-- Una scelta e il solito porco -- opera pubblicata da OVIS SILVIA -- Oggiscrivo - Poesie - Racconti - Aforismi

Una scelta e il solito porco

So che devo sbrigarmi a rispondere.
“Allora?” mi chiede il mio editore, accendendosi una sigaretta.
Conosco quell’atteggiamento, ora si allunga con le gambe e inizia a fissarmi con quell’aria a metà strada tra una gangster e uno sceriffo. Fa sempre così quando mi lancia una proposta da sviluppare.
Infatti… a quel punto so che per rispondere ho il tempo della sigaretta, poi spegnerà il mozzicone nel portacenere e si alzerà di scatto.
Ma stavolta è diverso, stavolta non è una delle solite proposte , stavolta è “La proposta”…il famoso momento giusto della vita.
Sono tre anni che faccio la gavetta praticamente gratis sperando in una sistemazione , periodo di prova, così mi aveva detto all’inizio, senza uno straccio di nero su bianco, poi stage, non retribuito, poi…lavoro nero e basta, anzi schiavitù e basta.Ti pago quando ho i soldi. E i soldi non arrivano mai.no, così non posso andare avanti, questo è sicuro. Ed ora…ora basterebbe accettare quello che mi ha chiaramente esposto!
Inaspettatamente aggiunge:
“Sia chiaro, ho scelto te perché sei la più adatta a questo lavoro. In questi tre anni ti ho seguito, ho visto come sai fare le stroncature, quali pezzi fuori dai denti sai scrivere. Stavolta poi dovrebbe essere più facile perché il materiale di base te lo fornisco io, un libro rivelazione, una carriera distrutta ma la tua nascerà proprio da queste macerie… E poi ti ho aggiunto anche la garanzia del successo, i passaggi in tv, le serate…ma hai capito veramente cosa ti sto offrendo?”
“Non è questo che mi preoccupa… è la seconda parte del “contratto”….”
Oramai l’ho detto, il mio istinto risponde sempre prima del mio cervello…ah se avessi un foglio bianco qui davanti a me, scriverei di getto tutto quello che ho in mente, altro che…sì scriverei il pezzo più astioso e livoroso della mia vita. Su di te, vecchio porco bavoso.
Non posso accettare, non era questa la strada per arrivare al successo che merito. Lo so che lo merito, in questi tre anni i miei articoli di denuncia sociale sono stati il fiore all’occhiello del giornale, sempre firmati da altri perché io non dovevo apparire, ed ora…ora l’occasione…scrivere un libro per l’editore Brigliadoro, non più articoli anonimi sul suo settimanale Belvedere….Però, non posso accettare, no, credevo di poterlo fare, ma non posso. O invece sì, devo, perché ,come si dice oggi, tutti abbiamo un prezzo? Una carriera assicurata, il mio sogno! Questo prezzo lo hanno pagato senza pensarci un minuto di più altre persone… Mio padre però diceva che non è vero, non è vero che tutti abbiamo un prezzo, mi portava esempi illustri, si era fatto un’ingenua ricerca, mi ricordo il pittore Rothko che rinunciò a due milioni di euro attuali (si era fatto pure il ricalcolo da solo mio padre, chissà se era giusto...)per un ideale di vita! E poi, così?!? Ammesso anche che si possa considerare realismo, visto che a me interessa solo il giornalismo con uno stipendio regolare, dopo tanta gavetta onesta, posso scegliere questa squallida scorciatoia?
Mi sembra incredibile ma quelle parole mi rimbombano in testa:
“…e poi , mia cara, c’è la seconda parte del “contratto”: essere carina con me a partire da questa notte per tre notti a settimana fino a data da destinarsi. Tu non sai quanto i tuoi “argomenti” mi abbiano attirato fin dal primo momento che ti sei presentata in questo ufficio…” e guardandomi la scollatura “tu non sai quanto mi eccito ogni volta che leggo la passione nei tuoi pezzi, tutto quell’ardore, mi dico, meriterebbe posizioni più consone per essere sviluppato ed apprezzato…”
Voglio fare un ultimo tentativo anche se corro il rischio di fare la figura della deficiente:
“Puoi chiarirmi meglio la seconda parte…cosa vuol dire carina…posso decidere io…?”
“Non fare la cretina, hai capito benissimo” si alza e schiaccia il mozzicone.
“Grazie , ma mi dà troppo fastidio il fumo, rifiuto .” Ecco l’inconscio ha fatto la sua scelta da solo, ho perso l’occasione della mia vita.
Lui con lo stesso dito giallo con il quale ha schiacciato la sigaretta mi indica la porta:
“E’ evidente che non hai la stoffa per questo tipo di lavoro, per questo mondo. Mi rivolgerò a qualcun’altra. Cosa credi? C’è la fila qui fuori, la nostra collaborazione finisce qui!”
Non ho la stoffa, ha ragione, qui avevo solo il mio gioielletto multiuso per registrare, l’istinto mi aveva suggerito di azionarlo… Ma a casa ho un foglio bianco che mi aspetta, è tutto quello che mi serve, un semplice foglio bianco, nella mia vita non mi è mai servito nulla di più. Ho fatto la scelta giusta, per me stessa.
E’ il momento e devo sbrigarmi, racconterò per filo e per segno questa storiaccia, la mia storia, identica a quella di tante altre. Il titolo già ce l’ho: CO. PRO. ovvero COntratto di PROstituzione…Beh, a pensarci bene sarebbe stato un passo avanti: dalla schiavitù alla prostituzione… ma oramai ho scelto, l’onestà.
L’articolo stavolta non comparirà sul giornale del porco ma su quello di Città Libera dove non mi pagano lo stesso ma almeno….
“Ciao Gianna, sono Marta, è valida ancora la tua proposta?…ho un articolo bomba per te già per domani!”
“Certo cara, ma lo sai quali sono le condizioni, te l’ho detto che ti posso offrire per ora solo un piccolo CO.PRO, un COntratto a PROgetto ma, se le cose vanno bene, con le nuove leggi migliorerai la tua posizione e cercherò di assumerti, sei troppo brava!
“Sì, meglio un CO.PRO tuo che…scusa, mi viene da ridere ma domani capirai e riderai pure tu…Ti invio l’articolo tra un’ora, il tempo di buttarlo giù.
La realtà è scesa a dirotto, una paginetta dal semplice titolo "Una scelta e il solito porco". La verità inesorabile e liberatoria, come un temporale dopo i lampi. Fuori tuona. Ed io mi sento bene.

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