RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

Stelle filanti (Bon giornu Chiara)


Soffio attraverso il rotolo di strisce di carta colorata e quelle, arrotolate su se stesse, si lanciano in aria e ci Saltabecco lasciando a voi variopinte spirali nella caduta.
Non sono solo musica, sono carezza
“I miei occhi sopra un tombino/ Le tue mani sopra il mio viso (…)/ Come i lampioni, le stelle filanti, due ombre cinesi/ E tutti i tuoi guai non li avevo compresi”
In questo periodo dell’anno mi presento vestito con un gilet rosso porpora sotto una giacca verde, calzoni di velluto e scarpe eleganti. Sono il Bartoccio. Posso sembrare il classico colono un po’ rozzo e caciarone (si dice anche a Terni o solo in quel di Perugia?), ma dietro a quel sorrisetto da simpaticone nascondo la mia fine intelligenza e saggezza. Non le mando certo a dire e insieme a te Chiara (benvenuta Pagliaricci Chiara) giro per il centro suonando e ballando, e tenendo in mano un grosso bastone con cui armeggio decantando la mia vita e i suoi problemi nella società in cui viviamo su foglietti per la f... (continua)

Mirko D. Mastro 18/02/2021 - 23:21
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Stelle filanti (Buonuvinutu Rossella)


Soffio attraverso il rotolo di strisce di carta colorata e quelle, arrotolate su se stesse, si lanciano in aria e ci Salticchio lasciando a voi variopinte spirali nella caduta.
Non sono solo musica, sono carezza
“Affascinati dalle fragili/ Evoluzioni degli acrobati/ Dal primo volo delle rondini/ Dal vento che accarezza gli alberi”
In questo periodo dell’anno mi presento nella ‘punta’ dello stivale vestito d’un cappello a cono e di così tante bugie che nel tempo finisco per crederci anch’io. Porto sul volto una maschera rossa e un naso di cartone, un colletto alla spagnola arricciato su un corpetto a righe, come i calzoni fin sotto il ginocchio, rosse e gialle; e calze, e un cinturone al quale è appesa una lunga spada che uso ripetutamente con chi è più debole. Ma che lascio penzoloni di fronte a chi potrebbe suonarmele. Insomma, non giudicatemi… son Giangurgolo. Son gradasso, spaccone e spavaldo. Ruffiano e adulatore con le donne. E tu sei Rossella (benvenuta Rossi Rossella).
In... (continua)

Mirko D. Mastro 04/02/2021 - 22:00
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Stelle filanti (Mandi Poeta utopico e May)


Soffio attraverso il rotolo di strisce di carta colorata e quelle, arrotolate su se stesse, si lanciano in aria e ci Saltarello lasciando a voi variopinte spirali nella caduta.
Non sono solo musica, sono carezza
“E comincia così la mia recita/ Salto fuori da questa mia scatola/ E la mia faccia ride già./ Basterà che io suoni un'armonica/ Per riempire ogni cosa di musica/ E tutto quanto passerà./ Oggi è festa se vuoi per consolarci/ E' festa se vuoi per aiutarci a cambiare la realtà”
In questo periodo dell’anno mi presento da nord-est, a volte ricco altre povero. Son bonario e arguto, dal carattere gioviale, mi riconoscono dall’ottimo appetito e da un amore ancora migliore per il vino. Non conoscendo la vostra provenienza Poeta e May (benvenuti Poeta utopico e May V)… piacere, Fracanapa. In marsina scura e attillata, panciotto rosso e pantaloni al ginocchio e un nero tricorno in testa mi piace mostrarmi sempre piuttosto curato. Ho un modo di parlare a scatti, scandisco le sillabe e... (continua)

Mirko D. Mastro 20/02/2021 - 23:36
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Stelle filanti (O te? Sei arrivato con la piena)


