RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

San Valentino con Freddy


La carinissima coppia, Anne e Mark, era seduta al tavolino del ristorante, appartato aveva chiesto Mark, e così era stato fatto. Il candeliere in argento a tre bracci spiccava sul tavolo e le tre candele rosse spezzavano con l'argenteo del pezzo pregiato. Anche le posate, in argento fine con intarsi, quasi gotici. Davvero un bel servizio, completato da un trittico di bicchieri in cristallo, per acqua, vino e champagne.
Gli occhi di entrambi si incontrarono e Anne sorrise, felice della magica serata che stavano preparando a trascorrere.
"Buonasera signori, il direttore Marshall vi augura una serata fiabesca, accompagnata dalle nostre portate a tema e dalle musiche soavi della nostra piccola orchestra sinfonica".
"Grazie, è veramente tutto così, direi, perfetto" Anne era molto emozionata.
"Si figuri signora, tutto deve essere perfetto nel nostro ristorante, è una nostra prerogativa, fra qualche minuto comincerà la serata".
Il cameriere si allontanò, men... (continua)

Raffaele Pezzano 29/08/2017 - 19:01
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Se io sono una ladra, tu sei un mostro


La mano guizzò dalla zuccheriera e gli afferrò il polso. Egli fece un balzo all’indietro, picchiando la nuca contro la parete piastrellata.
Mentre scivolava a terra, gli si annebbiò la vista e per un momento perse i sensi.
Si ritrovò seduto con le gambe divaricate. La zuccheriera era rovesciata, sull’orlo del mobiletto; una certa quantità di polvere bianca era ammonticchiata sul pavimento.
Giovanni Zecchi impiegò un bel momento a raccapezzarsi, prima di rimettersi in piedi. Doveva essere stata un’allucinazione. In tal caso c’era da preoccuparsi. Benché si sentisse benissimo, nella perfetta forma dei suoi quarantasette anni, non poteva escludere che gli stesse venendo qualche brutto accidente. E la sua mente andò subito all’amico Dario, coetaneo, morto un anno prima di tumore cerebrale.
Si sollevò con un po’ di fatica e rimase fermo in piedi, saggiando l’equilibrio. Sì, le gambe lo sorreggevano, ma una specie di nausea gli aveva preso la bocca dello stomaco. Rad... (continua)

Giuseppe Novellino 01/01/2016 - 19:23
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Selenophobia


E così me ne andai a letto sperando di riuscire finalmente a riposare dopo una lunga settimana insonne, ma dentro me c’era ancora qualcosa che non andava. Avevo fatto tutto ciò che avrei dovuto fare? E con questo pensiero mi sono infilato tra le coperte con un orribile ticchettio alla finestra dovuto alla pioggia sottile. La luce della luna entrava chiaramente dalla finestra, ma come fosse possibile non so dirlo. Le nuvole per quanto ne so avrebbero dovuto coprirla, o almeno nasconderla in parte, invece lei era lì che mi guardava, ed io guardavo lei come due persone che si cercano ma allo stesso tempo non vogliono saperne nulla l’uno dell’altro, perché dopotutto, io avevo sonno e la sua luce mi disturbava. Cercai comunque di addormentarmi ma all’improvviso venni preso dall’ansia quando mi giunse all’orecchio un suono di passi giù per le scale che si allontanavano trepidamente. Non potei fare a meno di accendere la mia lampada ad olio per illuminare la stanza e poter scorgere dalla port... (continua)

Vincenzo Lagra 27/02/2016 - 20:59
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Sigfrido Goj e il vampiro di cenerentola


