RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

Ricordi agresti


Nella lunga striscia di terreno chiamata “marseta” (nome che evocava il passato di terra palustre addibita a risaia), era stato seminato il mais ed ora era venuto il momento della raccolta, solo che prima che ci passasse il grande macchinario, si dovevano fare “le strade” e questo comportava infilarsi addentro il campo tra polvere ed insetti. Teresa era stata chiamata pure lei a dare una mano, non che le dispiacesse, ma a lei metteva una sorta di agitazione il non vedere la fine, tanto il campo era lungo.
Il papà era davvero veloce e usava un piccolo attrezzo dalla punta sottile che squarciava l’involucro della pannocchia e gli permetteva una più facile raccolta della stessa; lei invece ci provava a tenere il dito infilato nell’occhiello e velocizzare il lavoro, ma non le riusciva tanto bene ed allora lo faceva a mano libera. Riempiva la cesta, la si vuotava nel carro che avanzava a poco a poco. Man mano che dalle file periferiche ci si addentrava nel campo, aumentava la polvere e in ... (continua)

Ivana Piazza 13/11/2021 - 16:07
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Ricordo


Mi ricorderò di te in quei giorni dove fuori è grigio, quei giorni chiuso in casa mentre fuori piove, dove hai il tempo di pensare, di conoscerti meglio.
Ed è li che vedrò il tuo viso in mezzo ad immagini di lacrime, malinconia e rancore, ma anche di sorrisi, abbracci lunghi quasi interminabili ed immagini di baci... dei nostri baci che ci catapultavano nel nostro mondo, un mondo irreale... ma perfetto.
Ecco dove sarai, dove farà più male perché sei tutto questo per me.... sei la più Grande gioia che abbia avuto ma anche il più intenso dolore che abbia mai provato... ma soprattutto sei e sarai il più grande rimpianto, perché quel mondo così perfetto che insieme avevamo creato.... avrei voluto tenerlo vivo per sempre........ (continua)

Gabriele Caramatta 12/12/2019 - 19:55
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riflessioni n. 6


Eccolo là, steso a terra, come un gran gigante, abbattuto dalla fionda di Davide.
Steso a terra è il mio pino e, a sconfiggerlo, è stata la furia del vento, che si è abbattuto impietoso sulla terra.
Ho le lacrime agli occhi, mentre mi sovviene la poesia del Pascoli, "La quercia caduta".
Anche il mio pino era buono:ospitava nidi di tortorelle e di gazze ladre... In più ospitava, attaccate ai suoi rami sporgenti, tre altalene, di misure diverse.
La prima altalena fu attaccata ad un ramo più basso, 26 anni fa, era stretta e bassa, perché Elisa potesse dondolare in sicurezza.
La seconda altalena fu attaccata ad un ramo più forte ed era più grande. Li, Teresa e Gianpiero hanno giocato, ripetendo a ritmo tante filastrocche... La terza altalena era la più grande e la più contesa. Era la più spaziosa e potevo salirci anche io, tenendo stretto al mio fianco un nipotino Spesso era Andrea, che aveva meno possibilità degli altri di stare con me. Ma su quell'altalena si dondolava Ann... (continua)

Teresa Peluso 13/11/2019 - 17:11
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Ritorno alla terra


Era veramente una strana visione, quell’uomo. Sul bordo della strada, dal lato del muretto che dava sulla valle, camminava con un passo che attirava istintivamente l’attenzione.
La giornata di luglio era caldissima, opprimeva con un calore secco che asciugava il respiro e bruciava la testa; ma lui non sembrava sentire disagio e andava come senza peso, uno zainetto che gli pendeva svogliatamente dalla spalla destra.
L’autista dell’auto che passava aveva meccanicamente rallentato, forse era un paesano – a tre chilometri dal paese? – . Passandogli a fianco lo guardò, non lo conosceva; l’altro girò lo sguardo. Uno sguardo luminoso e un sorriso; lo confuse, di più, quando lui lo salutò con la mano, gli fece pensare ad una persona anomala; non era il caso di fermarsi. In Sicilia a quell’ora non era normale sorridere.
Altre persone gli passarono vicino. Nessuno lo fermò, qualcuno non girò nemmeno lo sguardo.
L’aria rovente lo scaldava; il profumo d’elicrisia, così forte da stordire, lo es... (continua)

Francesco Clementi 10/12/2013 - 12:34
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Rosa e Gemmisi (James). Novella siciliana


(Tra parentesi è riportato dialogo in dialetto siciliano)
A megghiu parola è chidda ca nun si dici


- Chiariscimi questa domanda Gemmisi… ma questo tuo nome da dove lo hanno preso i tuoi genitori?
Mi sembra così strano e non mi pare né siciliano e neanche americano.
E allora quale è il mistero?

