e da tutte le parti eri acclamato da tanta gente,
quando i tuoi occhi timidi e ridenti,
erano attorniati da calciatori assai vincenti.
Il tuo canto perpetuo suonava con Apicella,
la tua canzone annoverata come la più bella,
era il Maggio odoroso,
da Barcellona tornavi con la coppa vittorioso.
Io tralasciavo gli studi leggiadri di fine anno,
per festeggiare come se fosse Capodanno,
la tua mano porgea ai giornalisti la coppa dalle grandi orecchie,
mentre le altre squadre erano ridotte ormai a delle fetecchie.
Lingua mortal non dice,
cosa dipinsi quella sera con la vernice,
che pensieri soavi ,
mentre la squadra in coro guidavi.
Quando sovviemmi tale ricordo,
un dito veloce afferro e me lo mordo,
O Natura o Natura,
perchè in questi ultimi anni tanta sventura?
Mia lacrimata speme,
ora per il futuro il tifoso teme,
Champions, scudetti e coppe,
onde di cotanto ragionar non erano mai troppe?
Determinato coraggioso e combattente,
riunivi nelle piazze tanta gente,
ora che non sei più presente,
chi chiameremo ancora Presidente?
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Sfarzo Berlusconiano
Un funerale in TV
Come volevi tu ora sei andato da Gesù.
Acclamato come re
In simposio del bene che hai fatto.
Una bara in legno di carrubo
maniglie e fregi con iniziali in oro,
dando ancora gran decoro.
Presenti tutti i componenti
di stato lì sull’attenti.
Persino il prelato zelante
durante il sermone una lacrima ha lasciato
molto sconfortato.
La mogliettina ancora incredula
fissa la bara commossa
dalla sedia non si mossa.
Figli e nipoti sempre lì commossi
ex mogli.
Alte presidenze di stato
Dove tu hai conquistato
Fuori tanti milanesi e gente venuta dai paesi.
Canti gregoriani scommuovendo
i chierichetti e sagrestani.
Sguardi commossi di carabinieri
Marinai e finanzieri
in alta uniforme
certo nessuno dorme.
Corazzieri alti e fieri
forse sapevano chi eri.
Dedicato al presidente Silvio Berlusconi