Il buzzer, citofonico, della vecchia casa ricevette tre brusche bussate. Talmente brusche da far saltare la cornetta dal suo alloggio. E trasalire la segreteria dalla sua scrivania, altrettanto, seccamente. << Siamo chiusi!>> Rispose, aggiungendo<< Tornate più tardi, i vampiri mordono solo dopo mezzanotte.>> Ma dall'altra parte, alla sua voce, gli faceva eco solo il debole fruscio della strada, accompagnato dal sibilo di qualche auto che passava di tanto in tanto. "Stupidi ragazzini, non hanno niente di meglio da fare, che venire a disturbarmi." Disse, tra sé, prima di rimettersi a sfogliare le pagine di una rivista di moda.
<< Buongiorno commissario Goj. È la prima volta che viene?>>
<< Si Dottore, a quanto pare, qualcuno al dipartimento crede che io abbia bisogno di una messa a punto.>>
<< Invece lei cosa ne pensa?>>
<< Niente di personale, dottore, ma credo sia una gran cazzata...>>
<< Cosa ... (continua)

Emanuele Stridente 25/07/2016 - 15:06
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Storie di ordinaria licantropia


Volume 1: The wolf is hungry, I have to go

Peter Sullivan era affetto da licantropia da ormai un anno. Nelle notti di luna piena, il corpo lasciava il posto a zanne e artigli e la mente si riduceva all'unico desiderio di braccare chiunque incontrasse nel suo cammino. Tutti diventavano una potenziale preda. Ragione per cui, prima che la metamorfosi prendesse il sopravvento, il ragazzo sfruttava gli ultimi sprazzi di lucidità per rinchiudersi in un luogo isolato e sicuro. Per un po' di tempo la stanza di isolamento del Chelsea and Westminster Hospital si rivelò il posto ideale; la bestia poteva dimenarsi fino allo sfinimento, senza avere alcuna possibilità di fuggire.
Come di consueto, un'ora prima che sorgesse la luna, Peter si dirigeva verso quella "cella improvvisata" per lupi mannari. Ma il silenzio di quell'angolo di mondo fu violentato dal rumore incessante di trapani, martelli e seghe elettriche. Operai si muovevano avanti e indietro per prendere assi di legno e attr... (continua)


Federico Cenere 23/02/2016 - 14:46
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Symphony of Terror


"Buona passeggiata!" Hal e Miriam presero la macchina fotografica dal bagagliaio dell'auto. Il custode dell'albergo raccomandò loro di restare sul sentiero. Erano molti i turisti che venivano inghiottiti dal bosco e che non ne uscivano più. Hal promise di stare in guardia. Il sentiero si estendeva per molti chilometri. Il bosco sembrava enorme, ricco di piante e alberi imponenti. Miriam era euforica come una scolaretta. Ogni volta che trovava qualcosa urlava: "Guarda Hal! Non vedi! Lì, su quell'albero!". Hal si limitava a grugnire. "Sì, certo. Molto bello. Fantastico".
Era stanco e odiava camminare. Ad ogni passo avvertiva la sensazione che il cuore stesse per cedere. Ad un tratto Miriam sentì lo sciabordio dell'acqua.
"Vieni!" prese la mano di Hal e lo trascinò verso quel rumore.
"Aspetta!" urlò Hal, "Il sentiero! Non dobbiamo abbandonarlo!"
"Ma il fiume è qui vicino. Faccio qualche foto e poi facciamo retromarcia. T... (continua)

Federico Cenere 26/02/2016 - 23:10
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Terrore nella notte


TERRORE NELLA NOTTE

Le monotone pianure a est del fiume Arkansas erano ormai un ricordo. Aveva attraversato il tortuoso corso d’acqua dalle parti di Little Rock e ora stava seguendo una pista nel paesaggio ondulato e boscoso delle Ouachita Mountains. Aveva lasciato Memphis una settimana prima. La sua meta era il Texas, dove intendeva fare soldi prestando la sua opera nel settore bestiame. Vagheggiava la possibilità di arricchirsi con un po’ di fortuna e di intraprendenza, prima aiutando a trasferire le mandrie nei mercati del nord e poi, magari, mettendosi in proprio. Virgil Samuelson aveva voglia di lavorare. Da un bel po’ di tempo aveva messo la testa a posto e faceva di tutto per tenersi lontano dai guai.
Quando vide la casupola, in mezzo a una radura, il sole era ormai sulla linea dell’orizzonte. L’aria autunnale era immota. Accarezzò il cavallo sudato. Sia lui che il suo fedele animale avevano bisogno di riposo.
Sembrava un piccolo ranch, solo che non si v... (continua)

