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Il ripensamento

Andrea alla guida della sua auto sportiva, rincasa dall’ufficio dopo ore interminabili di routine, quando ad un certo punto viene attratto da scene olografiche sui cartelloni pubblicitari, che iniziava e terminava con “VORRESTI VIVERE PER SEMPRE”? Intanto il rapporto con la moglie non era più idilliaco come all’inizio sposati, erano sorte alcune incomprensioni e tra l’altro c’era di mezzo, pure un episodio di infedeltà, che Andrea non era riuscito a confessare a Paola. Ora aveva altro per la testa e non riusciva a non pensare alla pubblicità della Eternit; da decenni l'obiettivo dell'umanità era il raggiungimento della perfezione: il veicolo più veloce, l’aspetto migliore, il telefono più potente e versatile. All'indomani, dall'ufficio, in pausa pranzo, si era detto tanto per sentire, chiamerò alla Eternit per avere informazioni. Per tutta la mattinata Andrea aveva lavorato come un automa, rispondendo ai colleghi con rapidi monosillabi e i suoi pensieri erano diretti al criptico messaggio pubblicitario. Controllò di nuovo l’ora e scoprì che erano passati solo quattro minuti dall’ultima volta e mancava poco alla pausa pranzo. Quando infine giunse, prese lo smartphone e inoltrò la chiamata, due squilli e una voce sensuale femminile rispose dall’altra parte. «Eternit, buona giornata; in cosa posso aiutarla?» «Buon giorno», esordì Andrea: «Ho visto uno dei vostri cartelloni pubblicitari e mi chiedevo in cosa consistesse». La donna parve capire subito a cosa si riferisse l’uomo. «Le prenoto un appuntamento col dottor Rossi, signore, se desidera e senza impegno.«Mi dia il suo codice identificativo e, dopo la verifica, la contatteremo per un appuntamento». Andrea accettò, nemmeno un minuto dopo il suo cellulare squillò, l’uomo prese la chiamata e rispose. Era la stessa donna di prima. Due giorni dopo il dottor Rossi l’avrebbe ricevuto. Andrea ringraziò, l’appetito gli era passato e anche la voglia di sbrigare le pratiche. Quando ne parlò a Paola, era preparato alla sua reazione: un’ennesima crociata sul denaro buttato e le illusioni di un uomo sulla soglia dei cinquant’anni. «Ne ho quarantasei», puntualizzò Andrea. Mi spiegheranno tutto fra due giorni e chiederò tutte le informazioni. Non ho firmato nessun contratto, ancora». La discussione andò avanti fin dopo l’ora di cena. Due giorni passarono in fretta. Nel frattempo Andrea tentò di non pensare all’appuntamento alla Eternit. Paola non gli diede tregua e continuò la sua crociata, trovando una scusa o l’altra per tornare sul discorso, non riuscendo però a scalfire l’indifferenza dell’uomo. Alle dieci esatte della fatidica mattina Andrea uscì dall’ufficio, entrò nel suo veicolo, prese la superstrada e impostò il navigatore sull’indirizzo della Eternit. Arrivato al parcheggio della società. «Benvenuto alla Eternit, signor Valente», lo salutò una voce registrata. Andrea scese dall’auto e si guardò intorno. «Segua la linea verde, signore», continuò la voce, come se gli leggesse nel pensiero. Davanti a lui una serie di led verdi si illuminò in direzione di una porta a due ante a scorrimento laterale, che formavano un curioso incastro fra una H e una G. Andrea seguì le luci e, a pochi passi dalla porta, le ante si aprirono su un ascensore, che salì appena l’uomo vi entrò. Una dopo l’altra le spie dei piani si accesero e spensero settantadue volte. Andrea si ritrovò su un corridoio luminoso con le pareti tappezzate di pannelli olografici in cui catene elicoidali di DNA si formavano, si dividevano e si riformavano in continuazione. «Benvenuto, signor Valente», lo salutò un’altra voce, questa volta proveniente da una persona reale. La donna, seduta a una scrivania, gli stava sorridendo. Andrea si avvicinò e ricambiò il saluto. «Il dottor Rossi la riceverà subito», continuò la segretaria, «si accomodi pure». «Prego, mi segua», disse, incamminandosi lungo il corridoio. «Grazie per avermi ricevuto, dottore», rispose Andrea e aggiunse: «Ho cercato di spiegare alla sua segretaria che la mia, almeno per adesso, è solo una curiosità. Non volevo farle perdere tempo». «Non c’è alcun