che la sua lira suonava per ore,
sempre incantando tutta la gente,
finché per l'amata fu letale il serpente.
Non accettando di Euridice la morte,
decise Orfeo di sfidare la sorte,
osando ardito nell’Ade discendere,
per il suo amore andarsi a riprendere.
La sua musica l'oscuro mondo pervase,
tanto che i Signori degli Inferi persuase
a concedergli di riportare in vita
la ninfa sua così presto dipartita.
Nel riportar fra i viventi l’amata,
esser doveva una condizione rispettata:
l'uomo indietro non doveva voltarsi,
onde che ella lo seguisse accertarsi.
A un passo dal riuscir nell'intento,
ebbe però Orfeo di volontà un cedimento
e, nel volgersi indietro a rimirar Euridice,
svanir la vide nell’oscurità infelice.
A resister fino alla fine dovremmo riuscire,
per non dover a lungo soffrire,
come il tracio musico, dopo il fallimento,
visse per sempre nello sgomento.
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