Giuseppe Novellino 02/09/2015 - 12:41
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The Beast


Un colpo di Walther Pkk 7.65 alla tempia è l'ultima cosa che ricordo. Buio, buio e ancora buio, per interminabili momenti che forse perdurano da ore, giorni, o chissà quanti anni. 
Finalmente riacquisto la vista, l'udito, l'olfatto, il gusto, il tatto e le capacità motorie. Dove mi trovo? È un posto così terrificante, una selva tenebrosa animata da angoscianti rumori e strilla dall'ignota origine, tra cui un mostruoso muggito. 
Nudo come un verme, attraverso alcune stradine sterrate, fino ad arrivare in una cittadella dall'aspetto antico, credo medievale, protetta dalle mura imponenti dalle quali posso distinguere le innumerevoli macchie di sangue. Avverto un'atmosfera cupa e morbosa, inoltre ad accrescere il mio raccapriccio ci sono le aleggianti e vaporose nubi rossastre. Avanzo lentamente, finché non vengo scaraventato a terra da una forza sconosciuta.
Scheisse! Mi ritrovo ad annaspare in una nerissima fanghiglia dall'olezzo pestilenziale che mi fa contorcere lo stomaco. Mi rialz... (continua)

Giuseppe Scilipoti 20/03/2021 - 16:21
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Them!


“Il tuo vicino di casa, il tuo migliore amico, la tua ex ragazza. Loro!” Urlò Giulio nella sua testa. “Sono dappertutto!” Il suono del campanello lo fece sobbalzare dal divano. Si avvicinò all'ingresso con ancora i pensieri di prima. Fece finta di nulla, dopo aver aperto la porta. O almeno ci provò. Il postino lo guardava attraverso i suoi otto occhi gialli, ognuno rifletteva una faccia sconvolta di Giulio. Loro non si accorgevano di essere spesso ai suoi occhi. Molti continuavano le proprie attività, come quel signore-calamaro che insisteva per lasciargli il posto a sedere sull'autobus notando che Giulio si sentiva soffocare, ignorando di esserne lui la causa.
Durante la pausa pranzo, il suo capo si trasformò in una creatura orrenda con i denti da squalo. “Che diavolo mi sta succedendo? Forse sono “il prescelto” o qualche stronzata del genere”. Il primo pensiero che gli venne in mente fu quello di farla finita. Non con la vita. Sulla via di casa, si ritrovò a pedinarne uno all'intern... (continua)

Federico Cenere 21/10/2015 - 21:44
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Ticchettio infernale


Tic toc, tic toc, tic toc. La sveglia rintoccava ogni minuto, ogni secondo, senza sosta, senza tregua, disperatamente, tragicamente. Un rumore che riecheggiava negli abissi più profondi dell'animo umano, capace di far rivelare i segreti più torbidi che ciascuno aveva sepolto nel profondo del suo cuore.

Cuore

Cuore

Raccapricciante, quel suono, doloroso, torbido, maniacale. Irresistibile.

Stavo lì, immobile, a fissare quella maledetta sveglia, rossa, voluminosa, strana. Sua. Ogni cosa in quella stanza era sua, profumava di lei, emanava la sua presenza, faceva ricordare il suo viso, i suoi occhi, il suo pianto. Tutto, tutto era di lei.

Non ne potevo più, volevo strapparmi le orecchie. La sveglia rintoccava, con il suo ticchettio, ogni secondo, afferrando e rinchiudendo in sé ogni atomo di vita, una vita che scorreva e non sarebbe mai più ritornata. Sarebbe rimasta imprigionata per sempre nei suoi filamenti, duri, rivelatori, satanici.

Tic, toc, tic, t... (continua)


Jessy Cammisuli 13/07/2020 - 15:48
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