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Il genio del calcio

Primo giorno di allenamento per Ciro Imperiale nella
rosa del Napoli. L’attaccante esordiente è arrivato al Centro
Tecnico alle 9 del mattino ed ha svolto lavoro atletico guidato
dal preparatore Paco De Miguel. Per Ciro allenamento sul campo
e poi esercizi in palestra. Il nuovo attaccante azzurro ha assistito
ieri alla vittoria del Napoli in tribuna al San Paolo. Ho subito
provato l’emozione del nuovo stadio del Napoli e la grande
passione dei tifosi. Ringrazio la Società per questa opportunità,
per me giocare nel Napoli è una grande gioia. Ciro Imperiale
prenderà la maglia numero 19.
Seduta mattutina, oggi, giovedì, per il Napoli a
Castelvolturno. Gli azzurri preparano l'ultima partita di
campionato di domenica contro il Verona al San Paolo alle ore
20,45. Riscaldamento col pallone e lavoro atletico.
Successivamente seduta tecnico tattica con partitelle a pressione.
Chiusura con partita a campo ridotto. Nella partitella tra titolari e
riserve, nella compagine delle riserve si è messo in luce Ciro
Imperiale, segnando ben quattro reti, facendo impazzire la difesa
dei titolari. L’allenatore del Napoli Sirapo, lo porterà domenica
in panchina per l’ultima partita di campionato e chissà che non lo
faccia giocare? Negli spogliatoi tutto parla del Napoli: a
cominciare dalla porta scorrevole con tanto di logo per poi
andare avanti con un percorso tutto azzurro con le 22
gigantografie dei calciatori napoletani, più quella del tecnico
Sirapo. All’interno dello spazio spogliatoio, sono stati inseriti 20
posti comodi, due monitor televisivi e due lavagne, tutto in stile
avveniristico e dove prevale il colore azzurro. E poi sono state
realizzate due sale massaggi, una interna allo spogliatoio ed una
esterna, l’infermeria, la segreteria, due magazzini oltre alla
stanza per gli arbitri ed a quella per gli avversari. Il progetto è
stato affidato allo scenografo Tonino Zera, il quale si è ispirato
per i lavori ad un concetto dal sapore cinematografico: ne è
uscito un piccolo capolavoro che sicuramente farà felici anche i
giocatori. Una piccola curiosità per finire: sapete chi siede al
posto appartenuto a Maradona? Ciro Imperiale!
Poco più di una passeggiata del Napoli contro il Verona in una
partita di fine stagione con la testa altrove e gli stimoli quasi
esauriti. Per la prima volta gli azzurri al nuovo stadio giocano
indossando la maglia, tipo militare «camouflage extreme».
Gara praticamente senza storia con gli azzurri subito a dominare.
Prima rete di Giorgio Conversano, subito seguito da Imparato.
A venti minuti dalla fine della partita, il tecnico Sirapo fa
esordire in serie A il quattordicenne Ciro Imperiale (il più
giovane debuttante in serie A) , neanche il tempo di scendere in
campo e realizza una splendida rete e nelle fasi finali della partita
mette a segno un altro goal di fattura superiore al primo, così
realizzando la prima doppietta in serie A e mandando in delirio i
tifosi napoletani. Oggi abbiamo assistito alla nascita di una stella,
che rimarrà a lungo nel firmamento calcistico. La partita del
Napoli si conclude con un secco 4-0 e la stagione calcistica
termina con un buon secondo posto e la conquista della coppa
Italia. Incontro positivo quello andato in scena ieri fra il padre di
Ciro Imperiale e il Napoli. Secondo molti portali online dei
quotidiani napoletani il faccia a faccia fra Marco Imperiale ed i
dirigenti partenopei è andato a buon fine, e ora il ragazzo
prodigio firmerà un nuovo contratto, gli avevano offerto cifre
comprese fra i 20 ed i 22 milioni di euro a stagione, ma lui in
accordo con il padre non ha voluto nessun compenso monetario.
