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IL VIAGGIO

Le istruzioni sono:

Un viaggio del protagonista. La storia finisce quando arriva a destinazione o torna indietro.


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'O ATOPOS MONOPATI (LO STRANO PERCORSO)

Aurelio aveva deciso di partire così, all'improvviso, senza una meta precisa, senza un fine preciso.
Voleva soltanto staccare dalla sua quotidianità che l'aveva oppresso per vent'anni della sua vita: aveva perso tempo.
Adesso era ora di vivere, di cominciare a vivere.
E si imbarcò così sul primo percorso che lo portasse in Grecia - così, all'avventura - in una tiepida sera di Aprile 2009, con un tramonto mozzafiato sul porto di Bari, dove soffiava una lieve Tramontana.
Voleva cercare nell'atmosfera dei classici, nella culla della civiltà, il significato di vivere, il segreto per ribaltare le sorti dei suoi vent'anni, segnati fino ad allora da un torpore esistenziale che gli oscurava tutto quanto poteva trovare al di là del suo limitato orizzonte.
Il mare della Grecia si intravedeva, nella notte primaverile, sulla poppa della nave, mentre un vento fortissimo e freddo, di quelli marittimi, impediva ad Aurelio di muoversi con facilità: era imbacuccato in un impermeabile e quasi assomigliava a un manichino.
Nella hall della piccola nave si stava tenendo un concerto di musica tipica greca, e i presenti s'intrattenevano ballando la danza tipica, il Sirtaki; Aurelio non aveva alcuna voglia di scendere lì, preferiva starsene solo con i suoi pensieri a guardare il mare.
E mentre rimurginava nei suoi pensieri, sentì dietro di sè una presenza... Si girò, era una persona a lui nota; si trattava di una sua ex compagna di classe, Ersilia, che conosceva da sette anni; ma quella sera gli provocò un turbamento interiore, mai provato prima.
- Ciao Aurelio! Da quanto tempo, come va? -
- Ehiii, ciao Ersilia!! Mah, ti dirò... come sempre. Nulla di nuovo sul fronte occidentale. -
- Ah! E come mai anche tu qui? -
- Ho preso questo traghetto a caso, così... volevo staccare dalla mia quotidianità di ogni giorno e partire, partire. Cercare di capire nelle realtà altrui qual è il senso della vita. E tu? -
- Beh, mi hai letta nel pensiero... In questi primi vent'anni c'è stato davvero poco entusiasmo, e ho deciso di partire per la Grecia, per quel viaggio che al Liceo non abbiamo fatto, rinviato all'ultimo... ricordi? E anche se mi sarebbe piaciuto farlo con tutti, mi devo accontentare della palese solitudine...- e di lì si accese una sigaretta.
- Fumi? E da quando? - le chiese, stupito, Aurelio.
- Sarà già un paio di mesi...- gli rispose Ersilia, con un sorriso velato di una visibile malinconia.
Aurelio sentiva quel turbamento interiore sempre più forte, simile a un uragano che ti coglie improvvisamente, nel blu del cielo d'estate. E non riusciva a spiegarsi il perchè.
- Senti, Ersilia... e se questo viaggio lo facessimo insieme? Se ci tenessimo compagnia? - esordì, così, molto spontaneamente.
- Perchè no? Sarebbe bellissimo! - rispose, con un tono pieno di vita, Ersilia.
E dopo quella risposta Aurelio realizzò: "Ho chiesto una cosa del genere a una ragazza? Cosa mi sta succedendo? Non mi era mai accaduto prima!" pensò.
La mattina dopo, la nave fece scalo ad Igoumenitsa.
Aurelio ed Ersilia si trovarono sul pontile del Ferry Boat, dopo aver dormito nei loro oblò durante la notte.
- Ciao Aurelio! Dormito bene? - esordì Ersilia.
- Abbastanza, e tu? - rispose Aurelio, abbracciandola per le spalle e dandole un bacio sulla fronte... così, senza pensarci. Ersilia non diede segno di esserne infastidita, anzi, ricambiò, baciandolo sulla guancia. - Non male, ho riposato! -
Verso mezzogiorno arrivarono nel Pireo, il porto turistico di Atene, e s'incamminarono alla ricerca di un hotel, di un ostello della gioventù, di un bed and breakfast... insomma, uno che costasse poco, considerata la filosofia del loro viaggio "on the road".
Trovarono proprio vicino all'Acropoli, l'Hotel Plaka, e presero due singole; dopodichè s'incamminarono nella visita della grande culla della civiltà.
Atene, Atene! Il punto di partenza, quello vero.
Ormai la città era diventata una metropoli furente e frettolosa, negli stradoni di Monastiraki e di Syntagma, ma l'Acropoli sovrastava superba la città moderna, quasi come monito.
S'incamminarono insieme tra quelle rovine, camminando abbracciati, come se stessero insieme da sempre, e invece erano solo buoni amici.
