RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

Era mio padre


Quando penso a mio padre ho ricordi sempre differenti, come se si trattasse di persone distinte, ma con la stessa faccia che entravano ed uscivano dalla mia vita coordinandosi.
Ricordo mio padre quando ero bambino, lo vedevo come una montagna da scalare,altissimo, fortissimo come i personaggi dei fumetti, sempre sorridente, come se l’attore che lo interpretasse in quel periodo fosse più grande degli altri che lo interpretarono poi, salirgli addosso era come se fosse il gioco più bello del mondo, riuscire domarlo, arrampicarmi sopra di lui e piegarlo al mio volere, ricordo che volevo sempre un contatto fisico, che fosse fare la lotta o salirgli sulla schiena, anche semplicemente tenergli una gamba addosso la sera mentre vedevamo la televisione.
Da ragazzino mi faceva sempre ridere, lo adoravo sarei rimasto con lui in ogni momento e separarmene era sempre un dispiacere … non cenavo mai senza di lui e mi addormentavo solo in sua presenza, le mattine per salutarlo, quando dovevo andare ... (continua)

Clelio D'ostuni 14/10/2015 - 17:49
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Estate nella casa dei nonni


Il sole cominciava a sorgere. Era l’alba campidanese. Le foglie degli alberi si muovevano al tocco leggero del vento di tramontana. Un gallo canterino cominciò a cantare, svegliandomi di colpo. Dalla cucina arrivava un bel profumo. Sicuramente la nonna stava preparando la sua famosa torta alle mele. Quel buon odore mi fece venire subito un gran appetito. Stropicciai gli occhi, alzandomi subito dal lettino dove passai tutta la notte, Mi lavai la faccia nel cattino. Mentre di fianco c’era anche la mia dolce cugina romana che dormiva beata come un angioletto. Aveva i capelli biondi appiccicati sulla fronte sudata e le braccia piegate sotto il cuscino di piume. L’orologio Rostov appeso nella testata del letto, che faceva tic-tac, mentre il sole batteva forte contro la vecchia finestra, le illuminava il volto di Laura. Facendole aprire i suoi meravigliosi occhi chiari. «Buongiorno», mi disse. «Io dissi sai ho stranamente fame». Allora giù per le scale di legno che facevano un rumore assorda... (continua)

Francesco Cau 23/08/2023 - 14:22
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Eva


C'era una volta Eva.
Eva era una allieva, non so di cosa, lei non pensava e se lo faceva pensava sempre a una cosa. Era una fuori-corso, forse per questo andava sempre di corsa, tra i capelli portava un nastro rosa che alla festa della nonna sostituiva con una mimosa.
Eva era una allieva, non so di cosa, lei non pensava,
e quando pensava si stufava e se si stufava beveva,
come un'ossessa beveva, si ingozzava di whisky, grappa,
vodka, cognac, e quant'altro, e si ubriacava, e se si ubriacava non parlava (sinceramente non lo faceva
nemmeno da sobria) semmai sparlava, sparlava e non si conteneva e diceva... boh, non so cosa diceva.
Se non la conoscevi pensavi che si faceva e invece no, non si faceva, perlomeno i bene informati dicevano che non si faceva,semmai si faceva fare e beveva, beveva e si ubriacava e sparlava.
Eva era un'allieva non so di cosa, nessuno la conosceva, se delle sue convinzioni si convinceva insisteva, come una bestia si batteva si connetteva e dibatteva, nul... (continua)

Vincenzo Cassano 15/03/2022 - 16:37
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Fantasmi, contadini, lucciole


Cala il buio
i suoi silenzi
mentre i fari
delle auto
son comete
sull'asfalto,
sui rovi
e i sentieri
contadini trasparenti
ritornano dai campi,
sembra ieri,
fluttuando
tra le lucciole
e le ombre
di cobalto.... (continua)

Italo Giuliano Bonetti 08/01/2022 - 13:51
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Fausto B.


“Lo chiameremo Fausto!”
Disse il mio babbo quando seppe che ero nato maschio, in quel lontano 1953.
Garrivano i suoi pensieri, come una bandiera al vento, riempiendosi dello strano rumore di quella felicità, pensando quanto il suo desiderio fosse stato realizzato.
Mio padre, era un patito della prima ora di Fausto Coppi, che aveva seguito nelle sue imprese per radio, e poi dal vivo quando passava dalle nostre parti, nelle tappe che toccavano l’appennino tosco- emiliano, sulla salita che dalla Lima portava all’Abetone.

Un suo amico gli aveva promesso l’interessamento per portare a Pescaglia il Campionissimo per partecipare al mio battesimo, ed era venuto il momento di dimostrare, non solo a mio padre, che non era un raccontaballe.

