Il racconto che segue lo scritto nei primi di dicembre dell’anno scorso: con lo scopo di sensibilizzare le persone, a non permettere che succedono ancora simili atrocità. Per capire di cosa sto parlando: lo ripropongo.
In uno dei miei viaggi, mentre ero nelle vicinanze di un porto, così detto civilizzato, notai dei pescatori che tiravano su con un paranco l'orca marina.
credevo che l’orca fosse morta! Invece no! dal suo ventre, erano evidenti i colpi dei suoi piccoli.
Era incinta: tante erano le persone che assistevano curiose, soddisfatti di ciò che vedevano… a nessuno importava niente, di ciò che l'orca provava… guardavo i loro volti soddisfatti, di fronte a tanta atrocità.
L'avidità umana non ha confini, l'uomo sta distruggendo tutto ciò che lo circonda… non importa chi è a farne le spese: tutto ha un prezzo… senza tener conto di cosa prova ogni singolo animale: costretto a vivere come noi vogliamo.
Abbiamo tolto loro… ogni forma di libertà: anche quando devono riprodursi, che vergogna!
È accertato che delfini, orche marine e balene provano sentimenti come gli esseri umani, quindi non meravigliamoci se vediamo scene cosi strazianti, quando da un orca marina vediamo uscire lacrime di
dolore, di tristezza.
Non avevo mai visto piangere un'orca… il suo lamento è simile a quello di un essere umano.
Come una moviola le immagini passano davanti ai miei occhi, non mi fanno dormire, il lamento mi tormenta ancora… ogni creatura ha il diritto di vivere in piena libertà, nessuno ha diritto più dell'altro, e l'uomo semplicemente perché parla, cammina eretto, sbaglia di grosso se pensa di essere giudice su tutta la creazione… non sarà il potere, il denaro, una fortezza, a salvarci dalla mano di Dio.
Oggi quello che più mi addolora, è l'indifferenza, l'avidità incontrollata.
E la colpa è nostra perché permettiamo questi scempi.
Una goccia da sola… e insignificante: ma tante gocce possono formare un oceano… rifletti.
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