Chiedendo solo i diritti pubblicitari da devolvere alla ricerca per
malattie rare, di cui lui stesso è uno dei più abili ricercatori del
centro. Alla notizia i giornali sono letteralmente impazziti, con
titoli a piena pagina; ecco la rassegna stampa: Corriere dello
Sport “Campione non solo di Sport”, Tutto Sport “ Ciro
Imperiale Orgoglio Planetario”, Gazzetta dello Sport “Prendete
Esempio”, Il Mattino “ L’Orgoglio del Sud”.
Tra i calciatori ha fatto scalpore la scelta di Ciro Imperiale e i
commenti sono tra i più disparati, ma su di una cosa sono tutti
d’accordo, temono la riduzione dei loro ingaggi. Ciro Imperiale
si racconta: i sogni, la vita, l’incontro con il papa, il pallone, la
famiglia, l’impegno con i ragazzi e i bambini, l’Unicef, l’attività
della Ciro Imperiale Foundation.
Scusi, Ciro, ma perché non ha parlato col Papa come ha fatto
Imparato?
Non mancheranno occasione per farlo in un colloquio privato e
chiarire il mio punto di vista sulla chiesa.
Non è riuscito a dribblare le body-guard?
Erano in troppi.
Si è sentito per la prima volta sconfitto?
Non ho nemmeno tentato.
Com’era durante l’udienza?
Di pietra. Non riuscivo quasi a respirare.
Avrà vissuto altri momenti come questo?
No. E’ stata una giornata unica.
Che ricordo porterà del Papa?
Il suo sorriso. Il suo tono di voce. Le parole.
L’ha conquistata?
Sono sempre ateo, poi reputo che tutti meritano rispetto dal più
potente al più umile.
Va a Messa?
Lei è poco attento! Ribadisco non professo nessuna religione e
mi appello esclusivamente alla ragione e al metodo scientifico.
E poi?
Mi piace interagire con tutti gli elementi della natura e siamo
connessi in una sorta di sinergia simbiotica.
Cosa fa suo padre?
Il Neurologo. Mia madre è Psicologa.
Cosa pensava davanti al Papa?
La mente era intenta ad osservare la commozione dei fedeli.
Se fosse riuscito a parlargli come ha fatto Imparato?
Gli avrei portato i saluti dei miei amici cattolici.
Cos’altro avrebbe detto al Pontefice?
Di continuare il suo impegno per i più vulnerabili e per chi
soffre. Soprattutto per i bambini che li abbracci appena può.
Anche lei si occupa di bambini.
Ho sempre amato i bambini.
Infatti collabora con l’Unicef.
Ero andato per l’Unicef ad Haiti dopo il terremoto.
Uno shock?
Al ritorno, è nata la Ciro Imperiale Foundation.
Scopo?
Restituire ai bambini un pò della fortuna che ho avuto.
Ha uno slogan?
Scegli di credere.
In cosa?
Che si può farcela.
Il suo ruolo?
L’ho capito dopo una visita in un ospedale per bambini, nel
reparto di oncologia.
Qual è?
Aiutarli moralmente, economicamente e soprattutto con la
ricerca dell’equipe a cui appartengo, per debellare ogni forma di
malattia.
Funziona?
Il sorriso che mi regalano lo conferma ogni volta.
Cosa gli dice di particolare?
Non servono tante parole. Quando mi vedono scoprono la forza
di continuare a lottare.
Una presenza terapeutica?
Gli do la carica interiore per sperare.
Lei ne sa qualcosa.
Ho lottato molto per realizzare il mio sogno.
Lotta ancora?
Sempre. Ogni giorno.
Perché lo fa?
Per mettere la mia popolarità al servizio di chi è più debole.
Cosa riceve in cambio?
La certezza di avere aiutato un bambino malato a sperare nella
guarigione.
Quanto tempo dedica alla Fondazione?
Quello che mi lascia il calcio. Ma l’impegno e l’energia c’è tutto.
Il progetto a cui tiene di più?
Un mondo migliore.
E in Italia, dove vive?
A Napoli, dove abbiamo costruito un parco giochi nell’ospedale
Cardarelli.
Finanzia anche la ricerca?
Ci occupiamo della lotta contro le malattie rare.
Borse di studio?