Ascoltarono con attenzione le spiegazioni della guida riguardo le origini di Atene, la civiltà Greca, le varie costruzioni e gli architetti che le realizzarono.
Dal fondo dei partecipanti si levò una voce di una persona che, effettivamente, doveva saperne davvero proprio poco di storia greca e di storia in generale.
- Ma i Franchi qui hanno lasciato qualcosa? -
La guida, Sotìris, preferì non rispondere.
O meglio, aveva voglia di rispondere con un calcio in bocca all'interessata, simile a quello di un cavallo imbizzarrito.
Con sguardo sdegnoso proseguì.
Continuarono, e arrivati a metà del percorso, si levò sempre la stessa voce dal coro, che urlò, con un evidente doppio senso di fine sessuale, - uh! L'Eretteo! - sghignazzando tra sè e sè.
Sotìris, stizzito, sentenziò:- Ma non ha null'altro a che pensare signora? Al posto dell'Acropoli di Atene perchè non è andata a visitare il bordello di Porto Alegre? -
Si levò una risata generale, ed anche Aurelio ed Ersilia risero saporitamente.
Scesi dall'Acropoli, addentrandosi negli Ulivi della discesa, si aggregarono alla visita guidata e visitarono Capo Souniòn, da cui si aveva una vista mozzafiato del Mar Egeo e un leggero libeccio sconvolgeva i capelli; poi visitarono l'oracolo di Delfi, e mentre Sotìris stava spiegando l'origine di un'epigrafe lì presente, una donna, con aria da finta intellettuale, sentenziò:
- Ma qui non doveva essere Ethèke? -
- Prego, Signora? -
- Ethète qui è aoristo di tìthemi, vero? -
- Sicuro! E allora? -
- Dovrebbe essere aoristo cappatico, quindi ethèke! E' sbagliato qui! -
- Signora, vuole che gli antichi greci stessi abbiano sbagliato a scrivere la loro lingua? -
- Ma qui dovrebbe essere Ethèke! -
- Ah boh, non lo so! -
E nel mentre si consumava questa disputa intellettuale, la solita signora ignorante, poco spiritosa e molto probabilmente ninfomane, guardando un pettirosso, urlò, con tono stridulo e snervante e doppiosensista, credendosi divertente: - Uh, guardate! L'uccellino Greco! -
Sotìris stava per scaraventarla giù dal dirupo, ma fu trattenuto da mani amiche.
E girando di qua e là per la Grecia, arrivò l'ultima sera.
Aurelio ed Ersilia erano sul Giardino degli Ulivi, la terrazza dell'Hotel Plaka con bellavista sull'Acropoli.
- Ersilia, questo viaggio con te mi ha reso un'altra persona, e non so perchè mi sentivo di essere legato a te da sempre, eppure... Al Liceo neanche ci filavamo... -
Ersilia sentenziò: - Sei arrivato sette anni dopo, ma ti ho atteso.-
E, di scatto, lo baciò.
Fu un bacio lungo, appassionato.
Poi si rintanarono in camera di Ersilia, e lì fecero l'amore. Passionalmente. Si baciarono, entrarono dentro l'uno nell'altro, si leccarono, si morsero, si consumarono.
Un amore che aveva atteso troppo e ora stava uscendo fuori, con tutto il pathòs accumulato negli anni precedenti.
La sera stessa presero il battello per tornare in Italia; e tornarono nel loro paese, Eboli, più innamorati che mai.
Ecco che adesso la Grecia aveva mostrato loro il significato più profondo della vita, e aveva colorato loro una realtà che prima di allora era stata sempre in bianco e nero.
Due vite parallele si erano incrociate, e mai sarebbe stato tanto più giusto e sentito un tale incontro.
"Sia la donna per la vita
o solo per un'ora,
un incontro smisurato
di due vite parallele".


- Lo strano percorso di ognuno di noi, che neanche un grande libro o un grande film potrebbero descrivere mai, per quanto è complicato o imprevedibile, per quanto in un secondo tutto può cambiare e niente resta com'è. - (Max Pezzali, "Lo Strano Percorso", cit.)




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Scrittura creativa scritta il 25/02/2011 - 12:55
Da Manuel Miranda
Letta n.1416 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Grazie bluscuro del commento sincero!!! :) Sì effettivamente l'ho buttata giù così, in due secondi, ho scritto di meglio :) E poi principalmente scrivo canzoni/poesie, i racconti non sono ancora il mio forte :P ciaoooo

Manuel Miranda 05/03/2011 - 00:00

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Ciao, non mi è dispiaciuta anche se forse manca un pò di mordente, qualche imprecisione (dopo aver dormito nei loro oblò..?) forse mi sbaglio io.. comunque bravo, sei molto giovane e hai tempo per migliorare!
Spero tu accetti il mio commento, un saluto

bluscuro 26/02/2011 - 14:02

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