RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

FUORI DA OGNI RAGIONE


Son passati mesi ,giorni e anni e io avrei voluto pensare, che oltre la nostra ragione esistessero ancora tra di noi connubi di parole,legate da un intreccio d'amore.
Ho aspettato eternamente una lettera, e tra le pagine una rosa sbiadita dal tempo.
Quello che e` fuori da ogni ragione e'credere di amare ancora, le parole scritte dal cuore, come capitava con il primo amore, tra le righe di pagine bianche un fiore.
Emozione antica, dove si assopisce ogni rumore e senti galoppare solo il cuore.
Siamo rimasti silenti io e te, nei nostri tormenti, dove sono fuggite grandi occasioni, per dare vita a nuovi amori.
Sono appassite le foglie, sono ritornate le stagioni e mai ci siamo ritrovati, ne amati, ne amanti, delle nostre ragioni.
Oltre il tempo dell'amore, sfiorite anche le nostre vesti in fiore, adagiate in un baule col profumo di viole, nel ricordo di un bacio fuggito all'amore.
Addio mio pensiero, fuori da ogni ragione, trasportato via dal vento in ogni dove.
In luoghi senza te... (continua)

Angela-Paola Baroni 29/02/2016 - 00:08
commenti 3 - Numero letture:1066

Voto:
su 2 votanti


Fuoristrada


Bisognerebbe chiudere una storia quando si è felici,
quando credi che veramente sei stato bene,
quando pensi che quella è la persona giusta...
Si lo so è da folli...
Ma quando due persone si lasciano
entrano in un vortice di retorica,
di cose già viste e fatte,
parole inutili; pare recitino un copione di una scena rivista troppe volte ormai!
Un po' come quei fuoristrada dall'area maestosa
quando si impantanano,
nel tentativo di andar via accelerano fottendosene della fossa che si stanno scavando sotto i piedi...
Sta a te scegliere cosa mettere in quella fossa se i ricordi,
l'amore, te stessa
o scendere e riempierla di cose nuove!

Gaetano Pecoraro... (continua)


Gaetano Pecoraro 22/03/2016 - 22:01
commenti 0 - Numero letture:931

Voto:
su 1 votanti


Gaia Donzella


In un quiescente meriggio di quel ricorrer autunnale; nella via passeggio lento.Indomito leggiadramente vagando, ascolto, e a rivenir mi pento di quei gai giorni di pueril sognare.
Ricordo, sensazione, di più bel miraggio beato mi regalasti,tu, mia eterna luce, che nelle aule rifuggisti il male di colui che tremando teme il suo nome. Ora il divenir del tempo, strappa quel giocondo loco, quell'amara stanza..
Invano, detesto saggia mente e impavido core. Invano,descrivo sogni prestigiatori nella mia essenza imperfetta. E tu principessa, cor dal fil di ferro, vivi,senza ombra d'inganno, ancora, di un immacolata fanciullezza..... (continua)

Roberto Amato 06/11/2015 - 14:43
commenti 7 - Numero letture:1409

Voto:
su 7 votanti


Galeotto fu quel sabato...


....pioveva a dirotto, ed era anche un triste "sabato del villaggio". Un cielo plumbeo gravava sulle nostre teste. Quel giorno si presentava ancor più triste della mia anima afflitta e assalita da strane percezioni. Avevo scelto un giorno poco adatto ad affrontare un discorso con Roberto. Ero stanca dei suoi fatidici "domani ne parliamo cara". Abitavamo insieme da troppo tempo. Quella nostra convivenza era diventata un sicuro porto di mare per lui. Non ricordo bene se erano già trascorsi i fatidici sette anni di matrimonio. Io mi sentivo comunque una moglie a tutti gli effetti ed avevamo saltato il "primo giorno di nozze senza il velo e senza l'Ave Maria di Schubert che mi accompagnava all'altare". Mi ripeteva che il matrimonio era la "tomba dell'amore" e così si continuava a convivere come lui voleva, evitando sempre di pronunciare la parola "Matrimonio". Ma quella nostra quotidianità era proprio simile al matrimonio, firmato e con... (continua)

Lucia Marolla 23/02/2015 - 19:57
commenti 5 - Numero letture:1216

Voto:
su 4 votanti


GELOSIA


GELOSIA


Il grosso quaderno si trova sullo scaffale dell’Ufficio Oggetti Smarriti. Mario per rintracciare il proprietario, ne legge qualche pagina e si rende conto che si tratta di un racconto d’amore scritto da una certa Lidia, disperata e divorata dalla gelosia. Casualmente Mario incontra la donna e visto il suo stato depressivo, cercherà di aiutarla facendole conoscere Anna Maria, psicoterapeuta. Nel suo percorso interiore Lidia rivedrà i suoi errori e si renderà conto di essere stata manipolata. Una volta guarita deciderà di impegnarsi in una associazione di volontariato a favore dei più deboli.


