RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

L'insostenibile pesantezza dell'essere.


Vorrei poterti urlare,O mio dolore, a cui io proprio non riesco a dare un nome.
Vorrei saperti cantare una canzone
Leggerti una poesia
Cullarti dolcemente,adagio,come una ninna nanna,piano,culla il suo fanciullo.
Per poterti alleggerire,mio dolore,che pesante ti abbandoni a me,con l'ingenua spontaneità di chi può essere sorretto.
Ed io,mio dolore,vorrei poterti dare un nome.
ES'io potessi ti chiamerei giullare,per il riso compiaciuto di chi,dice di te come di innocente e scorrevole sofferenza.
Lieve,fluida,che lenta scorre nei meandri più riposti di quest'anima mia,quest'anima beffarda che gelosa,ti custodisce.
E tu dimmi,O innominato,quanto calda è quest'anima mia?
Ch'io giù di quí,da questi miei disordinati capelli alla punta dei piedi che di questo mondo mi fan vagabonda,non avverto che freddo
E cerco freddo,instancabilmente attratta sall'aridità che mi circonda.
Ch'io non dica mai che m'appartiene,questo mondo;possano maledirmi!
Ch'io non mi dica mai figlia di questa t... (continua)

Ludovica Gabbiani 07/03/2017 - 19:31
commenti 3 - Numero letture:1111

Voto:
su 2 votanti





Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
commenti - Numero letture:

Voto:
su votanti





Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
commenti - Numero letture:

Voto:
su votanti


La casa dei quadri


I quadri mi han sempre ispirato un po’ di inquietudine.
Casa mia ne era piena. Collezionismo, dicevano. Mamma stava sempre incollata alla tv a guardare Telemarket, mi chiedevo se avesse una cotta per Orlando, quel presentatore che si dimenava giorno e notte nella disperata ricerca di piazzare quegli orribili manufatti. Mi ero quasi convinto che fosse lui il mio vero padre. Gli assomigliavo anche un po’, di sicuro avevo gli stessi occhi grandi e spiritati. Ho sempre lavorato di fantasia, fin da bambino.
«Amici, ma soprattutto amiche, non potete capire quale capolavoro vi stiamo proponendo oggi… e a che prezzo! È un’occasione imperdibile, non lasciatevela scappare.»
Quando mia madre sentiva queste parole, si metteva in allerta, mi chiamava per valutare l’opera: «Stefano, guarda oggi Orlando cosa ci propone, non è stupendo?»
«Ma che, questa schifezza? Se dai due tempere a Birba probabilmente crea qualcosa di migliore.»
Due settimane dopo, invece, il quadro era immancabilmente lì, a t... (continua)

All_of_me loves_all_of_you 10/12/2015 - 16:45
commenti 1 - Numero letture:951

Voto:
su 1 votanti


LA CASA NEL BOSCO


Ancora qualche passo e finalmente sono arrivata.
C’è silenzio attorno a me, solo il fruscio delle fronde degli alberi mosse dal vento ed il rumore dei miei passi che mi accompagnano verso la meta, verso quell’attimo di pace così intimo e così tanto agognato.
Ho una piccola casa nel bosco, in realtà è una capanna di pietre e di legno dove ogni tanto mi rifugio lontana dai rumori, lontana dallo sterile brusìo e dagli sguardi persi in pozzi troppo profondi ed oscuri dentro i quali è inutile cercare bagliori.

In questo angolo di mondo non funziona il cellulare, non c’è corrente elettrica e mancano tutte le comodità ma c’è quel che mi basta per essere serena, almeno per qualche istante.
Nessuno conosce l’esistenza della mia preziosa dimora che ho costruito negli anni, mettendo in ordine una pietra sopra l’altra, scegliendole accuratamente, esattamente come vorrei fare con i miei pensieri, armonizzandoli, pensieri così spesso bersaglio del mio stesso rigore e dei miei deleteri sensi d... (continua)


Millina Spina 29/07/2018 - 19:17
commenti 4 - Numero letture:911

Voto:
su 3 votanti


La casa popolare


Loris aveva l’abitudine quotidiana di chiedere ad Antonio, suo padre, quando finalmente avrebbero potuto abitare in una casa nuova. Antonio rispondeva calmo. Ogni volta: “presto Loris, presto”. Erano le stesse risposte che riceveva all'ufficio assegnazioni. E cominciava a non crederci più.
Venticinque, trenta metri quadri per cinque esseri umani non si possono definire con tutta la buona volontà, una casa. Se poi si aggiunge che i topi erano ormai coinquilini, il bagno (o meglio, la turca) era fuori in cortile, l’umidità e la muffa avevano da tempo ricoperto le pareti, il quadro di disagio della famiglia era completo.
Loris soffriva anche di reumatismi e a nove anni, quando ancora devi cominciare a vivere, è abbastanza inconsueto. E le iniezioni dolorose a cui si sottoponeva, erano come aghi che ti torturano senza pietà. Solo il miraggio di una nuova casa leniva un poco il male.
Altra visita all'ufficio assegnazioni e altra identica risposta ”presto Antonio, presto. E’ quasi il tuo ... (continua)