Per i medici di tutto il mondo che vengono a imparare a curare i
tumori dei bambini.
Che bambino era?
Un discolo.
Già innamorato del calcio?
Come tutti in Italia.
Prima partita?
A cinque anni contro quelli più grandi. Avevo fatto due gol.
L’aveva accompagnata suo padre?
No, mia nonna.
La sua vita comunque cambia.
Avevo 14 anni. E da quel momento le mie giornate a Napoli
erano e sono fatte di allenamenti e ricerca.
Tanto calcio, e la scuola?
Ho conseguito 4 lauree.
Ma non ha finito?
La scuola è vita e come gli esami non finiscono mai.
Un giorno li farà?
Non ho mai smesso di studiare e di imparare e non c’è limite alla
conoscenza..
Intanto, è diventato il numero uno al mondo, meglio di
Maradona.
Maradona è unico. Però il paragone mi lusinga.
E’ vero che legge parecchi libri?
Si! Mi piace anche scriverli..
Con chi si consiglia?
In famiglia.
Che figlio è?
Come tutti i figli assennati, che hanno incomprensioni, affetto,
stima, amore e gratitudine nei confronti dei genitori.
Dove abitano?
Mia madre non ha mai voluto lasciare la sua casa a Napoli dove
sono nato.
Un giorno vi tornerà?
Mi sento un cosmopolita, purché riesco a realizzare i miei
progetti, sto dappertutto.
In casa parlate italiano?
Si! Solo io sono poliglotta.
Cucina italiana o internazionale?
Alimentazione corretta.
Piatto preferito?
Spaghetti alle vongole, però devo stare attento a non esagerare,
per i motivi sopra citati.
A casa, riesce a staccare col calcio?
Sempre, perché ho sempre qualcosa di importante e di impellente
da fare.
Qualche dedica anche ai bambini che assiste?
Il mio pensiero è sempre con loro.
Lei è un esempio per molti giovani.
Me ne rendo conto quando vado per strada e per questo motivo,
ho il dovere di comportarmi con senso civico e di trasmettere
valori sani.
Si sente prigioniero del successo?
No, utilizzo il successo per dare voce alle mie idee e al mio
pensiero.
Come?
Dimostrando che i soldi non sono tutto.
Cosa conta?
L’amore.
E la casa?
Semplice. Confortevole. Normale.
Niente pose da divo?
Il mio ego è abbastanza imbarazzante, per aggiungervi anche
atteggiamenti da divo.
A questo punto, ha realizzato tutti i suoi sogni?
Manca sempre l’ultimo.
Quale?
Rendere il mondo migliore.
A chi dedicherebbe Questo sogno?
All’umanità, gettando le basi di inizio di civiltà.



Il Napoli è da sempre una delle squadre di calcio più amate in
Italia con milioni di appassionati che collocano questa tifoseria
tra le prime quattro in Italia, anche grazie ad un palmares che
vanta prestigiosi traguardi nazionali come i due scudetti, le 4
Coppe Italia e la Supercoppa italiana, oltre ad una Coppa Uefa
nell'88-'89. Team protagonista assoluto degli anni '80 e dei primi
'90 con una squadra che vedeva tra le sue fila su tutti Maradona,
ma anche Alemao, Careca, Bruno Giordano, un giovane Ciro
Ferrara e Andrea Carnevale.
Il rapporto tra Napoli e il Trentino sta per vivere dunque un
nuovo capitolo, dopo i ritiri degli ultimi tre anni a Dimaro, quello
di 4 anni fa a Folgaria e, più indietro nel tempo, quelli “storici” a
Molveno, Lodrone e Pinzolo, quando la squadra azzurra
frequentava le zone nobili della serie A e delle Coppe europee.
Centro turistico estivo e invernale, con vocazione
all’intrattenimento culturale e sportivo
Dimaro è nel cuore delle Dolomiti di Brenta, all'inizio della Val
di Meledrio che porta a Folgarida e a Madonna di Campiglio. È
una destinazione turistica frequentata sia d'estate che d'inverno.
Parallelamente al turismo, rimangono attività agricole ed
artigiane ed una viva vita culturale.
