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Rorshach

Macchie casuali da specchi raddoppiate.
Visioni e frasi spezzettate e silouhettes di parvenze, niente a che vedere con l'arido vero.
Un piccolo giro dalle parti di Villa Corridi e l'ho visto in lontananza, era mio padre. Il training bianco e verde e l'andatura erano quelli e poi il tempo mescola le carte e non sai se le macchie sono vere o sono dentro all'anima soltanto.
E' chiaro che non era possibile fosse lui visto che era morto due anni prima. Però sembrava proprio. Anche i capelli canuti erano i suoi.
Sono rimasto a seguirlo a distanza per non perdere quell'immagine dai sogni seminata.
Fino alla prima curva, poi è sparito.



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Racconto scritto il 28/06/2021 - 12:57
Da Glauco Ballantini
Letta n.1106 volte.
Voto:
su 6 votanti


Commenti


"Rorshach" assume sfumature di significato, il lettore più lo legge, più lo rilegge, piùnlp rilegge ancora e ancora... si accorge di quanto lo scritto è unico nel suo genere, come nessun altro.
Colpo da maestro l'ultima riga, idealizzo l'effetto dissolvenza.
Complimenti + cinque stelline.

Giuseppe Scilipoti 13/10/2021 - 13:39

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Immaginabile le difficoltà di gestazione da parte dell'autore per strutturare, completare e finalmente pubblicare l'opera.
In questo componimento c'è ermetismo, estetismo, pittorialismo, surrealismo e "chiazze" di psicologia, a cominciare dall'immagine di copertina.
(segue)

Giuseppe Scilipoti 13/10/2021 - 13:38

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Il racconto risulta ben fatto, raffinato, non scontato. Lo scritto arriva anche a conclusioni mature, surreali e più articolate del semplice "È lui o non è lui"
Nel suo piccolo fa riflettere e offre varie chiavi di lettura.
Glauco Ballantini, ho letto altri tuoi lavori. Ritengo che sei uno dei pochissimi autori da tenere d'occhio e da leggere ancora, visto che la stragrande maggioranza degli autori di questo sito, offre opere di bassa qualità o banalmente estemporanee...

Simona De Nardis 28/09/2021 - 22:36

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Grazie dei commenti, è un racconto che è rimasto fermo per un paio di anni perchè non c'era l'idea per non farlo restare piatto. Le macchie di Rorshach hanno dato la chiave...

Glauco Ballantini 30/06/2021 - 07:44

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Molto bello, Glauco...forse uno dei tuoi migliori. Mi è piaciuto molto. ciaociao.

Giacomo Collins 29/06/2021 - 20:50

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La dimensione creativa è un potenziale di particolari figure confinate in aree convenzionali; appare interessante la spontaneità non inibita, la facilità espressiva rispetto all’inatteso che a volte attrae.

GiuliaRebecca Parma 28/06/2021 - 17:51

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Io penso che in una famiglia di artisti, padre e due figli maschi, la carica emotiva della perdita , in questo caso di uno dei tre, il padre recentemente scomparso, può tramutarsi in un breve racconto in 110 parole: l’avere scritto un libro di 110 racconti di 110 parole ognuno, ha donato a Glauco la maestria di base per ripetersi cantando il padre. L’ apparato psicologico degli artisti è così: artistico.
La saluto.

Ralph Barbati 28/06/2021 - 17:47

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Questo è un testo di classe, un poco oscuro come il tipo di scrittura che amo.
La tavola 7 è quella che più mi incuriosisce. Il suo significato, il rapporto materno, è tutta un'altra storia..
Complimenti

Mirko D. Mastro(Poeta) 28/06/2021 - 14:42

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