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Conflitto interiore

Le persone che lo conoscevano e che gli stavano intorno, constatavano un tipo armonioso, allegro, a volte addirittura chiassoso, ironico e ridanciano, ma lui, non era solo così; amava il silenzio, l’inverno, il vento, le giornate fredde, l’alba, il mare, ancora di più la montagna e le lunghe passeggiate, ma soprattutto, estraniarsi dal mondo, pensare, rimuginare e rievocare. Amava fare un tuffo nel passato nella sua infanzia, agli schiamazzi con i suoi fratelli, ai suoi genitori, alla scuola, a suo figlio, alla famiglia e ripercorrere la vita trascorsa, fino ad arrivare al presente. Il futuro, beh, quello fa un po’ paura a tutti, meglio vivere giorno per giorno, ma non ne era tanto convinto, un minimo di programmazione necessita, pensava in cuor suo. Rocco entrò al Roxy Bar ed ordinò un whisky. Si sedette ad un tavolino, slacciò il primo bottone della camicia, allargò il nodo della cravatta e si tolse la giacca ed attese l’ordinazione, che puntualmente gli venne portata. Era un uomo ancora giovane, brillante, dinamico, simpatico, e ben consapevole di possedere come alleate, tutte queste componenti. Era infatti molto socievole, o per meglio dire, questa era solo una parte del suo carattere. Non che fosse un uomo dalla doppia personalità, no tutt’altro, ma come molti comuni mortali, il suo temperamento possedeva più aspetti. Improvvisamente una nebbia avvolse la sua testa appannandogli la vista, ne fu quasi spaventato e pensò: – tutti questi whisky mi faranno male, prima o poi, oppure é questa primavera che come sempre mi abbassa la pressione, che guaio, sono già stanco di prima mattina. Aveva appena fatto questo pensiero, che improvvisamente, nella sedia accanto alla sua vide se stesso. Praticamente un gemello, solo più trasparente e celestiale. Sbalordito, quasi temette di sentirsi male, volse lo sguardo intorno, ma con sorpresa, si accorse che la gente continuava a fare gli affari propri, sorseggiare caffè, bere, e nessuno li prestava la minima attenzione. Anche perché gli altri erano attratti dalla scena “LA ROSSA DEL ROXY BAR” (miniserie televisiva), dove Tiziana (Anna Marchesini) e Tonino (Tullio Solenghi) trascinano un matrimonio fatto di abitudine e noia. Quando Tiziana riceve la telefonata di Francesco (Paki Valente), un vecchio corteggiatore che le dà appuntamento al famoso Roxy Bar, la donna pensa che sia arrivato il momento di stravolgere la sua vita. Così si traveste per somigliare al ricordo che Francesco ha di lei: con un abito succinto, tacchi alti e una parrucca rossa va all’appuntamento. Ma nel bar trova suo marito Tonino, che non la riconosce e inizia a flirtare con lei, ma Rocco era talmente assorto dai suoi pensieri e a sua volta non faceva caso a ciò che accadeva all’interno del bar. Allora, osò guardare la sedia e al suo sosia chiese con titubanza: – chi sei? – come chi sono? Sono te. Non sarai per caso spaventato; lo so, lo so, non mi hai mai visto, ma avrai percepito la mia presenza, impossibile non accorgersi della mia esistenza. Che cosa ci faccio qui seduto accanto a te? Eh, caro mio, sono uscito fuori, non ne potevo più di stare al chiuso. Adesso anche il proprio io si ribella! Basta brontolare, ci vuole l’azione, ed eccomi qui. Non mi offrire niente, tanto non mi alimento con questa roba io! Vedi che linea! Solo spirito ed il mio! Guarda, sarà bene, chiarirsi subito, non sono uscito per farti la predica; sono parte di te, per cui la predica non é da me. Voglio solo offrirti un po’ di compagnia, insomma, desidero farmi conoscere. Quando ti isoli, e ti incupisci, é con me che parli, é sempre a me che affidi i tuoi timori, le tue ansie, le gioie e le speranze, non mi puoi nascondere niente, io ti leggo dentro ogni momento, persino le poche volte che cadi fra le braccia di Morfeo. – Ma allora, disse Rocco, non ho proprio privacy, di intimo voglio dire! – Proprio non vuoi capire, sveglia! Siamo la stessa persona, e dovresti esserne felice, perché non tutti posseggono un’anima, c’é chi l’ha persa per sempre; io, beh, sono uscito oggi, perché avevo la sensazione che tu avessi bisogno di conferme e perché ti trovo speciale; ora dimentica subito questa parola e non montarti la testa, a volte sei a corto di umiltà, ma tutto sommato, dentro non sei male, quindi, adesso che lo sai, beviti questo whisky e quando ti rabbui e te ne stai per giorni in silenzio, chiamami, ne parliamo, posso essere un’ottima compagnia. Ciao, adesso ti lascio solo! Non lo vide più! – Rocco, si scosse, guardò la sedia a fianco e la vide vuota. Il caldo, intanto era aumentato, il Bar affollato, e Lui, desiderò uscire prima possibile. Pensò “sono intollerante al caldo” e la giornata é appena iniziata; intanto la piega della sua bocca abbozzò un sorriso; lui non poteva vederlo, ma era il solito che aveva da ragazzo, ironico e canzonatorio, pensò: – mamma mia che brontolone che sono, stamani ho pure fatto uscire la mia anima a ricordarmelo, in fondo, tutte le stagioni hanno la loro vita, come io ho la mia, anzi, sarebbe anche tempo che iniziassi il mio giro di lavoro, questa mattina! Affrettò il passo, e la sua alta figura si mescolò fra la gente, apparentemente tutta uguale, con l’anima e senza. La sera stessa, ripensando all’ episodio del bar, a gran voce esortò l’anima a uscire fuori, ma non vide nulla materializzarsi! Guarda sei stato tu a dirmi, di chiamarti, quando ne avevo bisogno? Ancora Niente! Nessuna risposta! Nessuna Apparizione! Ma appena appoggiò la testa sul cuscino del suo letto, udì una vocina sottile, che gli sussurrò : “sei sicuro che stamani eri tu e non il tuo antagonista”? Rocco analizza le spinte pulsionali dell’Eros e del Thanatos, ne deduce chiaramente i bisogni pulsionali vissuti come estranei alla parte cosciente della sua personalità, ovvero quei disturbi che scaturiscono dal conflitto tra l’io cosciente e ricordi che il Super io non vorrebbe rievocare. Prese le lenzuola e si coprì il capo e cadde in un sonno profondo!



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Racconto scritto il 20/08/2016 - 01:48
Da Savino Spina
Letta n.1361 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Bellissimo racconto.

antonio girardi 20/08/2016 - 15:08

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Ognuno, può trovare la propria chiave di lettura, ma la mia è anche un invito a prestare ascolto alla voce della propria anima, a ricomporre quella frattura che spesso noi stessi contribuiamo a realizzare tra la nostra anima e il nostro corpo, dimenticando che siamo un tutt’uno e che nessuna delle due parti può e deve prevalere sull’altra.
E’ un richiamo all’armonia, all’attenzione a se stessi che si riallaccia ad un’altro messaggio: se non amiamo noi stessi, come ameremo gli altri?

Savino Spina 20/08/2016 - 11:50

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Bel racconto razionale dal corpo eterico che regala astrazioni emozionali. Molto piaciuto. Complimenti Savino e buon fine settimana.

Ruggero Chiesa 20/08/2016 - 06:49

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