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Vacanza in umbria

Ricorreva l’anno 2000 e inizio agosto, ancora mi dovevo organizzare per le vacanze estive, quando la dottoressa Aida, mi offrì una settimana di vacanza, nella sua casa di multiproprietà. Lei non ci poteva andare e aveva avuto la carinissima idea di propormi di andarci al posto suo; non vi dico la gioia dei miei figli e quella di mia moglie. Non sarò mai abbastanza riconoscente ad Aida, per la magnifica vacanza che ci ha regalato, perché inaspettata e poi al di là della breve conoscenza lavorativa, non c’era un’intimità tale da giustificare questo gesto; allora lavoravamo nella stessa farmacia. Dovete sapere che i dottori di farmacia (a parte i titolari) vanno e vengono e difficilissimo trovarne uno che resta tutta la vita lavorativa, in un'unica farmacia; quindi ne ho conosciuti moltissimi, quando lavoravo in quel settore. Giunse il giorno della partenza e alla mattina presto arrivammo al “Villaggio Carpie Diem Living, dovemmo aspettare più di un’ora per avere in consegna l’appartamento mirtillo (tutti i locali avevano nomi di frutta o di fiori); nel frattempo abbiamo dato uno sguardo intorno e ci siamo reso conto delle strutture, che l’impianto vacanziero metteva a disposizione. Fatti i preliminari alla reception e acquistata la tessera, per l’accesso alle strutture del villaggio vacanze, prendiamo possesso dell’appartamento a piano terra. Scarichiamo le valige e riponiamo il contenuto nell’apposito mobilio. Il villaggio era situato non più di cinque chilometri da Assisi, città dove nel 1182 nacque San Francesco. Così decidemmo di visitare, per quanto ci sarebbe stato possibile i luoghi che lo riguardassero e naturalmente, la prima tappa fu la basilica di San Francesco. Quel mattino, anche se era piena estate, l’aria non era troppo calda, anzi ad accompagnarci in quel pellegrinaggio c’era un leggero e piacevole soffio di vento. Entrammo nella basilica: ci trovammo in un luogo incantevole e semplice, proprio com’è lo stile Francescano. Avemmo fin da subito la sensazione di trovarci in un luogo fuori dal mondo, anzi ci sembrava di essere in un mondo completamente nuovo: la frenesia e gli affanni della nostra società sembravano lontani da noi. Provavo una forte commozione, che era dovuta a quell’intenso silenzio e a quella pace, che regnava su di noi; quel silenzio veniva di tanto in tanto interrotto solamente dai nostri passi e da qualche raro chiacchierio di gente, che pregava o da chi raccontava le proprie emozioni, cercando sempre di non disturbare gli altri. Da quegli affreschi realizzati da personaggi illustri, come Giotto e Cimabue, rappresentanti la storia di Gesù e la storia di San Francesco, rimanemmo incantati; l’arte abbracciava la misticità di quel luogo diventando una cosa sola. Andammo dove c’erano le sacrestie, vedemmo un antico lavabo che negli anni passati serviva ai Frati Francescani per lavarsi le mani prima di celebrare la Santa Messa. A metà navata attraversammo le due rampe di scale e ci trovammo nella cripta: lì, sull’altare protetto da una grata, c’era il sarcofago in pietra, dove è custodita la salma di San Francesco. L’emozione che provai, era indescrivibile in poche righe, ma forse non potrei descriverla neanche scrivendo interi libri, perché credo che certe cose, per rendersi conto delle profonde emozioni che lasciano dentro, si debbano solamente vivere. Arrivati al piano superiore della basilica, ad accoglierci c’era una luce intensa che penetrava dalle finestre: anche lì rimanemmo affascinati dai tanti affreschi, ma purtroppo si vedeva anche qualche ferita lasciata dal terremoto del 1997. Come seconda tappa andammo a visitare la basilica Santa Maria degli Angeli: anch’essa molto bella e ricca d’immagini suggestive. In cima alla basilica c’era una grande statua in bronzo della Vergine Maria, tutta rivestita d’oro. All’interno vedemmo la Porziuncola, la minuscola chiesetta abbandonata, dove morì San Francesco nel 1226 (praticamente a quella chiesetta la basilica faceva da scrigno). Usciti dalla basilica andammo a visitare l’eremo delle carceri di San Francesco.