problema, signor Valente», lo tranquillizzò Il dottore, «prima di fare un contratto è diritto del cliente conoscere il prodotto, non trova? Si accomodi e le spiegherò in cosa consiste il nostro programma Elisir eterno». Sedettero entrambi e il dottor Rossi armeggiò col suo smartphone finché sulla parete alla sua destra non apparve un’immagine olografica. «La invito intanto a guardare questo breve filmato», disse il medico. «Dura solo tre minuti». Una coppia, molto simile a quella che aveva visto nel cartellone sulla superstrada, stava camminando lungo il sentiero di un parco. I due si tenevano per mano e sembravano felici. Dopo circa mezzo minuto qualcosa cambiò. L’uomo iniziò a invecchiare a vista d’occhio, i capelli si fecero via sempre più grigi e radi, le spalle si incurvarono e l’incedere rallentò, finché l’anziano cadde a terra, socchiuse gli occhi e non si mosse più. La donna, ancora giovane, si accovacciò presso il cadavere, carezzò la testa dell’uomo, poi si rialzò e continuò a camminare. Andrea capì che non era stata una coincidenza che avesse mostrato l’uomo in quel filmato. Se fosse venuta Paola al suo posto, avrebbe visto la situazione opposta: la donna che invecchiava e moriva e l’uomo che restava giovane. «Che ne pensa»?, chiese il dottor Rossi, spegnendo l’olografia. «È senza dubbio una storia d’impatto», rispose Andrea e aggiunse: «Ma questo è marketing, dottor Rossi, lo sappiamo entrambi. E riassume lo slogan che avete scelto: “vorresti vivere per sempre?” Io vorrei conoscere i dettagli, adesso, vorrei sapere cosa farete al mio corpo, se accetterò la vostra proposta, e come sarà la mia vita». «Domande più che pertinenti, signor Valente», disse il medico e «Lei sa bene di cosa ci occupiamo alla Eternit? Fin dall’inizio il nostro obiettivo è stato quello di migliorare la qualità della vita dell’uomo. Nel corso degli anni siamo riusciti a raggiungere molti obiettivi, decine di malattie e disfunzioni sono scomparse grazie alla nostra ricerca. L’ingegneria genetica non ha più segreti per noi. Vede, signor Valente, l’invecchiamento è causato da tantissimi fattori e nell’antichità sono nate diverse teorie su questo insieme di processi, che le voglio risparmiare. Lei conosce il nostro motto: mens sana in corpore sano. È per questo motivo che abbiamo deciso di creare il progetto Elisir eterno, per avvalorare quel motto, perché non sarebbe logico né onesto migliorare la qualità della vita se poi quella vita ha termine, se il corpo deperisce, se il cervello si spegne, non crede»? «Sì, certo», rispose l’uomo e controbatte: «Ma la morte è qualcosa che abbiamo imparato ad accettare fin da bambini, tutti muoiono, è nelle leggi della natura». «Sì e no» e Rossi armeggiò ancora con lo smartphone e sulla parete apparve una scena preistorica. A quella ne seguirono tante altre, scorrendo veloci e mostrando stili di vita sempre più moderni fino all’epoca attuale. «Tutto questo era nelle leggi della natura, signor Valente? Da quando l’uomo ha messo piede sulla Terra ha cercato di migliorare la sua vita, allungando il tempo che gli era stato concesso agli albori. Adesso si vive in media fino a ottantacinque anni, i più longevi arrivano anche a cento. Tre secoli fa tutto questo sarebbe stato fantascienza. L’uomo ha cambiato la natura piegandola alle sue esigenze e rallentando sempre più i processi di invecchiamento. I nostri ricercatori sono partiti proprio dalla Preistoria per arrivare a Elisir eterno». «Tutto questo è senz’altro affascinante, dottor Rossi, ma la mia domanda resta la stessa: cosa farete al mio corpo? Cosa mi aspetterà»? «Agiremo sul suo DNA, signor Valente», rispose Rossi. «Lei deve sapere che le nostre cellule vengono replicate, ma durante la replicazione possono verificarsi errori, che il DNA non riesce sempre a riparare, e quindi si accumulano. Alla base dell’invecchiamento c’è proprio un aumento di questi errori. Noi siamo riusciti a far correggere alle cellule tutti gli errori che insorgono durante la duplicazione del DNA. Ma questa è solo la prima parte del programma, quella che riguarda l’aspetto ingegneristico dell’operazione. Elisir eterno si sviluppa su tre moduli: dopo aver