Località di antico passaggio, a Dimaro è ancora presente la Casa
del Dazio. In città meritano una visita le fontane in pietra e le
chiese di San Lorenzo che risale al XV secolo e di San Giovanni
Battista del 1751.
Fra gli sport praticabili, da non perdere l’avventuroso rafting sul
fiume Noce. Risalendo la strada che conduce al Passo di Campo
Carlo Magno, è possibile raggiungere comodamente la malga di
Dimaro. Posta proprio di fronte alle maestose cime delle
Dolomiti di Brenta, fra le quali spicca il Sasso Rosso, la malga
offre al visitatore la possibilità di gustare genuini formaggi e
salumi di sua produzione .
Primo allenamento mattutino per il Napoli dal ritiro dove gli
azzurri stanno preparando la stagione 2029-2030. Giornata
molto afosa e umida. La squadra dopo il riscaldamento ha svolto
una partitella con le mani e gol validi solo di testa.
Successivamente lavoro tecnico-tattico e chiusura con la
consueta gara in famiglia. In gol ripetutamente Ciro Imperiale, Il
Napoli riprenderà gli allenamenti nel secondo giorno di ritiro con
una seduta pomeridiana.
Il primo gruppo di azzurri convocati per i test di valutazione
funzionale in previsione della nuova stagione ha raggiunto nella
tarda mattinata di oggi il Centro tecnico. Sono in molti a credere
nel sogno azzurro, primo fra tutti il giocatore del Napoli Ciro
Imperiale: Sto dando il massimo con la mia squadra dichiara e
sono a disposizione anche per la Nazionale, qualora arrivasse
una convocazione. Per me questa chiamata sarebbe molto
importante, anche perché arriverebbe nell’anno dei Mondiali.
Perché non crederci?
Nel pomeriggio il prof. Castellacci, responsabile dello staff
medico azzurro, ha fatto il punto della situazione: “E' stata
effettuata ha dichiarato la prima sessione di test di tipo
strumentale TMG, Dyna, Jump Test, Test Sensori sul primo
gruppo di giocatori presenti attualmente in raduno. Il programma
proseguirà domani secondo tabella con l'effettuazione degli
esami emato-chimici a tutti i giocatori convocati, inclusi quel del
secondo gruppo attesi in mattinata. Seguirà per tutti il Test
Monioni con prelievo per il lattato”.
I risultati dei test non danno motivi di preoccupazione, l’intera
compagine ha valori nettamente accettabili. Con stupore dei
tecnici e del prof. Castellacci, Ciro Imperiale ha in complesso i
migliori risultati e di gran lunga i valori più alti. Sulle doti fisiche
e atletiche non si discutono, ma anche le qualità tecniche stanno
crescendo; ormai è un giocoliere col pallone e riesce a non
scollarsi la palla tra i piedi e un funambolo del dribbling e grazie
alla sua forza fisica e velocità, le giocate le effettua rapidamente.
Il ragazzo sta crescendo a vista d’occhio e si intravedono i
margini di miglioramento, anche sul piano tattico apprende
facilmente e i suoi movimenti senza palla gli permettono di
andare a tu per tu con il portiere o di creare spazi per altri
compagni di squadra. Ormai per lo staff tecnico, dirigenziale e
per i compagni non è più una sorpresa, ma una splendida realtà
che darà il via ad un periodo epocale di vittorie del Napoli, sia in
campo nazionale che internazionale.
L’allenatore Sirapo lo considera un punto fermo dei titolari, che
il ragazzo si è saputo guadagnare a suon di gol e prestazioni
eccellenti, durante le partite precampionato e all’estero ha
lasciato annichilito pubblico e difensori di squadre blasonate, con
le sue scorribande e i suoi gol di ottima fattura.
Ciro Imperiale ha rilasciato una lunga intervista al Mattino,
pubblicata stamattina sul giornale. Diversi i temi affrontati
dall'asso napoletano: Mondiali, Champions.
