Seduto,
dinanzi al suono di un viso afflitto
rimango immobile.
dinanzi al suono di un viso afflitto
rimango immobile.
Ancora una volta non reagisco,
incatenato da questo supplizio.
Prova in vano a strapparmi degli sguardi sfuggenti
come il suo tenue disagio,
volendo nascondere l'infinito strazio,
tradendo però la delicata melodia del dolore.
Chiede aiuto,
e mi fa carico di un profondo sentimento .
Non riesco a farmi carico della sua anima,
NON RIESCO ad esserle testimone,
Non riesco ad essere la sua conchiglia,
Non sono la sua famiglia..
Il treno si ferma,è la sua fermata.
Come ogni viandante amico della malinconia
trasporta quel immenso peso,
da sola,
di nuovo.
io...
miro fuori dal finestrino come un vigliacco,
mostrandomi ignaro,
pur essendo protagonista.
Poesia scritta il 14/10/2017 - 19:52
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Commenti
Bellissima poesia
Coraggio Francesco
Coraggio Francesco
Lucia Frore 15/10/2017 - 12:18
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