Chi va in quei luoghi deve recarsi a piedi, perché la stradina che porta alle carceri è molto stretta, lì ogni angolo ti parla di lui, ogni angolo ti racconta qualcosa della sua vita. Durante il nostro cammino incontrammo 3 statue di bronzo, che rappresentano Fra Leone, Fra Ginepro e San Francesco che di notte guardavano le stelle: una era in piedi, l’altra in ginocchio e San Francesco, giaceva a terra contemplando estasiato la notte splendente. La forma del cappuccio del suo saio ricorda quella della luna a significare l’empatia con il Creato e la comunione con tutte le cose. Quelle statue da lontano, sembravano 3 monaci in carne ed ossa. Successivamente vedemmo le grotte dove San Francesco e i suoi confratelli si raccoglievano in meditazione: per entrarci bisognava abbassarsi; un claustrofobico non riuscirebbe a rimanerci neanche per pochi secondi. Poi, nei pressi di un ponte c’era il leccio, ove San Francesco impartì la benedizione agli uccelli, lì, ancora oggi, ci sono delle colombe bianche che rimangono sempre in quel luogo, sia in autunno che d’inverno, sia in primavera che d’estate. Anche lì ad accompagnarci c’era un silenzio uguale a quando eravamo in basilica, solo che questa volta a fare da sfondo e a rendere tutto ancor di più un paradiso terrestre, c’era il soave canto degli uccelli. A tardo pomeriggio a malincuore, decidemmo di rimetterci in viaggio per ritornare al villaggio e saremmo ritornati nuovamente in quei luoghi fantastici, che ci avevano arricchiti nel cuore e nell’anima, per riscoprire altre bellezze, che ancora non avevamo visitato. Quella prima sera cenammo al ristorante del villaggio e mangiammo le specialità della casa, facemmo conoscenza con altri vacanzieri e la cosa più importante Giusy e Davide fecero amicizia con altri bambini. La mattinata la passavamo in piscina, era uno spasso osservare i miei figli sguazzare nell’acqua e giocare con gli altri bambini, mentre Giulia se ne stava comoda sul suo lettino a prendersi la tintarella. Dopo pranzato i miei facevano la pennichella pomeridiana, io prendevo la bicicletta e pedalavo fino ad Assisi e oltre; insomma andavo in ricognizione alla scoperta di luoghi da visitare. Una mattina abbiamo visitato Norcia con la Basilica di San Benedetto la cui costruzione originale, con la splendida facciata gotica, il rosone e i fregi dei 4 evangelisti risalenti al XII secolo, il Portico delle Misure, un mercato dei cereali al coperto, con le misure di capacità in pietra ancora ben visibili, edificato a ridosso della basilica nel 1570. La Cattedrale di Santa Maria Argentea, edificata sul sito occupato da una pieve demolita nel 1554 per far posto alla Castellina, di cui rimane il portale rimontato sul fianco sinistro, ospita alcune opere di autori fiamminghi e un trittico murario del XVI secolo di Francesco Sparapane. La Piazza San Benedetto, ma sempre di notevole interesse artistico, è il complesso Monumentale di San Francesco la cui costruzione risale al XIV secolo e che ospita oggi l'archivio comunale e la biblioteca civica. Un tour di force, per visitare tutte quelle meraviglie e con sorpresa i miei figli erano alquanto attenti e interessati a ciò che vedevano e mi rivolgevano un sacco di domande, per saperne ancora di più, sui dettagli e gli aneddoti. Un’altra mattina siamo stati a Cascia alla Basilica e il Monastero, appartenenti al Santuario di Santa Rita da Cascia, alla chiesa di San Francesco, in stile gotico che conserva in facciata un rosone e un portale ogivale. Alla chiesa di Sant'Antonio Abate, originaria del Quattrocento ma ristrutturata e modificata in epoca barocca che all'interno conserva un ciclo di tele sulla Storia di Sant'Antonio. Alla chiesa di Santa Maria della Visitazione, antica collegiata di Santa Maria, è uno degli edifici più antichi della città, di origine longobarda, ma fortemente rimaneggiata in seguito ai danni riportati nei terremoti. Al suo interno si conserva un Crocifisso ligneo del 1400. È di epoca gotica anche la chiesa di Sant'Agostino, al cui interno si trovano affreschi di scuola umbra e perugina. Per finire un ultima mattina l’abbiamo dedicata alla visita di Spoleto con il Duomo o cattedrale di Santa Maria assunta, sorto nel 1067 sui resti di una chiesa del IX secolo. Notevoli gli affreschi del Pinturicchio nella Cappella del vescovo Eroli e di Filippo Lippi nell'abside della navata centrale. La chiesa di San Salvatore (IV-V secolo, con rifacimenti longobardi dell'VIII secolo), fra le più antiche basiliche di origine paleocristiana in Italia. La chiesa di Sant'Eufemia (XII secolo), costruita nell'area di una insula, di cui restano mosaici e mura (e che costituisce un raro caso italiano di chiesa romanica con i matronei). Il monastero di Sant'Agata e la chiesa di San Pietro. La chiesa di Sant'Ansano, del primo medioevo, costruita sul sito del tempio romano dedicato a Giove, riconoscibile ancora nella cripta. Il penultimo giorno di vacanza giocando a calcetto, durante un contrasto sul terreno di gioco, ho subito un duro colpo alla caviglia, riportando una forte contusione che mi impediva di camminare liberamente. A parte questo leggero fatto negativo, è stata una bella vacanza e che a distanza di sedici anni, conserviamo ancora vivido il ricordo di quel tempo spensierato, trascorso nel binomio relax e cultura. Inoltre ricordo al ritorno per Napoli, una fitta nebbia ci ha accompagnato per un bel tratto di strada, che ci ha tenuti un po’ in apprensione, ma appena è scomparsa, abbiamo proseguito senza intoppi.



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Racconto scritto il 11/09/2016 - 01:11
Da Savino Spina
Letta n.1905 volte.
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