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WOW O ... UAU !!!

Come ogni anno ad Ottobre il papà chiede – Dove andiamo quest’anno a passare l’ultimo dell’anno ?
E la mamma, che è di Pavia ha risposto sorprendendo tutti noi – Famolo strano –
Ci siamo guardati in faccia, poche sere prima aveva visto in tv il film di Verdone ….e forse qualche sera prima un documentario sulla Val Pusteria….poi capirete
- Spiegati meglio ha detto il papà
E la mamma, che ha sempre amato il mare, Celle Ligure, a poco più di un’ora da Pavia, nella casa che ci hanno lasciato i nonni….
- Andiamo in un rifugio in montagna, in Val Pusteria avrei pensato già io a tutto.
Ed è stato così che due giorni dopo S. Stefano siamo partiti da Pavia. Giornata freddina ma cielo azzurro ed alti cirri. Avvicinandoci alla meta il cielo si faceva bigio e nuvoloso. Arrivati nel paesino, c’era ad attenderci Luigi, il titolare del rifugio: ci ha caricati con i nostri voluminosi bagagli sulla fuoristrada e via, verso la meta. Lasciata la jeep abbiamo trovato ad attenderci una motoslitta dotata di carrello. Durante il tragitto la motoslitta si è bloccata; Luigi è sceso, ed ha sentenziato
– Rotto il cavo acceleratore, si prosegue a piedi –
Dopo circa venti minuti di cammino carichi anche dei nostri bagagli siamo approdati, è proprio il caso di dirlo, sul piazzalino del rifugio.
- La mamma - Uau ! che bello, che poesia, che freddo….
- “Aria di neve” ha sentenziato Luigi.
Altro che colonnello Bernacca o Meteo.it. Non abbiamo fatto in tempo a sistemarci nelle camere che è iniziato a nevicare.
La mamma, sbirciando dalla finestra appannata,
- Uau (ancora) che bello, com’è romantico….
Cena e a letto presto. La mattina dopo….Mamma mia quanta neve…A colazione abbiamo trovato un Luigi scuro in volto.
- Non smette, non smette, anzi ne verrà giù tanta. E la moto slitta è bloccata, dal paese non vien su nessuno…. Siamo bloccati, sentenzia Luigi.
Passa la giornata. Uau (questa volta lo dico io) quanta neve !
Anche il giorno dopo nevica. Abbiamo saputo che non potranno salire mezzi di soccorso, troppo pericoloso per il rischio slavine. Luigi è in fibrillazione, convoca gli ospiti, una trentina in tutto, e dice che purtroppo non potrà mantener fede agli impegni. Per il cenone dell’ultimo dell’anno il menu sarà sconvolto e non aggiunge altro anche di fronte a richiesta di precisazioni da parte di altri ospiti. Avreste dovuto vedere la faccia di mio papà e dei miei fratelli che si erano già preparati all’abbuffata di prelibati , e peraltro sconosciuti, piatti della tradizione altoatesina. Mia mamma, che aveva avuto la brillante idea, aveva uno sguardo vitreo e inespressivo.
Siamo a tavola. Ignari del nostro destino, la porta della cucina è rimasta rigorosamente chiusa per tutto il pomeriggio.
Ecco, arriva Teresa, la moglie di Luigi con piatti di salame nostrano affettato e pezzi di pane nero, porcini sott’olio raccolti, ha detto Teresa, da Luigi . Abbiamo fame….Si sente suonare la campana della porta… E’ un gruppo di giovani ragazzi e ragazze.
- Siamo qui nella baita, vicino al torrente. Non abbiamo niente, non abbiamo potuto scendere per la spesa…….
Teresa e Luigi si guardano, escono e tornano con 8 sedie – Non sembravano così numerosi; in effetti alla porta si sono affacciati in due, una coppia; gli altri si erano imboscati, forse dietro i cumuli di neve….
Signori, se siete d’accordo, facciamo posto a questi ragazzi –
Ci stringiamo tutti un pò, si sta ancor più caldi, ma il massimo del calore è quando arriva su un grande tagliere una enorme polenta fumante e debordante e su vassoi grosse fette di formaggio dell’alpe. Uau !! (questa volta lo hanno detto tutti !). L’atmosfera sale complice anche del vino che Luigi ci assicura, fa cantare anche i muti. Si mangia, si beve e si sta bene insieme. Una ragazza ha portato una chitarra, si canta, ogni gruppo una canzone delle sue parti e si arriva al nuovo anno in un attimo. Si brinda con il vino rosso, ma a questo punto credo che pochi si siano accorti del colore del vino.
Ha smesso di nevicare, usciamo, niente botti potrebbero provocare smottamenti di neve, non ne avessimo già abbastanza, solo stelline che però impallidiscono quando alziamo gli occhi al cielo; una stellata indimenticabile. Sono certo che un fine d’anno ed una cena così rimarranno per sempre nei miei ricordi. E l’anno prossimo…
Aggiungi un posto a tavola, c’è un amico in più, se sposti un po’ la seggiola stai comodo anche tu. A ciò gli amici servono a stare in compagnia; dividi il companatico raddoppia l’allegria.



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Opera scritta il 18/12/2015 - 22:24
Da Roberto Colombo
Letta n.1411 volte.
Voto:
su 5 votanti


Commenti


Ciao Roberto, complimenti per il riconoscimento.
Dario

Dario Menicucci 12/01/2016 - 22:34

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Complimenti per la vittoria, a me era molto piaciuto e te l'avevo scritto nel commento. E' un misto di allegria e bontà d'animo. L'imprevedibilità della vita e la dimostrazione concreta che la gioia della vita sta nelle piccole cose.
Nadia

Nadia Sonzini 12/01/2016 - 10:23

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Una delusione diventa premessa di una serata gradevole e indimenticabile sapientemente costruita da una prosa pacata ed attenta,dall'andamento scorrevole,solo apparentemente semplice.Racconto davvero piaciuto.

Rosa Chiarini 04/01/2016 - 17:20

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Un racconto molto simpatico, con una bella e vera chiusa! Buona serata e buon 2016!

Chiara B. 30/12/2015 - 17:51

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Una bella storia ,scorrevole e festosa ... complimenti

Carla Davì 27/12/2015 - 19:42

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Veramente simpatica!
Trasmette un senso di allegria e pace.
Anch'io amo la montagna e mi è capitato diverse volte di mangiare nei rifugi con altre persone conosciute al momento, magari dopo una scalata difficoltosa, anche una semplice minestra sembra un piatto stellato.
E' splendido, nascono belle amicizie. Grazie per averci ricordato che la felicità nasce dalla semplicità e dallo stupore per la Vita.
Buona Vita anche a te
Con simpatia
Nadia

Nadia Sonzini 20/12/2015 - 20:53

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Molto carina ed indicata al periodo! Complimenti!

Marirosa Tomaselli 20/12/2015 - 16:21

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