perfezionato il DNA, il paziente trascorrerà alcuni mesi nella nostra clinica di degenza, dove sarà seguito ogni giorno con analisi e test per monitorare le funzionalità del suo organismo. Se tutto andrà per il meglio, si passerà al modulo successivo: sarà prescritta al paziente una dieta ferrea a cui dovrà attenersi. Lei sa bene che l’alimentazione è collegata a molte patologie. Infine, terzo modulo, accoglieremo il paziente nei nostri villaggi-parco, per garantire una vita sana e soprattutto eterna. «L’invecchiamento, signor Valente, è un processo irreversibile, quindi non possiamo accettare pazienti che presentino evidenti segni di senilità. Voglio essere onesto con lei: se deciderà di far parte di Elisir, non è detto che noi accetteremo lei. Dovrà superare i nostri test psico-fisico attitudinali, requisito fondamentale per ottenere uno stato di perenne benessere. Se ha altre domande, sarò ben felice di chiarire tutti i suoi dubbi». «Ha parlato di test psico-fisico attitudinali», chiese ancora Andrea, incuriosito. «Di che si tratta»? «Sono quiz di cultura generale e di intelligenza per misurare il livello di senescenza delle sue cellule cerebrali, a cui seguiranno approfondite visite mediche per appurare la sua salute e il corretto funzionamento di ogni organo». «Avrei un’ultima domanda, quanto costa tutto questo»? chiese l’uomo «Un milione di euro, anche mutuabili», rispose Rossi. «Un milione», ripeté Elia e replicò «È un bell’investimento»! «Per una vita eterna? Direi che non è molto, se ci pensa bene». «Non ha tutti i torti», concesse Andrea e aggiunse: «Bene, dottor Rossi, io la ringrazio davvero per il tempo che mi ha dedicato. Ho bisogno di pensarci. È una bella spesa e devo anche capire se posso permettermela». «Nella brochure personalizzata che le invierò troverà anche i dettagli per il pagamento. Le annuncio che l’anticipo è di soli centomila euro. Il resto è in rate bimestrali». Durante il ritorno a casa l’uomo se la prese comoda. Impostò il pilota automatico a una velocità di crociera di 70 chilometri orari, si adagiò sul sedile reclinato, chiuse gli occhi e lasciò vagare i suoi pensieri. Il dottore aveva risposto a tutte le sue domande senza esitare, eppure aveva la sensazione che gli nascondesse qualcosa. C’erano comunque due dettagli da non sottovalutare, anzi tre. Primo: il milione di euro. Poteva affrontare una spesa così alta? Prese il cellulare, avviò l’app della banca e richiese il valore delle sue azioni. Era sicuro al 100% di potersi permettere l'anticipo, ma le rate? Secondo: il lavoro. Avrebbe dovuto licenziarsi, ma questo non era un problema anzi, era un vantaggio, perché avrebbe ricevuto una sostanziosa liquidazione, ma quale lavoro avrebbe fatto nei villaggi-parco? Si pentì di non aver chiesto a Rossi informazioni su quei villaggi. Dov’erano? E com’erano fatti? Andrea sperò di trovare qualche immagine sulla brochure che avrebbe ricevuto. Terzo: Paola, alla Eternit sapevano che era sposato? Alle sei di mattina di due giorni dopo arrivò la brochure sul cellulare. Andrea era già in piedi, a bere un cappuccino e mangiare un cornetto, la brochure interattiva richiedeva una lettura attenta e adesso l’uomo non aveva tempo. L’avrebbe letta in ufficio in pausa pranzo e così fece, si sedette alla scrivania e si concentrò sulla lettura. Il dottor Rossi era stato di parola. La brochure era personalizzata e in base ai dati ricavati dal suo codice identificativo forniva informazioni precise. In generale mostrava tutto ciò che Andrea aveva già appreso, ma in più c’erano dettagli sulla degenza e sull’occupazione equiparata alla sua istruzione e alle sue aspirazioni. Un’ora prima di uscire dall’ufficio ricevette un messaggio dalla banca. La liquidazione delle sue azioni ammontava a 346000 euro. Abbastanza per l’anticipo previsto e mentre tornava a casa, sapeva di aver già preso la sua decisione. Il problema, adesso, era comunicarlo a Paola. Andrea era stato convocato per il lunedì seguente. Si chiese se sarebbe riuscito a superare i test attitudinali. Aveva una discreta cultura, una laurea in comunicazione e leggeva tutti i giorni. Quando uscì di casa, quel lunedì, a stomaco