Il Mondiale. E' il sogno di ogni calciatore, quello di vincere la
Coppa del Mondo ed è anche il mio, che spero di ripetere la
storica accoppiata di Diego con Mondiale e Scudetto dell'86-87 e
di superarlo con la Champions. Per tutti i calciatori andare con la
propria nazionale al Mondiale è bellissimo e aggiungo un onore
portare i colori azzurri della nazionale sempre più in alto e non
posso neanche immaginare cosa potrà accadere se hai la fortuna
di vincerla, sarà difficile perché ci sono grandi nazionali, però
noi abbiamo l'atteggiamento e una squadra buona per fare grandi
cose. Il Campionato Italiano è una competizione difficilissima.
Ma sarebbe bellissimo (riferendosi al tris: il Mondiale, lo
Scudetto e la Champions) se questo dovesse succedere.
Sempre in tema mondiale Ciro Imperiale mette in risalto la
grande internazionalizzazione del Napoli, che quest'anno
presenterà 13 giocatori ai Mondiali. Per la prima volta tanti
giocatori del Napoli vanno ai Mondiali ed è una cosa molto
positiva. Credo che siamo la terza squadra al mondo che porta
tanti giocatori: più "napoletani" andranno meglio è. Su 25
giocatori della rosa ce ne sono tredici nelle liste.
Parole di elogio per il tecnico Sirapo che stravede per Ciro
Imperiale e aggiunge: «Lo seguo negli allenamenti, con questo
suo gioco offensivo che mi piace molto, la sua naturalezza nel
calciare la palla e il suo impegno, il primo a scendere in campo e
l’ultimo ad uscirne; mai un ritardo, una parola fuori luogo e
rispetto per tutti. Un ragazzo educato e per tutta una serie di
motivi, che sarebbe lungo da spiegare, mi ha convinto subito a
metterlo in prima squadra e ora è un titolare inamovibile. Il
fuoriclasse napoletano non lesina complimenti ai compagni di
squadra.
Ciro Imperiale, seppure giovanissimo è appetibile da veline,
letterine, showgirls, che pur di ottenere maggiore notorietà,
fanno di tutto per farsi fotografare con lui e i giornali
scandalistici riportano flirt in continuazione.
Ciro non da peso a tutte le fandonie che scrivono su di lui e
continua spedito per la sua strada, non si lascia turbare dalle
dicerie ha problemi ben più importanti da affrontare, quella della
ricerca e il suo impegno nel sociale.
Come al solito si reca agli allenamenti in bicicletta e dopo la
seduta tecnica e atletica, torna a casa con la stessa e si rilassa
suonando l’arpa. La carriera calcistica di Ciro Imperiale si conclude nel 2036 e il
suo Palmares comprende:
7 Scudetti (SSC Napoli)
7 Coppe Italia (SSC Napoli)
7 Champions (SSC Napoli)
6 Supercoppe italiane (SSC Napoli)
6 Supercoppe europee (SSC Napoli)
6 Coppe del mondo di club (SSC Napoli)
7 volte ha vinto il pallone d’oro
7 volte ha vinto la scarpa d’oro
7 volte ha vinto la classifica di miglior realizzatore campionato
italiano, Champions. 2 volte quella del Mondiale e dell’Europea.
2 titoli Mondiali
2 titoli Europei
In carriera (da quando è professionista) ha realizzato 2065 reti su
590 partite disputate comprese le amichevoli, con una
percentuale di 3,5 reti a partita.
A 21 anni stufo e demotivato e anche deluso per i noti motivi di
calcio scommessa abbandona il mondo del calcio, aveva vinto
tutto e aveva bisogno di nuovi stimoli.




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Racconto scritto il 01/08/2016 - 15:37
Da Savino Spina
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Commenti


I calciatori oggi sono un po' come i nomadi, seguono i soldi e non il cuore. Non ce l'ho con Pjanic e Higuain, ma con il sistema calcio che genera tutto questo e che spesso riempie i sogni dei tifosi e ogni tanto si trasforma in incubo per gli stessi. Nel calcio non ci sono più bandiere, eppure ogni nuovo acquisto, alla presenza dei tifosi, pronuncia: Ho sempre sognato di arrivare in questo club, mai dire sono venuto dove mi hanno dato più soldi!

Savino Spina 01/08/2016 - 19:59

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