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Con nessun'altra

Luce.
«Perdonami se a volte non ce la faccio, se non riesco a rilassarmi al cento per cento. Per me è già tanto, non ci riuscirei con nessun’altra… con nessun’altra…»
Buio.
«Come sto?»
«Sei tutta scomposta, ma forse ti preferisco così piuttosto che quando ti metti in tiro.»
E la bacia. Alessandra si alza dal letto, senza preoccuparsi di mettere nulla addosso. Non siamo in un film e il finto pudore non è da lei. Entra in bagno, lascia la porta aperta, si guarda allo specchio. “Gli piaccio così…” pensa “e io che sono stata due ore a prepararmi prima di uscire di casa, non lo capirò mai quest’uomo.” Capelli scompigliati, trucco sbavato e un rossore in viso che non dava adito ad altre possibili interpretazioni. Lui entra e la stringe a sé, mentre lei continua a osservarsi.
«Quanto mi ecciti, Alessà, non puoi capire. Non ho mai provato una sensazione del genere con nessun’altra.»
Alessandra sente il suo membro premergli contro. Sussurra con tono malizioso «Luca, ancora…»
Lascia la frase a metà, investita da un fiume di parole: «Oh, se vuoi farti una doccia non ti fare problemi. Per me potresti pure dormire qua. Il letto è grande e in due si sta meglio. Domani mattina, con calma, io vado a lavoro e tu torni a casa, tanto i pullman passano ogni mezz'ora. Non te l’ho detto prima perché i tuoi li conosco, quelli rompono, lo so… Ora che ci penso ho anche i cornetti! Forse la nutella è finita, devo controllare…»
«Lo sai che non posso. Anzi, ora inizio a prepararmi che si è fatto pure tardi.»
«Dai, rimani ancora un po’ qua, è da tanto che non ci vediamo e poi la settimana prossima torno al paese…»
Alessandra continua a fissare il loro riflesso nello specchio. Presi singolarmente non potrebbero definirsi due bei ragazzi ma insieme formano una coppia stupenda, peccato che non lo siano. Per essere precisi non sono neanche una coppia.
“Rimanere qua a dormire, sì, sì… mi ha preso per scema probabilmente. Potrei anche farlo, poi però domani mi tocca sgusciare via come un gatto all'alba. Altrimenti al coinquilino poi che dice? Che la sua fidanzata è diventata improvvisamente liscia e nana?”
Alessandra non ricordava neanche più come era iniziata tra loro, chi aveva fatto il primo passo e come si era ritrovata a fare l’amante. Faticava anche a pronunciare quella parola, il cui nobile significato era diventato ormai un bieco marchio d’infamia. Non si sentiva una sgualdrina ed era maggiormente tormentata dal suo non sentire rimorso che dall’atto in sé. Lo amava, non c’era dubbio. Amava la sua parlata strana, i denti larghi, i riccioli ribelli. Faceva addirittura finta di ascoltarlo ogniqualvolta iniziava una filippica sulla politica, e ciò accadeva molto spesso. Alessandra di politica capiva poco o nulla: di sicuro era un argomento che non le interessava. Dava tutto e non le veniva restituito quasi niente.


Anche il semplice vedersi era un’impresa titanica. Si incontravano perlopiù a casa di lui, quando Gianni, il coinquilino, non c’era o era troppo impegnato per accorgersi di una presenza femminile nell'altra stanza. Tanto Gianni era stacanovista quanto Luca era scansafatiche. Nonostante vivessero insieme da due anni, non erano mai riusciti a instaurare un buon rapporto. Lui aveva la costante paura che Gianni potesse venire a scoprire della relazione. Era certo, nella sua irrecuperabile paranoia, che in tal caso Gianni non avrebbe perso un attimo a spifferare la notizia alla fidanzata, per vendicarsi della condotta non integerrima del coinquilino. Disordine era la parola d’ordine in casa loro.

Una lacrima inizia a scorrerle lungo il viso. Una lacrima muta. Solo lo specchio ne è testimone, gli occhi ciechi di Luca non riescono a guardare oltre l’immagine sbiadita dei loro corpi nudi. Lei, invece, si vede improvvisamente vestita di bianco, al fianco del suo uomo. Sente l’Ave Maria di Schubert e il pianto sommesso di amici e parenti. Non è mai stata religiosa ma questo pensiero le turba la mente.
La voce di Luca la scuote: «Oh, forse è tornato Gianni, ho sentito un rumore di passi proveniente dall’altra stanza. Fa’ piano, non sia mai sente qualcosa!»
La voglia di urlare e spaccare tutto quello che ha a tiro la invade. Sente qualcosa rompersi dentro di lei, un’improvvisa esplosione. È solo un attimo. Cerca gli slip ricamati, indossati appositamente per l’occasione e caduti in terra nella foga dell’amplesso. Inizia a rivestirsi con fare metodico e sensuale al contempo. Luca non riesce a resistere alle sue forme, con quel lento rituale di vestizione lei sa di provocarlo. In pochi secondi Alessandra si trova di nuovo sul letto con lui addosso. L’uomo cerca di bloccarla sotto il suo peso: «Guarda che io non ti lascio andare» le dice col migliore dei sorrisi possibile.
Lo conosce troppo bene quel sorriso. Si è piegata tante, troppe volte ad esso.
“Se non vuoi stare con me, non starai con nessun’altra.”




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Racconto scritto il 04/12/2016 - 20:45
Da All_of_me loves_all_of_you
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