vuoto come si erano raccomandati nella convocazione, Andrea la quel giorno non incontrò il dottor Rossi. Dopo il prelievo un medico lo lasciò in una stanza da bagno con l’occorrente per lavarsi e tornò a prenderlo un’ora dopo per accompagnarlo in una piccola sala. I quiz di cultura generale e intelligenza si rivelarono più complicati del solito, rispose come meglio poté, cominciando a temere di non farcela. Nel pomeriggio iniziò la visita medica. Uno scanner olografico passò in rassegna il suo corpo e su un monitor apparve una serie di valori. Poi entrò nella camera tomografica e anche le sue interiora furono minuziosamente esaminate. Alle 16 era tutto finito e con mille pensieri in testa e la sensazione di essere stato osservato al microscopio da un’entità aliena. «Riceverà il responso entro due giorni», gli aveva comunicato una delle segretarie a testi ultimati. Era stato sottoposto a una serie di esami che avrebbero valutato se fosse stato adatto a una vita eterna o condannato a una morte predestinata come tutti. Com’è nell’ordine naturale delle cose. Quando lesse il messaggio sul cellulare, “Siamo lieti di accoglierla nel programma Elisir”, Andrea era in riunione col direttore e alcuni colleghi, due giorni dopo i test attitudinali. Con uno sforzo mascherò l’euforia che lo colse, anche se temeva fosse più per aver superato gli esami che non per la reale possibilità di vivere per sempre. La Eternit gli dava appuntamento per il sabato successivo e lo pregava di dare conferma della ricezione del messaggio, trasferire i centomila euro di acconto entro quarantotto ore e inviare il contratto allegato con la sua firma digitale. A casa, quella sera, pagò l’acconto e iniziò a preparare la valigia. Paola lo lasciò fare e non gli fece domande, ormai aveva accettato la situazione. «Il test è andato bene, signor Valente», disse il dottor Rossi. Era nel suo ufficio nella clinica e stava mostrando all’uomo i risultati degli ultimi esami. «Il suo organismo risponde alla perfezione». «Bene», disse Andrea. Rossi e aggiunse: «Il suo organismo è in ottime condizioni. Lei fa ora parte a pieno titolo di Elisir. Domani un elicottero la porterà al villaggio-parco che le abbiamo assegnato. Un educatore la affiancherà durante la prima settimana, per farla ambientare e introdurla alla sua nuova occupazione, ma potrà contare su di lui in ogni momento». «Bene», riuscì a dire Andrea dopo un attimo di esitazione e proseguì: «Non nascondo di essere molto incuriosito da questi villaggi-parco. «Stia tranquillo», assicurò Rossi: «I villaggi-parco sono luoghi autentici, ma la loro estetica si modifica grazie alla realtà dedicata. In base allo stato d’animo dell’ospite e ai suoi gusti e interessi l’ambiente reagisce, restituendo immagini virtuali modellate su quelle reali. Nel corso degli anni aveva sempre avuto un senso di colpa per essersene andato e averli abbandonati tutti; aveva visto morire tutti gli amici, la moglie, i genitori e sentiva il vuoto per quelle scomparse e soprattutto la mancanza di affetto e amore. Si sentiva svuotato, come se il destino gli avesse tolto qualcosa di indispensabile. Parlando con Simone (altro ospite dei villaggi-parco )gli disse: Siamo nati col pensiero di dover morire, anche se il più tardi possibile, quindi non è così facile come sembra accettare tutto questo. Specie quando vedi morire tutti i tuoi cari. Ecco, a questo non ci hanno preparato, ma chi potrebbe farlo? E aggiunse: «Comunque voglio parlare al dottor Rossi»! «Rossi»?, disse Simone, «è morto almeno cinquant’anni fa, si è schiantato a trecento all’ora su una superstrada. Pensavo lo sapessi. Non ha mai fatto parte di Elisir. Il dottor Rossi era sposato e aveva tre figli, quando è morto». «Sacrificare la discendenza? Che stai dicendo»? Un sospetto iniziò a farsi largo nella mente di Andrea. Simone lo guardò come un adulto guarderebbe un bambino e disse: «Senti un pò, da quand’è che non vai con una donna»? «Oh, beh, non ricordo, ma è parecchio». «Te lo dico io, allora. Da quando sei entrato al villaggio-parco». «Sì», confermò l’uomo, ricordando le sue avventure extraconiugali e poi le sue relazioni platoniche al villaggio. «Più