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un'esile ed inutile lei

La vita è un sogno, che quando meno te lo aspetti si dissolve nel nulla, ma non al risveglio, bensì quando ci si addormenta. Alcuni sogni si trasformano in incubi, altri invece vorresti che non finissero mai. Alcuni sono strani e bizzarri, di quelli di cui poi te ne chiedi il senso. Poi alle volte ti capita che certi sogni si avverino proprio nel momento in cui hai perso le speranze. E, infine, ci sono quelli che non ti ricordi di aver mai sognato. Inutili. Benché tu possa fare del tuo meglio per ricordarteli essi non riaffiorano alla mente, né riuscirai mai a capirne l’origine. Quest’ultimo è il sogno dell’uomo di cui vi voglio parlare, o meglio voglio narrarvi della sua chiave.
Me lo ha chiesto lei di farlo. Appesa in una ridicola spirale tra tante altre chiavi, ognuna con la sua storia: vecchi bauli pieni di oggetti simili a quelli che si trovano spesso la domenica sulle bancarelle dell’antiquariato sotto i portici di mattoni rossi, qualcuna di quelle invece apriva i grandi lucchetti dei granai di Oreno e Velasca, altre ancora portoni di cascine del centro ormai infestate da negozi e boutique che come pulci punzecchiano gli sguardi dei passanti con le loro allettanti vetrine … ma Lei racchiude un segreto, una piccola ed esile Chiave. Nessuna chiave sarà mai in grado di aprire la serratura più importante: il cuore di un uomo. Tranne Lei.
Dicono che usciva raramente da quella porticina di legno del primo piano di quella villetta sul Molgora. Ora la definiremmo un’inutile dimora affacciata sull’acqua, parecchi architetti hanno pensato di buttarla giù per costruire vacui appartamenti lussuosi destinati a rimanere tali. Nessuno osa avvicinarsi al cancello fatto di rete metallica che abbraccia un esile ed inutile pezzo di terra gelosamente custodito da uno stanco dalmata, talmente stanco che oltre la pazienza ha perso anche le macchie.
Qualche volta come passatempo quel vecchietto stava seduto sugli scalini dissestati a veder passare le macchine; sì, vedere perché il suo non era un vero e proprio osservare ma un semplice modo per gettare al vento i sui tristi ed inutili pensieri cosicché le automobili glieli portassero lontano, in un luogo solitario dove possano forse rasserenarsi alla luce delle stelle.
Si dice che Lei fosse sempre nella sua tasca. Così ovunque viaggiasse, che fossero le stanze della sua tana dai mobili vecchi e impolverati o le strisce pedonali che portano al cimitero comunale in fondo alla strada, anche Lei era presente, pronta ad aprire La serratura.
Una calda sera d’estate, forse per colpa di uno strattone di un’inutile ubriaco, la perse e divenne pazzo. Pazzo di rabbia e di vergogna, pazzo anche perché sapeva di essere l’unico che apprezzava la sua inutilità e che quindi nessuna creatura, nemmeno la più gentile e premurosa che possa esistere, trovandoLa gliel’avrebbe resa.
Come non si sa, ma fatto sta che dopo moltissimi disperati tentativi di recuperarla, in una rara uscita con se stesso, la scoprì appesa ad un muro in una ridicola spirale della sala 14 del museo comunale, e con gli occhi gonfi, due soli azzurri consapevoli del loro tramonto, sospirò forte, così tanto che gli altri visitatori si chiesero il motivo di quel gemito.
Come egli la riconobbe rimarrà un segreto. Dove trovò la forza, o il sollievo, di lasciarla lì non ci è dato saperlo. Ma il mistero più grande è cosa apre Lei. Alcuni sarcasticamente dicono che è la chiave di un piccolo scrigno dove sta rinchiuso il cuore dell’amata moglie. Altri, più rispettosi, sono convinti che non combaci con alcuna serratura. La verità non potremo mai saperla, perché l’unico in grado di potercelo dire oramai non può più. Ha smesso di sognare per sempre.
Ma Lei invece rimarrà per sempre. Per sempre orgogliosa di se stessa e della sua storia. Per sempre un’esile ed inutile Lei.



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Racconto scritto il 03/05/2015 - 00:30
Da Sara Toffaldano
Letta n.1151 volte.
Voto:
su 7 votanti


Commenti


Brava Sara. Complimenti per il riconoscimento mensile
Dario

Dario Menicucci 03/06/2015 - 21:05

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... molto meglio scrivere "inutili pensieri cosicché le automobili glieli portassero lontano, in un luogo solitario dove potessero forse rasserenarsi alla luce delle stelle".... essendo un passato possano stona.
Non per questo contestabile appunto che ti ho fatto il racconto merita meno di Eccellente. Mi piacerebbe leggere però qualcosa di più complesso, corposo...insomma un vero Racconto, non il solito "taglio web"...un saluto, un abbraccio, un brava...e Ciao.

. Focus 14/05/2015 - 19:54

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Bello questo racconto, una buona narrazione sia per la scorrevolezza che per la punteggiatura, precisa e in armonia con la cadenza del brano. Interessante anche la storia, un misto di fantastico e reale che piace. Un unico appunto, sul quale forse non sarai d'accordo...è una consecutio temporum, una concordanza di tempi che mi pare imprecisa... " inutili pensieri cosicché le automobili glieli portassero lontano, in un luogo solitario dove possano forse rasserenarsi alla luce delle stelle".

. Focus 14/05/2015 - 19:51

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Grazie

Sara Toffaldano 04/05/2015 - 12:53

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Hai detto che scrivi per farti capire, ma che il mondo ha sempre da dire. Beh, quello che io ho da dirti è che hai una scrittura davvero fluida e piacevole nonché un'ottima fantasia, per questo ti ho dato 5 stelle
Complimenti e benvenuta sul sito

Antonio Basile 04/05/2015 - 12:16

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bel racconto Sara, sai scrivere benissimo.Benvenuta anche da parte mia.Ciao

Anna Rossi 03/05/2015 - 18:50

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Originale e delizioso racconto che mi ha catturato dall'inizio alla fine,con quell'alone di mistero che affascina,bravissima e benvenuta Sara

genoveffa 2 frau 03/05/2015 - 18:20

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Molto bella storia, artista Sara!
Tanto ben narrata che ben trasmette che nulla, è veramente inutile! Ed è proprio così...
Il mio voto è tre stelline! Numericamente traducendo, otto!
Bacioni!

Maria Valentina Mancosu 03/05/2015 - 18:04

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Un racconto molto più che utile...Direi indispensabile...Benvenuta Saretta.

Auro Lezzi 03/05/2015 - 17:39

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Grazie mille...spero di essere all'altezza di qst sito meraviglioso

Sara Toffaldano 03/05/2015 - 17:22

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L'ho letto tutto d'un fiato perché coinvolge ed è stata una piacevole lettura, molto scorrevole e originale...brava!

Maria Carla Pellegrini 03/05/2015 - 09:25

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Quanto è bello Sara!!!
Mi è piaciuto tanto il tuo racconto, scorrevole, coinvolgente e con un tocco di irrealtà che lascia sognare!
Che bella penna che hai....Benvenuta!
Ciao Elisa

elisa longhi 03/05/2015 - 08:43

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