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Prosegui una storia che inizi così: "Fissava il foglio bianco dinanzi a sé , mentre, veloci, i pensieri ballavano nella sua testa. Vedeva le immagini prendere corpo per poi, come d’incanto, svanire in un momento, in un battito di ciglia.
Il tempo passava, ma niente, nulla, non un solo pensiero si era chiarificato, strabuzzava gli occhi cercando di vedere oltre la fitta nebbia in cui era avvolta la sua mente. Vuoto. Stava per chiudere tutto, andare via, si era fatto tardi e cominciava a sentire i morsi della fame. Non aveva pranzato e, ormai, doveva essere ora di cena. Stanca e avvilita, si accingeva a spegnere il computer quando vide una figura venire verso di lei. Si materializzava ad ogni passo, testa alta e espressione fiera “Io sono Claudia” disse “mi stavi aspettando”.


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il tablet

Erano ormai tante sere che Berto stanco e nervoso tornava a casa dopo il suo lavoro in quella maledetta ditta, bastava una parola. scambiata con la moglie che quasi subito diventava un conflitto.la sera Berto imparo'prima di rientrare a casa a passare qualche minuto in un centro commerciale,passarono i giorni ,si era creata amicizia ormai col suo modo simpatico di ragionare fra lui e le cassiere che lo consideravano un cliente di rispetto nello scegliere i prodotti per la sua famiglia.Una sera Berto usci' dal lavoro ma volle cambiare ,si vergognava di essere diventato come una donnicciola che fa la spesa , con la sua auto scelse un percorso diverso anche se più' lungo ,ad un tratto noto' sulla sinistra un grande edificio ,era un mercatino dell'usato.Entro' tanto per scaricare la sua carica nervosa accumulata dopo quel lavoro stressante,non gli interessava comperare niente voleva solo sbirciare curiosando ,ad un tratto il suo sguardo fu attratto da un angolo in cui vi erano molte cianfrusaglie accatastate.La sua indole di recuperare non poté' fare a meno di soffermarsi su di un tablet polveroso dall'aspetto moderno e appetibile marchiato dalla scritta : guasto .Berto forte delle nozioni di cui ne faceva parte il suo lavoro lo afferrò' come un figlio abbandonato,avrebbe rischiato qualche euro ma non gli importava , pago' con pochi spiccioli un'oggetto polveroso senza caricabatterie probabilmente da buttare ma aveva risolto anche per quella sera la sua nervosità'.Mentre aspettava cena e dopo cena riusci' a trovare tra i suoi attrassi conservati il caricabatterie e pure il cavetto ,andò' a letto contento il tablet aveva mostrato sullo schermo nuovamente la sua luce pronta ad essere usata.Berto amava nei giorni liberi scrivere qualche racconto per narrare la sua vita infestata da combinazioni e destini ostili .Era un giorno di giugno Berto preferì per continuare i suoi racconti sedersi ad un tavolo in giardino all'ombra di uno dei suoi tanti alberi che erano cresciuti con lui .Scriveva ,scriveva ma su quel tavolo si accatastavano solo fogli da adoperare per accendere il fuoco delle ramaglie secche accumulate che erano accanto a lui , ad un tratto visto che era quasi l'ora di pranzo decise di scrivere sfruttando il tablet del mercatino era anche l'occasione per valutarne la qualità' del funzionamento . Dopo un pranzo volutamente frugale e veloce distese del cavo elettrico e si posto' in giardino tranquillo a quel tavolo dove aveva connesso quel tablet dalle batterie esauste ora pronto ad accogliere nella memoria gli ipotetici racconti.Dopo qualche digitata Berto si accorge che certe affermazioni e certe trame nonché' anche semplici parole venivano cambiate o cancellate ,lo spense, lo riaccese, fece un restart ma la musica non cambiava ,continuo' a scrivere ormai costretto a scrivere quello che ad un tratto diventarono come sue idee piovute chissà' da quale sua fonte visto che non aveva mai letto nessun libro e pure a scuola in italiano il quattro era il voto più' alto.Berto nei giorni seguenti rileggendo quei racconti si rendeva sempre più' conto che quel tablet era assatanato,lo aveva attanagliato e lo costringeva a scrivere nei momenti che decideva quel tablet,Berto non poteva scrivere quando gli pareva perche' quel tablet non funzionava.Berto tanto preso da quel l'incantesimo non si accorse di aver tralasciato cose ben più' importanti ,prese addirittura dei giorni di ferie per dedicarsi al giardino diventato un bosco dalla tanta vegetazione ed alla casa assetata di manutenzione.Non riusci' a spiegarsi come quei giorni di ferie furono impiegati completamente a digitare su quel tablet che possedeva una forza mistica incontrollabile .Berto comincio' a scrivere molti racconti le sue trame erano tutt'altra cosa di quello che avrebbe voluto scrivere ma rileggendole in fondo gli piacevano perche' descrivevano qualche combinazione della sua vita in modo vero come del resto lo era , i fogli di Berto non rimasero mai più' bianchi era il suo tablet posseduto da qualche spirito che glieli dettava.Tutt'ora quello che state leggendo e' dettato da lui .



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Scrittura creativa scritta il 04/06/2015 - 13:24
Da umberto cavallini
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