di fuoco
tramonta il sole.
Vano sperare nella sera
a donar frescura...
irradia la terra
il calor nel giorno
accumulato:
non un alito di vento
non un frullo d'ala
non un dondolio
di corolle o di foglie...
par il canto dei grilli
svogliato
più che una serenata
all'amata luna
è implorante preghiera
affinchè cessi
il flagello dell'arsura.
Improvviso, inatteso
un buffo di vento caldo
corre sul prato..
le erbe si piegano frusciando
s'agitan le foglie
cessan i grilli il canto.
Altri buffi, rincorrendosi
al primo succedono...
solca, lontano, il cielo
un sanguigno lampo
gli risponde
un sordo brontolar
di un tuono.
Grosse nuvole
avanzan galoppando..
più vivi e più frequenti
diventan i lampi...
fragore, lunghi boati
e grossi radi goccioloni
scender
e mutarsi poi in furioso
acquazzone.
Flagella e lava
la pioggia steli arsi
rinvigoriscono
le secche foglie
ondulano le chiome gli alberi
quasi fosse un inchino
in preghiera di ringraziamento.
Ricerca l'acqua le ferite
incise dall'arsura nella terra
vi penetra, lieve, germogliando
le cura e le guarisce
scorre da uno stelo all'altro
soffermandosi al caule
penetra le radici
si raccoglie nelle bassure
le cavità riempe.
È tutto un mormorio lieve
uno scambio, si direbbe,
di cortesie...
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