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SOS MAMMA

Il dottore cercava disperatamente di raccapezzarsi. La povera Marta era distesa sul letto con un febbrone da cavallo, in preda a convulsioni. “Cavolo – si disperava il medico – abbiamo già provato di tutto, ma questa tremenda febbre non accenna a scendere”. Il marito di Marta, Guido, ed il figlio Carlo assistevano preoccupati ed impotenti alla scena; “Se fosse qui il dottor Piepoli, lui saprebbe cosa fare” sussurrò Carlo al padre. “Non dire così, questo medico ce la sta mettendo tutta!” gli rispose Guido; “In questi casi mettercela tutta non basta” ribatté il figlio. I due uscirono dalla stanza e Carlo si avvicinò alla finestra; “Guarda: - disse al padre col dito puntato all’esterno – il dottor Piepoli, da quando si è ritirato, abita nella foresta in quella direzione. Andrò a cercarlo e lo porterò o qui; è l’unica speranza che abbiamo per salvare la mamma”. “A quel che dicono, quella foresta è enorme. – fece Guido pensieroso – Trovarlo non sarà semplice”.
Con equipaggiamento leggero, Carlo partì alla volta della foresta, che si rivelò più lontana del previsto, non comparendo, se non dopo parecchio tempo, all’orizzonte. Il ragazzo si fermò per la notte in una locanda, dove ebbe fortuna nell’ottenere ulteriori informazioni su Piepoli: “Pare che viva sulla sponda del fiume che attraversa la foresta” gli indicò una cameriera, nipote del locandiere. Così al mattino Carlo proseguì verso la sua ignota meta alla ricerca di un corso d’acqua. Si addentrò tra gli alberi senza averlo trovato, ma poi, osservando un cervo che sembrava cercare dove abbeverarsi, lo individuò e cominciò a seguirlo. Dopo una giornata di cammino giunse ad una radura fra la vegetazione, dove vi era una capanna dal tetto di legno, all’interno della quale si scorgeva una luce accesa.
Il ragazzo bussò alla porta con il cuore palpitante e poco dopo si trovò di fronte un uomo dai capelli grigi, sulla settantina; “Dottor Piepoli?” gli chiese Carlo speranzoso. L’uomo annuì aggiungendo: “Che cosa vuoi?” “Abbiamo bisogno di Lei: – prese a dire il giovane – La mia povera mamma ha una gran febbre e convulsioni. Il medico che ora la assiste non riesce a guarirla”. “E questo perché dovrebbe interessarmi?” chiese Piepoli; “Lei è l’unica persona che può salvarla” rispose Carlo. “Sciocchezze! – esclamò il dottore – Poi ormai mi sono ritirato: non mi riguarda più!”. “Non posso accettare un Suo rifiuto! - obiettò Carlo dopo alcuni istanti di silenzio – Se non verrà con me, Dottor Piepoli, mia madre sicuramente morirà ed io non riuscirò a ricambiare il prezioso dono della vita che mi ha fatto e tutto il bene che mi ha sempre voluto”.
"Partiremo domani. – annunciò il dottore- Ora entra: hai bisogno di ristorarti e riposarti, altrimenti non riuscirai ad affrontare il ritorno a casa”. Carlo accettò volentieri l’invito; lui e Piepoli cenarono insieme e si trattennero a lungo a chiacchierare piacevolmente. Si augurarono poi la buonanotte e si coricarono. Il giovane si accorse di aver inizialmente giudicato male il dottore, persona in fondo gentile ed affabile.
Marta si riprese a poco a poco grazie all’intervento di Piepoli, che si fermò da lei e famiglia fino alla sua completa guarigione. La sera prima che il dottore ritornasse alla sua capanna nella foresta la donna lo ringraziò per l’ennesima volta: “Mi ha salvato la vita, sarò sempre in debito con Lei!”; “Ringrazi piuttosto suo figlio Carlo, che ha affrontato un lungo e difficile cammino per trovarmi, determinato come non mai a farmi venire qui, affinché la aiutassi” replicò il dottore. “Sono certa che lo rifarebbe: – riprese Marta – è un bravo ragazzo. Io e Guido siamo molto orgogliosi di lui”. Piepoli, a queste ultime parole, si fece pensieroso:” Forse sarebbe opportuno che io tornassi qui in paese; la foresta è troppo lontana perché mi si venga a cercare là in caso di necessità. Tornerò nel mio vecchio alloggio sopra l’ambulatorio, così che in caso di bisogno i paesani vi possano trovare un amico”.



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Racconto scritto il 15/05/2023 - 17:26
Da MARCO CSPT MARTELLI CSPT
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