L'ombre dei tigli rincorrevano il tuo volto
e certo non mi vedesti scrutarti
al tavolino del bistrot
e certo non mi vedesti scrutarti
al tavolino del bistrot
Indossavi qualcosa di corto e la tua impazienza,
un'indocile ciocca a nasconderti un occhio,
diffidente pirata pronta alla difesa
un basco calzato di sghimbescio,
le labbra imbronciate come in eterno disappunto,
centellinavi irrequietezza e Pernod
Ma quando arrivò con quell'aria impudente trasalisti
Poi rimase solo il ghiaccio sciolto nel bicchiere
e la brillantezza di inconsapevoli lacrime
a colarti sul viso
nell'ombra che si infittiva tra i tigli
e la tua delusione
Un addio è sempre un addio anche a Parigi.

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Commenti
Caro Luciano i tuoi commenti mi hanno fatto arrossire per tali elogi e non me ne volere se non ho risposto prima, ma sto ancora imparando ad usare il sito. Di solito scrivo di impressioni e accadimenti realmente accadutimi e li esterno di getto come una necessità anche se a seguito di lunghe riflessioni.Sono felice che ti piacciano le mie modeste rime e ti ringrazio ancora. Un pensiero grato anche alla brava e gentile Patrizia Brogi. A presto dunque 



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bravissima Elena !!! 



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Un verso elegante , raffinato anche nella scelta dei lemmi appropriati alle ricche immagini che con pacato fluire entrano nell'immaginario del lettore...ammirato. Ancorché prosastica, e preferisco, riesce con la sua fluidità ad essere anche evocativa.


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