi. C’è chi parla di riflessi e movimenti respiratori assenti, un pianto e qualcuno
congettura un’alta dose di adrenalina. Una voce roca dichiara la morte clinica. E quel pianto
diviene afflizione.
Sento un gran freddo e sento un timbro maschile che cerca di azzittire un mormorio con pressione
arteriosa asserendone la mancanza, e una donna bisbigliare qualcosa su di un uomo costumato
in vita. Un qualche Don Abbondio barbuglia qualcosa sull’Estrema unzione. E nuovamente
quel pianto, con quello di un bambino. Vorrei dirvi che sto bene, ma apro gli occhi e mi trovo
in una bara senza via d’uscita.
Volevo solo dirvi che sono al sicuro, perché la mia mente ora necessita incongruamente di pensieri
congrui per costruire realtà che non fanno parte di questo mondo. Riconsidererò i trascorsi
e pondererò che qualcuno pensi all’impensabile per venirmi a cercare, individuerò
degli imprevisti nella vita che continua regolarmente sopra di me o dei cavilli che possano
portare anche solo per pura fortuna a scoprire la mia situazione…
Perché la speranza non venga meno ideerò un verosimile motivo per cui qualcuno possa venirmi
a cercare. Arrederò questa idea al meglio nella contezza di essere stato sepolto vivo in un sogno,
dopotutto “Anch’io sogno, e parecchio, e poi registro i sogni su carta… ma restano pur sempre
sogni” dai quali ritornare “anche se condivisi con chi ha voglia di sognare con me”. Tutto sommato
l’attuale situazione in cui mi trovo non è poi così distante da questa.
Un po’ di terra piovuta da un badile non può fare una gran differenza… insomma, ogni poeta
comincia sepolto in un porto. Ora conterò senza pormi un numero, senza inflessioni meste.
Ogni tanto urlerò, ma solo per scaricare l’inquietudine, che non si è mai visto che uno urla
da sottoterra e lo sentono. Forse mi sto svegliando da un brutto sogno, ma per mia scelta aspetterò
a svegliarmi. Tirando le somme, ho voglia di strillare… Sindrome di Lazzaro!
Se sono sepolto vivo è solo perché mi hanno creduto morto…
Quindi vorrei dirvi che sto bene, e di non piangere. Cosa potrà mai capitarmi di peggio
se non morire nuovamente?
Appena due metri sopra di me c’è la tua vita con tutte le sue storie e i suoi chiaroscuro.
E non è poi la fine del mondo se penso a noi due lontani solitamente centinaia di chilometri,
e ora non son che un palombaro sepolto nel suo scafandro due metri soltanto sotto di te.
Immagino una notte stellata e la grandezza dell’universo, e penso a quanto poco interessi
all’universo che la mia angoscia gracchi come un corvo la mia piccola storia di sepolto vivo,
già inesistente per il cosmo anche stando due metri sopra a rifiatare innanzi all’etere.
L’aria verrà meno: come “le fole per cui non c’è tempo, non rispetterò le leggi di Dio
e degli uomini”. Immaginerò di fare l’amore con te in ogni piega del mondo, con tutti
i silenzi del mondo e le parole celate di fronte ad ogni paesaggio di un mondo che non sarà
più questo: chiuderò un po’ gli occhi ora…
Sono trascorse troppe ore, e se anche ce la facessi ad uscire dalla bara la pressione sarebbe
così tanta che il petto non sarebbe in grado di espandersi.
Ho sonno, forse per via del monossido di carbonio. Ma sono sveglio, non piangere per me.
Ascolto il cuore che rallenta…


Povero carillon che da tutta/ la vita te ne stai lì riguardoso/ dentro il mio petto,/ lei questa volta
non verrà. Caro vecchio amico, che/ sul volto di un bimbetto/ abbiamo visto la meraviglia
nel tener sul dorso della mano/ una bolla di sapone,/ nessuno tirerà la cordicella.
Tutto anche qui sa di lei… chiudo gli occhi/ un istante per un’ultima illusione.



P.S. riferimento a Il porto sepolto di G.Ungaretti, citazioni di E.A.Poe e A.Martini




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Scrittura creativa scritta il 04/06/2019 - 22:47
Da Mirko D. Mastro
Letta n.889 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Una storia alla quale i miei complimenti, per la descrizione della similitudine e delle illusioni, che possono trarsi tra le realtà di vita morte ed amori

Luca Di Paolo 09/06/2019 - 09:37

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Si cade dentro un libro, in una pagina dove un evento drammatico dà visibilità al protagonista, invisibile nella vita reale e forse, allora solo un sogno, solo il distacco dalla realtà, magari anche sotto terra ridimensiona il suo sentire se stesso prima ancora che gli altri...
è una scrittura complessa e la tua bravura indubbia...
Mirko, complimenti!

Grazia Giuliani 05/06/2019 - 17:18

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Interessante racconto, che lascia un po' storditi per il vissuto non vissuto. Forse sì, non si muore veramente, si cerca di farlo capire, ma il badile ricoprirà la bara di terra e allora si dovrà dormire.

Teresa Peluso 05/06/2019 - 16:10

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Lusingato che tu abbia preso come fonte di ispirazione per questa scrittura il mio romanzo “Castelli di sabbia” (272 pagine) unica mia esperienza letteraria nel campo romanzi, su cui lavoro da tempo per una profonda revisione. A pagina 27 il protagonista, per spiegarlo agli autori, si trova proprio all’ospedale dopo essere riemerso dal coma etilico. A dire il vero la donna che bisbiglia ha un seno prosperoso (ma forse si perde la vena poetica) e un dolce profumo di donna. Manca il don Abbondio ….che fa parte di un’altra mia scrittura. A questo spunto nascono i tuoi interrogativi…e poi il sogno, l’indifferenza, la presenza di una donna che nell’animo del poeta non ha forse un nome preciso ma c’è sempre. Come vedi anche Laisa ha dato la sua interpretazione perché il tuo modo di scrivere offre queste opportunità.
(lieto di essere stato inserito, tra i riferimenti, accanto ad Ungaretti e a Poe..non mi era mai successo)

Adriano Martini 05/06/2019 - 15:39

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una scrittura conflittuale
non sentirsi amati, capiti, compresi fino in fondo, è un morire lento, seppur repentino...
eppure il sogno reagisce e resiste oltre la morte, perchè anche laddove per gli altri non sei più in vita, il sogno, beffardo, resta, tra gli sguardi indifferenti di chi nn ci ha compresi.
estremamente conflittuale
profonda
un mettersi a nudo e dire..."io vivo, malgrado tutti e tutto, sono solo dall'altra parte della vostra verità"
ottima Mastro

laisa azzurra 05/06/2019 - 13:07

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