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Piano piano

Piano piano perdere, da
prima, la sensibilità
di una mano, poi lentamente
dell'uomo la forma, del
Vivente le sembianze.
Scoprirsi infine inespresso, né
un davanti né un dietro, nessuna
direzione, alcun verso.


Ritrovarsi incastrato, chessò, su
una parete a strapiombo, niente
più che una roccia, o anche
meno, adagiato
sul fondo di un anonimo
fosso, starsene lì
immobile, essere
un levigato sasso.




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Poesia scritta il 14/06/2025 - 10:46
Da Emme Effe
Letta n.116 volte.
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