La musica delle vele
La fretta del cuore, conturbante lo aveva fatto attraversare verso lei di là dal binario; la fretta della mente, avventata aveva precluso il sottopasso.
Sotto i freni del convoglio riusciva solo a pensare alle parole della lettera nella valigia che lei gli aveva scritto, lui gli aveva subito risposto con un telegramma “Arrivo”.
Quelle ultime parole che sulle vibrazioni del pietrisco dalla massicciata della rotaia arrivarono forse più confuse, appesantite fino a lei
Non sarei dovuta neanche essere lì…un guasto alla macchina, e qualche giorno è diventata tutta l’estate.
Nemmeno mi piacevano le barche, poi tu con le escursioni per i turisti in luoghi da favola e le cene al tramonto sul porto. La nostra favola.
Il tuo essere figlio di un padre complicato, io non ancora del tutto fuori da una storia malata; per questo decisi di ripartire… nessuno mi aveva fatta sentire tanto amata, fino ai tuoi occhi sulla promessa che saremmo stati di nuovo insieme all’inizio della prima neve.
Ora non so se vorrai ancora guardare insieme il fuoco del camino, ora che aspetto un bambino.
Il tuo bambino.
Capirei se non era quello che volevi nella tua vita, dopotutto non ero che una donna di passaggio nel tuo mondo, anche se sei riuscito a farmi sentire mio quel mondo.
Era l’amore che avrei sempre voluto, e di questo non smetterò mai di ringraziarti… nonostante le diversità. Nonostante tutto ti ho amato.
La giostrina con le barchette sulla culla portava il sonno al bimbo, lei nella musica delle vele ci sentiva il mare...
Nonostante tutto l’estate era stata bellissima.
(da Caldolana, M.D.Mastro)

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Piaciuta molto!