Il pacchetto era ancora lì sullo scaffale, un sacchetto di plastica che avvolgeva un grosso quaderno.
L’aveva portato qualche giorno prima una passante, una donna anziana che l’aveva trovato a terra, presso una delle panchine del viale alberato poco distante. Mario ne sbirciò il contenuto, in cerca di un nome che potesse ricondurre al proprietario o alla proprietaria. Sembrava i... (continua)


Patrizia Lo Bue 04/02/2019 - 12:10
commenti 2 - Numero letture:896

Voto:
su 1 votanti


GIADA- Prima Parte.


Era una mattina, come tante, un noioso lunedì di gennaio, le vacanze erano terminate, e la scuola era ricominciata come sempre.
Il professor Sertini, entrò in classe, con la sua solita andatura, ma non sorrideva affatto, tanto la sua mente era oberata di pensieri. Era un uomo di bell'aspetto, giovanile, e a volte anche gioviale, anche se i suoi studenti, di solito lo trovavano severo.
Era un uomo, alto, dai capelli neri, pettinati all'indietro, aveva un fisico atletico, portava gli occhiali, e intorno agli occhi, azzurri, piccole rughe segnavano il suo volto, eppure alcune ragazze lo trovavano attraente. Se ne rendeva conto, dalle risatine e dagli sguardi delle sue allieve, ma non ci faceva mai caso, anzi, cercava sempre di sopprimere sul nascere, certe imbarazzanti situazioni, eppure...due grandi occhi neri, gli si pararono alla mente, come un lampo. Ma non poteva, pensarci in quel momento. Non era opportuno. Aveva una lezione, da portare avanti. Si schiarì la voce, sedendosi diet... (continua)

Marirosa Tomaselli 15/01/2018 - 10:24
commenti 1 - Numero letture:982

Voto:
su 1 votanti


GIADA- Seconda Parte


Giada era in piedi, dietro la porta, una mano, tesa verso il campanello che non osava suonare. L'altra stringeva il quaderno e il libro di italiano. Era una sciocca. Cosa diamine stava facendo? Si sarebbe resa ridicola...eppure, voleva sperare che non sarebbe stato così. Era passata una settimana, da quando aveva parlato col suo vicino, e ora...ora, stava...facendo cosa? Non lo sapeva di preciso. Voleva suonare, ma il coraggio le mancava. In quella settimana, si era sforzata di riprendere, la sua routine, era tornata a scuola, si era buttata sui libri, immergendosi a capofitto nello studio, ma nulla era come prima, e sempre più spesso si era rintanata in casa, ora con una scusa, ora con un'altra, semplicemente, perché non riusciva a fingere che non fosse accaduto niente, e frequentare i soliti amici, soprattutto le dava fastidio, vedere la felicità delle altre coppie. Era una sciocca, a maggior ragione, che stava cominciando a pensare, che era stata ferita più nell'orgoglio, che nel cu... (continua)

Marirosa Tomaselli 20/01/2018 - 19:38
commenti 1 - Numero letture:1024

Voto:
su 1 votanti


Gintonic


Eccoci qui, che andiamo a questa fantomatica festa. La macchina schizza come una boccia sulla strada nera. Questa festa a cui ci porta il Seba. Ad una stazione Total mi sono fumato una sigaretta, ora sto col capo all'indietro mentre lui guida come un pazzo, perchè suo padre è una specie di pilota e allora lui deve guidare come una freccia. Rompe tutte le macchine, gli spacca il motore. Vabè. Mi abbandono alla forza centrifuga mentre gli altri sparano varie stronzate. Eccoci arrivati. Entriamo nel vivo della festa, tra gente che balla e si dimena, risa e schiamazzi, tante belle facce e bei profumi. Io con la solita sensazione di non c'entrarci un cazzo. Però divertirmi mi riesce, oh se mi riesce. Non stiate in ansia.
Lascio gli altri a fare le loro cose, salgo le scale per infilarmi sul balcone, a fumare un'altra maledetta. Quivi incontro Vera, una gentil pulzella di graziosa figura e di bel fare. Una cagna allarmante invero, un misto di confusione mentale, stravanità e incapacità, una... (continua)