(Dimmi na cosa Gemmisi, ma stu nomi di unni u pigghiasti?
È daccussì stranu ca nun mi pari né siciliannu e mancu americanu.
Ed allura?)

- Ascoltami… ti ci metti pure tu a fare ironia su questa scocciatura di nome?
Non ne posso più di dare sempre le stesse risposte!
Non è di certo colpa mia se m’hanno affibbiato.
Tu lo sai che la mia famiglia, per un certo periodo emigrò in America, e dopo, al ritorno, quando sono nato io in Sicilia, mio padre se ne andò all’ufficio Anagrafe e svelarmi.
Quell’impiegato del comune che a quei tempi era un tantino ignorante, quando sentì pronunziare il mio come “James”, nei registri, lo scrisse così come si pronunzia, da perfetto ignorante, ... (continua)


Vincenzo Scuderi 01/09/2017 - 08:55
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Rosa in russo


Stavo quasi per terminare il mio consueto giro della Fortezza Nuova prima di entrare al lavoro quando, accanto ad un cassonetto, ho visto un libro.
Un romanzo rosa scritto in cirillico al quale mancavano una metà abbondante delle pagine. Accanto ad esso una serie di libri scolastici seminuovi, di quelli che non si sono mai aperti, ma quel libro no.
Era vissuto, consunto, passato chissà per quante mani prima di arrivare colà dove il tanto affaticar lo volse.
Chi lo ha buttato, dopo averlo letto, era solo l'ultimo lettore che poteva goderne.
La sua vita era passata attraverso le mani delle badanti russe di russe che si ritrovano il pomeriggio sul viale degli Avvalorati per parlare tra loro nella loro lingua e riconoscersi; lui era il promemoria per ricordarsi chi erano e da dove venivano in terra straniera.
Il libro della memoria.
“La mia gente rivedrò, quel che dico capirò...”... (continua)

Glauco Ballantini 11/07/2018 - 12:24
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SAFIRA


Come ogni sera ogni volta che tornava da lavoro era talmente tanto stanca che a volte preferiva il sonno piuttosto che il cibo :tornava di corsa una bella doccia calda e poi nel suo piccolo bilocale tutto arredato da se si metteva alla ricerca della sua adorabile gatta persiana bianca di otto mesi ormai con splendidi occhi verdi ,era la sua tranquillità giornaliera si era promessa che non appena sarebbe riuscita a prendere un appartamento tutto suo non sarebbe rimasta da sola molto dato che avrebbe optato per una compagnia domestica fra cane e gatto ;decidere era difficile ma il lavoro le rubava cosi tanto tempo che era rimasta a riflettere per giorni su cosa sarebbe stato meglio fare ma un giorno, uno di questi giorni indecisi fu il fato a decidere per lei: camminava per il centro della sua città e d' untratto si fermò a recuperare il cellulare dalla borsa che stava squillando ma stranamente Giulia si sentiva osservata...si girò di scatto dando le spalle alla strada rimanendo ferma ne... (continua)

Cristina Del perugia 31/03/2017 - 23:14
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Samir


L’aria del mattino porta il sole con sé, e lo fa rifrangere sul pezzo di plastica che costituisce il vetro della roulotte e sveglia Samir. Sono le sette del mattino. Samir guarda la stanza in cui vive con la madre e le due sorelle, guarda i loro corpi, inerti come fossero morti; l’unica che sembra in vita è sua madre, perché mentre dorme russa.
Ora il cielo è terso e limpido e sprizza raggi come se fosse un gomitolo pieno di spilli. Samir guarda il viso di donna infelice della madre, con due rughe profonde come tagli sulla fronte, e le guance scavate con la pelle attaccata alle ossa.
Le sue due sorelle dormono appoggiate al ventre, entrambe. Su Vera c'era una coperta che ora le è scivolata ai piedi, mentre Miriam tiene la coperta con le mani piccole, come a non farla scappare.
Samir guarda la roulotte; è come le altre del campo, il campo che è stato aperto dal Comune un po’ di tempo fa. E’ un campo autorizzato, c’è la corrente e l’acqua ma spesso la corrente se ne va.
E poi c’è que... (continua)

Giulio Soro 25/09/2017 - 12:05
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