La chiesa dei Santi Pietro e Paolo avrebbe raccolto, a stento, i Pescagliesi che vi si sarebbero riversati in massa per l’evento.

Ci furono i primi contatti, tramite l’amico, con la famiglia di Coppi, con la moglie in particolare, che fu molto gen... (continua)


Glauco Ballantini 29/08/2015 - 17:26
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Foulard


Ne ho notato la bellezza la prima volta a Firenze.
Un accessorio, un oggetto del tutto superfluo, un esempio di ostentata ricchezza: negli Stati Uniti, da dove vengo io, lo indossavano le grandi dive di Hollywood, attorno al collo, come un farfallino.

Era circa la metà degli anni '60, il mio primo viaggio studio lontano da casa. Firenze.
Passeggiavo tra le strade affollate in un pomeriggio afoso d'estate e il mio occhio venne catturato da una nuova vetrina. Non vi era molto di esposto, solamente un lungo foulard, così lucente, ornato di disegni colorati ed armoniosi. Era posto lì come un trofeo, un qualcosa da bramare, non adatto a chiunque, ma indossabile solo da chi era capace di esaltarne l'unicità.

Come poteva un oggetto così semplice, essere in grado di attirare la mia attenzione in modo così travolgente? Ne ero affascinato, ma il ritmo frenetico della mia vita di allora non mi permise di approfondirne ulteriormente la conoscenza. Osservavo quella vetrina da lontano, tutt... (continua)


Gialls Poetry 15/11/2019 - 14:06
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Frammenti Invisibili


Riesco ancora a vedere I tuoi occhi gelidi fissarmi, ormai spenti
cercando una risposta che non sono riuscito a darti
Ma che tu ancora cerchi.
Sento ancora il suono della tua voce,
le mille parole che mi dicevi, vagano nella mia testa cercando l loro posto.
Percepisco ancora il tuo profumo,lo sento,
Pervade.
L'aroma di quei giorni, l'essenza, io posso ancora viverli,
avvicinarmi e osservare il tutto come in una vetrina, senza poter minimamente sfiorare l'idea che tornino .
Sai, ti ricordo nel freddo di quella stanza, addormentata.
Ricordo il silenzio profondo, interrotto dai sospiri per quei momenti grigi che non ci lasciavano spazio né tregua, che ci schiacciavano e ci opprimevano, ci toglievano il fiato e ci distruggeavano i ricordi e noi trovavamo come unico rifugio l'uno il cuore del altro. Ricordi?.
Ehi,ricordi? Siamo forti, non ci abbatteranno mai, siamo forti insieme, già, insieme.
Hanno vinto, quei momenti grigi ci hanno devastato, sono cominciati a diventar... (continua)

IL CONTE M. 20/12/2019 - 05:04
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Furia furin furetto


Furino era un calciatore della Juventus, non elegante come Bettega né geometrico, nei passaggi, come Capello. Non era leggendario come Zoff, né bello come Cabrini, e neanche arcigno come Gentile. Non era alto e biondo come Morini, non urlava come Tardelli, e non aveva l'eleganza di Scirea. Poi, non segnava neanche, come faceva Cuccureddu.
Si faceva un culo per tutti e mai la gioia di un gol, non era il suo mestiere.
Quando quasi tutti i suoi compagni erano convocati in nazionale, lui era quasi l'unico che non lo era e rimaneva ad allenarsi da solo, o con i ragazzini.
La vita da mediano! Certo a Oriali, come canta Ligabue, lo portò ad anche ad essere un campione del mondo. Lui no, era il meno considerato in una squadra di campioni. E lui campione non lo era.
Era il più sporco alla fine delle partite, i pantaloncini subito macchiati di verde o di fango, i pochi capelli subito sconvolti dalla corsa incessante e la maglietta in disordine.

Ma una volta accade l'imponderabile. Rius... (continua)


Glauco Ballantini 20/07/2020 - 08:00
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Gabbiani


Undici gabbiani, come una improbabile squadra calcistica, se ne stanno tutte le mattine davanti alla Fortezza Nuova a parlare del più e del meno, impegnati, tutto il resto del giorno, a procacciarsi il cibo in giro per la città.
Chi si è specializzato alla caccia ai piccioni di piazza della Repubblica, chi nell'apertura dei sacchetti della spazzatura incustoditi ed uno, il più snob di tutti, si reca a Montenero, alle cinque della sera, ricevendo dal proprietario della baracchina di souvenir, un piatto di pasta avanzata in casa.
Accanto ai cormorani che si immergono ed alle gabbianelle che svolazzano, però, parlano sempre di quanto era bello cacciare i pesci in mare.... (continua)

Glauco Ballantini 03/07/2018 - 09:43
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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