Soffio attraverso il rotolo di strisce di carta colorata e quelle, arrotolate su se stesse, si lanciano in aria e ci Sgambetto lasciando a voi variopinte spirali nella caduta.
Non sono solo musica, sono carezza
“Ma pensa che bellezza/ Nun c'ho niente da fa'/ Porcaccia la miseria/ Nientissimo da fa'/ E rompo li stivali a tutta quanta la città/ Perché 'n c'ho niente da fa' (…)/Sto proprio come un Papa/ Anzi mejo, Santità/ Perché Lei, gira, gira/ Quarche vorta ha da sgobba'/ Io, viceversa, sgobbo solamente si me va/ Perché 'n c'ho niente da fa' (…)/Non posso perde tempo/ Nun c'ho niente da fa'/ Levateve de mezzo/ Fate largo a Sua Maestà (…)/nemmeno è giorno e già vòi ruga'…/ tranquillo e bono non ce poi sta'/ c'hai sempre voglia de sta' a scherza'…/ ma non c'hai voja de lavora'/ che vai cercando, se pò sapé?/ ... 'sta smania in corpo chi te la dà?” (Nino Manfredi, Ballata di Rugantino)
In questo periodo dell’anno sono tante cose. So’ er bullo de Trastevere, svelto co' le parole e la r... (continua)

Mirko D. Mastro 27/02/2021 - 04:17
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Storia di una esibizione tatrale


Mi hanno coinvolto e convinto a partecipare alla nascente compagnia teatrale popolare del mio paesino.
Ora, nel lavoro che stiamo preparando, il commediografo ci sta spingendo a scrivere dei brevi monologhi che poi ognuno dovrà recitare. Diciamo pure che la parte in questione consiste nel confidarsi con un morto (al cimitero) recitando seduti su un lenzuolo bianco. Il tema generale riguarda il rapporto tra i cosidetti “cafoni” ed il potere. Più in generale nel contesto rievocativo del racconto “Fontamara” di Ignazio Silone che era di queste parti.
Di seguito il monologo sul quale mi piacerebbe ricevere commenti e soprattutto consigli.

Ciao compà, come va?
Lo sai che non mi piace venire qua.
Ma guardati intorno! I morti, come i vivi, si riconoscono e si distinguono pure qua. Quelli ricchi e importanti stanno a certe tombe che sembrano palazzi … mentre noi poveri cafoni finiamo quasi sempre sotto una croce di ferro arrugginita.
E allora tanto vale, come dicevi tu, che da mor... (continua)


Francesco Gentile 30/06/2019 - 18:50
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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STRANO


Mi sono sentito “strano” dopo aver letto il suo biglietto. Strano è l’unica parola che mi viene in mente per descrivere ciò che ho provato.
Il biglietto comunque non aveva nulla di strano, anzi era esattamente come me lo sarei potuto figurare: custodito dentro una piccola busta di cartoncino colorato, colorato anche il foglio (e pure profumato), calligrafia rotonda e stile poco ricercato. Neppure il contenuto era strano: aveva voglia di incontrarmi.
“Mio-solo-mio” forse è un nomignolo strano, col quale non ero mai stato chiamato, ma in ogni caso non mi significava nulla, perché non mi sentivo suo e men che meno in esclusiva, quindi non posso far risalire nemmeno a questo vezzeggiativo l’emozione che mi aveva invaso. E’ stato come leccare un gelato al gorgonzola. Strano appunto, non trovo altri termini.
Forse che questa sensazione sia stata provocata dal desiderio? No, non credo proprio. Lei m’era piaciuta sin da subito, del resto è un bel tipo, non è certo una che passa inosserva... (continua)

Roberto L 04/06/2018 - 12:16
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Tahiti


«Tu che vivi sui coralli ai piedi dell'arcobaleno, senza vetri alle finestre...» (da 'Io vicino io lontano' dell'album 'Aloha' pubblicato nel 1984 dai Pooh.)
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Dodi si svegliò alle cinque del mattino. Si vestì con abiti leggeri, indossò il suo adorato capellino rossoblù del Bologna e scivolò di soppiatto dalla camera da letto. Uscì dal bungalow in direzione di una delle spiagge più belle del mondo. Programmò di rincasare un paio d'ore dopo, magari prima che Mareta, la moglie, e Rainui, il figlio di sette anni, si accorgessero della sua assenza. In caso, l'avrebbero raggiunto, portandosi dietro un pallone di calcio e tre portavivande contenenti del poisson cru.
Seguì un breve percorso lastricato e disseminato da palme da cocco, per poi ritrovarsi in una distesa incontaminata di sabbia rosa. Il mare in penombra aspettava il sole per assumere mille sfumature di turchese. Si tolse i sandali e si sedette sopra la canoa spiaggiata di Natai, un caro amico pescatore.
«Tahiti, ti sorr... (continua)

Giuseppe Scilipoti 02/04/2019 - 08:26
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