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...appartengo al mare

c’era una volta
una piccola barca ormeggiata nel porto di un piccolo paese di pescatori. Nessuno sapeva di chi fosse, ma lei, indisturbata, ondeggiava fino a sfiorare la banchina, mai troppo, mai troppo poco.
La gente mormorava, c’era chi pensava che fosse di un qualche straniero, oppure di un pescatore che si fosse trasferito, ma nessuno, in realtà, sapeva di chi fosse e, soprattutto, come fosse arrivata in quel porto.
C’era una scritta sulla barca, con vernice azzurra, di quelle impermeabili che si usano sul legno, semilucida, brillante. C’era scritto: “appartengo al mare”… “e grazie tante”, pensava e sussurrava la gente. Dev’essere un gran intelligentone il proprietario. S’è vista mai una barca trainata da cavalli in corsa? O arrampicarsi sulle montagne?”
Ma un mare smeraldo come quello, in cui ormeggiava placidamente la barca, forse era una rarità e niente di più facile che il proprietario fosse, chissà, un forestiero un po’ bizzarro, pensavano i pescatori residenti e le loro mogli, curiose e intente a formulare le ipotesi più singolari.


Un giorno un bimbo di cinque-sei anni si avvicinò alla barca e notò che la corda che la teneva ormeggiata, era deposta sul fondo della barca. Il sole stava, pian piano andando a morire oltre l’orizzonte ed il mare aveva lasciato che la calma vincesse sulle increspature dorate. Un alito leggero di vento, solo uno, e la barca si mosse, leggera, verso il largo…
Il bimbo chiamò il padre. Il padre accorse, si guardarono stupiti, forse, per la prima volta, il padre vide nel figlio gli occhi di un uomo che s’azzarda a porsi delle piccole domande senza esprimerle ad alta voce.
Non sempre c'è un perchè...
La barca era serena. Sciocco pensare alla serenità guardando un insieme di tavole di legno inchiodate, eppure, la piccola barca con la scritta bene in vista, si allontanava mentre quattro occhi curiosi e affascinati osservavano che nel momento preciso in cui le stelle facevano capolino, la barca era ormai così lontana da non essere che un puntino appena visibile…poi, non più.
Un piccolo segreto con mille domande taciute e incantevoli ipotesi accompagnarono i cuori degli unici due presenti.


Il bimbo crebbe, s’innamorò di una forestiera, posò l’orecchio sul petto del suo amore a sentire il suo cuore come fossero piccoli pugni al mondo, come per gridare che sotto a quel corpo, c’era anche lui. Lei desiderava essere ascoltata. Il suo cuore desiderava essere ascoltato.
E le braccia di lui a tracciare confini con il resto del mondo, a proteggerla dal vento. Ma c’era qualcosa che non riusciva a rasserenarlo, un presentimento, una lama affilata che avrebbe trafitto il suo cuore.
Un giorno l’uomo rientrò a casa e, sorpreso, non trovò il suo amore, ma una lettera sul letto che recitava:
“appartengo al vento. Sono giunta a te, ma non posso restare. Non cercarmi, sono serena. Forse un giorno il vento mi ricondurrà a te”


E ripensò all'inizio. A quando i battiti del cuore erano così forti da coprire i rumori dei passi di quel pensiero doloroso, che andava via via colmando i suoi sensi. Quel vento che portò via la barca, proprio quel vento ora, aveva portato via il suo amore.
Ma non puoi trattenere una foglia al vento, devi lasciarla danzare, fino a sollevare la polvere e le domande, fino a raggiungere uno specchio d'acqua, una pozzanghera... adagiarsi e lasciarsi morire...


Cercò di comprendere e pensò che forse non erano mai stati un noi.


Fuori, un cielo stellato sciolse le sue lacrime
di vento e di mare




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Racconto scritto il 04/05/2019 - 15:44
Da laisa azzurra
Letta n.1077 volte.
Voto:
su 8 votanti


Commenti


Potrebbe essere un racconto di fantasia, come una storia reale...
Il fatto è che è scritto talmente bene e con metafore pertinenti da catturare il lettore e trascinarlo dentro una grande emozione...
Complimenti Laisa

PAOLA SALZANO 06/05/2019 - 09:39

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A volte , nella vita, ciò che colpisce e che non comprendiamo subito , lo riviviamo nel tempo a venire e allora troviamo tante risposte che prima non riuscivamo a trovare....
Un bellissimo parallelismo tra barca e amore che ritornano alla propria origine e dove il vento è solo uN tramite per capire che nulla poi ci appartiene fino in fondo....
Un po' triste tutto ciò... ma reso da te in modo esemplare e notevolmente avvincente! I tuoi racconti, in particolare, trascinano sempre fino all'ultima sillaba!

Buona domenica Laisa, a presto....


Alessia Torres 05/05/2019 - 16:56

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Sai creare con la fantasia metafore profonde. Stupenda favola

mare blu 05/05/2019 - 10:22

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Grazie di cuore Amici
...sempre estremamente generosi
...diciamo che lascio, come sempre, una libera interpretazione.
E mi piace un sacco leggere le vs considerazioni

laisa azzurra 05/05/2019 - 10:20

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Complimenti Laisa,
Un bel racconto

Salvatore Rastelli 05/05/2019 - 08:17

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I tuoi racconti sono poetici e perfino filosofici perché fanno riflettere. Sempre bravissima. Ti abbraccio

Maria Isabel Mendez 05/05/2019 - 00:31

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Un racconto di essenze.
La grande Madre Azzurra che
dà anima ed estensione ad un racconto
di grande impatto visivo.
Crei personaggi che si muovono
in vicende a dare significato agli
eventi.
Molto apprezzata!

Alpan Alpan 05/05/2019 - 00:01

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Molto bello questo racconto, non una fiaba ma una traccia che fan riflettere sui legami. Brava!

Millina Spina 04/05/2019 - 19:02

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Laisa, un tuo conterraneo tempo fa scrisse "più bella cosa non c'è". Ho letto d'un fiato cercando nell'anima la barca con quella scritta. Più bella cosa non c'è di questo racconto di vita, complimenti

Mastro Poeta 04/05/2019 - 18:55

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LAISA...Potrebbe essere una favola infatti inizia con c'era una volta...Spesso le fiabe hanno una morale, credo quì sia quella che il destino prende le sue strade e a noi non resta che comprendere e magari farsene una ragione. Molto bello il racconto, scritto bene. Ciao amica romana

mirella narducci 04/05/2019 - 18:19

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Bello, bello e ancora bello! In questo racconto non c'è una parola in meno nè una in più che stoni, è semplicemente perfetto. Il testo scorre via come soffiato dal vento. Da leggere e rileggere. 10 e lode!

Seby Flavio Gulisano 04/05/2019 - 15:59

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Hai fatto una crescita molto bella nella prosa, sono colpita da questo tuo racconto,
molto intimo e intenso...
L'appartenenza a se stessi, alla nostra originaria natura è un tema che amo.
Lo trovo bellissimo, non aggiungo altro...
Ciao tesoro

Grazia Giuliani 04/05/2019 - 15:55

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