Piero Geddes 17/03/2016 - 10:16
commenti 1 - Numero letture:1046

Voto:
su 1 votanti


Giovanni e Manuela


Narratore:
Questa è una storia d'amore semplice. Un momento della vita di due persone che vi racconto in poche frasi.
Nel racconto non è stato calcolato il valore della battaglia che le due persone hanno sostenuto per raggiungere lo scopo di vivere accanto fino in fondo. Non sono stati menzionati i momenti di debolezza, neanche le mille tentazioni che invitavano a uscire dai binari della convivenza. Neanche le cose belle o le delusioni. Tutto il sottinteso viene dato per scontato, perchè quello che conta è il risultato.
Vivere insieme, legati da un rapporto cordiale di reciproco rispetto. Indubbiamente l'essenziale.

Racconto:
A lui piace andare in auto. Di natura mite e taciturno, prende l'auto e va. Prima di partire pone una rosa rossa sul sedile di fianco. Ogni sera una rosa rossa per lei che non c'è. Poi, con rassegnata indifferenza, allunga il braccio destro nel gesto di abbracciarla, le confida la sua voglia d'amore. E' giovane, irrequieto e quando si emoziona sbatte le ... (continua)


Rochi Pinto 11/01/2017 - 00:25
commenti 2 - Numero letture:1108

Voto:
su 1 votanti


Gli occhi che non sorrisero


Mi fu affidata dopo la morte dei propri genitori, lontani miei cugini, una ragazzina appena dodici anni. Il suo nome era Liù. Io, vedovo di quaranta anni, senza figli, contadino, abitavo fuori paese nel mio casolare. Tutti i giorni portavo Liù a scuola in paese, frequentava le elementare, quinta classe, ogni mattina dalle ore otto alle dodici. La riportavo indietro, la accudivo come mia figlia, ero tanto affezionato a lei e orgoglioso. Con il passare del tempo, nelle ore libere, insegnavo a Liù la semina ed altro. Era sempre gioiosa, malgrado gli occhi suoi mostravano una tristezza penosa. La sera dopo cena io facevo i miei mestieri di casa, mentre Liù guardava la televisione. Spesso udivo le sue risate, anche a squarciagola ed io mi rallegravo, ma gli occhi suoi non mutavano, sempre pieni di tristezza, quasi languide.
Passarono alcuni anni, Liù frequentava il Liceo, andava e veniva in bici. La mia auto era una 128 Fiat e un po' la sera insegnavo a Liù la guida della auto. Lei, molto ... (continua)

Salvatore Rastelli 12/05/2017 - 20:11
commenti 7 - Numero letture:1422

Voto:
su 2 votanti



[ Pag.1 ][ Pag.2 ][ Pag.3 ][ Pag.4 ][ Pag.5 ][ Pag.6 ][ Pag.7 ][ Pag.8 ][ Pag.9 ][ Pag.10 ][ Pag.11 ][ Pag.12 ][ Pag.13 ][ Pag.14 ][ Pag.15 ][ Pag.16 ][ Pag.17 ][ Pag.18 ][ Pag.19 ][ Pag.20][ Pag.21 ][ Pag.22 ][ Pag.23 ][ Pag.24 ][ Pag.25 ][ Pag.26 ][ Pag.27 ][ Pag.28 ][ Pag.29 ][ Pag.30 ][ Pag.31 ][ Pag.32 ][ Pag.33 ][ Pag.34 ][ Pag.35 ][ Pag.36 ][ Pag.37 ][ Pag.38 ][ Pag.39 ][ Pag.40 ][ Pag.41 ][ Pag.42 ][ Pag.43 ][ Pag.44 ][ Pag.45 ][ Pag.46 ][ Pag.47 ][ Pag.48 ][ Pag.49 ][ Pag.50 ][ Pag.51 ][ Pag.52 ][ Pag.53 ][ Pag.54 ][ Pag.55 ][ Pag.56 ][ Pag.57 ][ Pag.58 ][ Pag.59 ][ Pag.60 ][ Pag.61 ][ Pag.62 ][ Pag.63 ][ Pag.64 ][ Pag.65 ][ Pag.66 ][ Pag.67 ][ Pag.68 ][ Pag.69 ][ Pag.70 ][ Pag.71 ][ Pag.72 ][ Pag.73 ][ Pag.74 ][ Pag.75 ][ Pag.76 ][ Pag.77 ][ Pag.78 ][ Pag.79 ][ Pag.80 ]

 
     


- oggiscrivo.it - Copyright 2009 - 2024 - Tutti i diritti sono riservati - Webmaster Mauro -