o meno in quel periodo. Ma che significa? Sono stato occupato col lavoro, con le varie attività ricreative e» «Questo è quello che pensi tu», l’interruppe Simone. «Ma in realtà hai smesso di andarci perché non ne hai più sentito il bisogno». «È vero che non ne senta la necessità, ora, ma ho anche la bellezza di centoventotto anni. Tu pensi di essere un ragazzino»? «No, tu non senti quel bisogno da oltre ottant’anni». «Sai perché facciamo sesso»? «Ma che domande fai? Certo che lo so». «No, non lo sai, ma te lo spiego io. Lo facciamo per prolungare la nostra specie. Per renderla immortale, per farla vivere per sempre. Ci illudiamo di fare sesso perché è divertente e lo è senz’altro, ovvio ma alla natura del divertimento non gliene frega niente. Quello è solo un trucco della natura per assicurarsi che la nostra specie vada avanti, che non si estingua». «Ok, hai ragione, ovvio che sia così. Ma che c’entra tutto questo con noi»? Simone non rispose subito. Col pensiero tornò alla sua vita prima dei villaggi-parco, quando era un uomo come tutti gli altri, quando aveva una donna e progettavano insieme di metter su famiglia. «Se gli individui di una specie sono immortali», disse, tornando a guardarlo, «che bisogno c’è di fare sesso»? Andrea non rispose. «Se viviamo per sempre», continuò poi, «non abbiamo bisogno di figli. Quindi il sesso diventa inutile». Ripensando a tutta la sua vita, si rese conto di aver vissuto davvero soltanto fino alla fine del suo matrimonio con Paola. Tutti gli anni successivi erano stati un lento procedere lungo la linea del tempo e ora gli apparivano vuoti, senza una meta, senza obiettivi. Senza una speranza. Speranza di cosa? “Di morire”, pensò Andrea. Sì, quando sai che un giorno finirà tutto, ti poni dei traguardi, perché sei stimolato dal raggiungimento del benessere prima della dipartita. Quello è il vero benessere, si convinse Andrea dentro di sé, trascorrere bene il periodo di vita che ci è concesso. Quando sai di poter vivere per sempre, a che serve avere degli obiettivi? A che serve pensare, fare piani, progetti? A nulla. L’eternità è solo un’infinita e asessuata attesa senza soddisfazione. Avrebbe chiamato il suo educatore, per riferirgli di voler uscire dal programma Elisir. L’educatore lo ascoltò in silenzio senza mai interromperlo. Poi esclamò: «Vuole morire come una persona normale»? «Se lei uscirà dal villaggio-parco, morirà nel giro di pochi giorni. «Rivoglio la mia vita, voglio visitare la tomba di mia moglie e dei miei amici, conoscere i loro figli e i loro nipoti». rispose Andrea. «Lei non riavrà la sua vita, ma soltanto una morte annunciata», disse l’educatore. Tuttavia io posso prepararle il modulo, che lei dovrà sottoscrivere in ogni sua parte. La chiamata giunse tre giorni dopo. «La Direzione ha accolto la sua richiesta, signor Valente», gli comunicò l’educatore al telefono. La sua decisione è insolita e non del tutto condivisibile, ma lei è del tutto consapevole delle sue scelte; entro domani mattina sarà pronto un elicottero che la riporterà a casa. L’unico suo rimpianto, si accorse in quel momento, mentre il velivolo si alzava portandolo lontano dal villaggio-parco, era di non essere invecchiato insieme a Paola. E quello non fu il solo dolore che provò. Ma fu compensato dall’affetto dei suoi pronipoti, che l’hanno accudito con amore, il poco tempo che gli restava di vivere.



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Racconto scritto il 30/08/2016 - 19:34
Da Savino Spina
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Commenti


Nel giorno della sua condanna a morte, Socrate insegna ai suoi discepoli la dottrina dell’immortalità dell’anima, mostrando come vivere quel convincimento personale. Spiega quanto sia importante liberare l’anima dalla prigionia del corpo tramite l’accettazione delle verità eterne della filosofia. Chi vuole vincere la morte, deve morire, ma, si badi: cessare davvero di vivere, non continuare a vivere come corpo immortale; perdere la materialità terrena e rimanere immortali, per quello che si è lasciato in vita!

Savino Spina 30/08/2016 - 23:24

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