RACCONTO

È da tanto che non scrivo, però so che ne ho bisogno come mai ho avuto bisogno in vita mia. Ho passato mesi cercando pace in me stessa e negli altri, non l'ho trovata; ho passato mesi divorata da panico e iperventilazione; mesi in cui non avevo alcun posto in cui tornare che non fossi io, sempre e solo io; sempre io, sola. Ho ventotto anni, una vita passata in solitudine eppure questi ultimi 10 mesi mi hanno vista sprofondare nella solitudine più angosciosa, di quella che non desidererebbe nessuno... nemmeno quelli che si ostinano a dirti che la solitudine è una benedizione ma dimenticano di aggiungere che è tale quando te la scegli tu.

Solitudine e insoddisfazione mi sono sempre appartenute, ho cercato di soffocare entrambe cercando e tenendo strette a me le persone care, ho desiderato e desidero una fusione totale, un momento in cui io possa smettere anche per un attimo di essere io. Non l'ho mai avuto. La mia psicoterapeuta dice che è impossibile. Io vorrò diventare una psicoterapeuta, forse mi conviene arrendermi all'idea che sarà impossibile. Cosa dirò ai miei pazienti quando e se dovessero manifestarmi il mio stesso desiderio? Dirò loro che è impossibile? Io ho l'autorità per dire a qualcuno che qualcosa è impossibile? Non mi interessa. Ho sempre cercato disperatamente di trovare un senso alla mia vita, temo che l'unico senso potrò trovarlo nei miei pazienti...

Era da tanto che non mi sentivo persa, così vuota e così disinteressata. È solo una fase. Sto cambiando. Passerà. Ma sono stanca e nulla mi dà sollievo se non scrivere. Ho il terrore di guardarmi dentro perché vedo il vuoto. Ma passerà.

Racconto scritto il 14/04/2025 - 23:35

Da Sailing to nowhere

Letta n.322 volte.

Più che un racconto sembra uno sfogo.

Maria Luisa Bandiera 15/04/2025 - 16:43

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