gabriele marcon 17/07/2015 - 20:28
commenti 0 - Numero letture:1131

Voto:
su 8 votanti


La Casertana


Era la fine dell’estate del 1969 e la squadra di calcio della Casertana, a seguito di un sorteggio ritenuto ingiusto, fu retrocessa in serie C suscitando lo sdegno, non solo dei tifosi, ma di tutta la cittadinanza. Lo stesso sindaco propose dimostrazioni pubbliche per quella che era stata giudicata una decisione ingiusta da parte della Federazione. Solo che, come è facile prevedere il corso di queste cose, quella che inizialmente doveva essere una pacifica dimostrazione, sfociò in atti di vandalismo.
A farne le spese furono soprattutto i commercianti che subirono la distruzione di tutte le vetrine dei loro negozi.
L’ufficio in cui lavoravo da pochi mesi, aveva i balconi che davano proprio sul corso principale della città e questo permetteva a me ed alle mie colleghe di fare da spettatrici a tutti gli atti di violenza che avvenivano sotto i nostri occhi allibiti.
Consideravamo quelle proteste, e lo penso ancora oggi, troppo esagerate per delle motivazioni così futili.
Capitò proprio... (continua)

santa scardino 21/02/2020 - 12:23
commenti 7 - Numero letture:748

Voto:
su 4 votanti





Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
commenti - Numero letture:

Voto:
su votanti


La cavalleria rusticana


La cavalleria rusticana

Aveva gli occhi di un azzurro intenso, che rispecchiavano il cielo del sud, lunghi riccioli di un castano mielato ed era magra come un grissino. Era turbolenta, ma di quella turbolenza che fa simpatia. Gli occhi vispi, sempre in movimento ed indossava sempre gonnelline plissettate alla scozzese. Una voce melodiosa , che incantava tutti ed una intelligenza arguta.
Me la affidarono, questa bimbetta di appena 12 anni , ed io la portai in giro con me, col mio gruppo musicale e la feci esibire nelle varie tappe della nostra tournèe estiva.
Il nostro era uno spettacolo itinerante, che riscuoteva molto successo e ci esibivamo nei vari paesi del sud, mancando da casa anche 15 giorni consecutivi.
Clementina era ubbidiente, perché sapeva, che in caso contrario, l’avrei riportata indietro da sua madre e non avrebbe più cantato.
Passarono gli anni ed ogni anno, alla fine della scuola, Clementina veniva a stare a casa mia: era quello il premio per aver compi... (continua)


Teresa Peluso 05/10/2018 - 09:31
commenti 2 - Numero letture:916

Voto:
su 0 votanti


LA CITTÀ CHE DORME


In macchina, come tante altre volte percorreva quelle strade che tanto conosceva bene e dalle quali si sentiva sempre più lontano. Ogni anno si ritrovava per quei luoghi e come ogni anno era di passaggio.
Le strade d'ingresso al paese erano vent'anni che non gli interessavano più, quelle campagne e quelle viuzze strette erano solo assolate o nebbiose giornate d'infanzia, in una vita senza sbocchi che si era lasciato alle spalle. Eppure per istinto fermò l'auto. Non sapeva neanche il perché di quell'improvviso e brusco gesto. Forse nostalgia, ma poteva un uomo come lui, spietato negli affari, sicuro e con una solida posizione, avere nostalgia di quattro casupole dal tetto scosceso e di pochi abitanti, che già nei suoi ricordi erano vecchi? Vecchi come i muri di pietra e le strade, come gli alberi e come le abitudini, come le speranze che non portavano da nessuna parte. Forse era solo per curiosità, curiosità per quei vent'anni che si era perso, ma li aveva poi persi per davvero? Scese... (continua)

Marirosa Tomaselli 12/06/2016 - 10:38
commenti 3 - Numero letture:1091

Voto:
su 3 votanti



[ Pag.1 ][ Pag.2 ][ Pag.3 ][ Pag.4 ][ Pag.5 ][ Pag.6 ][ Pag.7 ][ Pag.8 ][ Pag.9 ][ Pag.10 ][ Pag.11 ][ Pag.12 ][ Pag.13 ][ Pag.14 ][ Pag.15][ Pag.16 ][ Pag.17 ][ Pag.18 ][ Pag.19 ][ Pag.20 ][ Pag.21 ][ Pag.22 ][ Pag.23 ][ Pag.24 ][ Pag.25 ][ Pag.26 ][ Pag.27 ][ Pag.28 ][ Pag.29 ][ Pag.30 ][ Pag.31 ][ Pag.32 ][ Pag.33 ][ Pag.34 ]

 
     


- oggiscrivo.it - Copyright 2009 - 2024 - Tutti i diritti sono riservati - Webmaster Mauro -